sabato 31 dicembre 2011

Le mie parole

Dopo tanto tempo lo specchio torna a parlare, o meglio dire, io torno a scrivere. Proprio così, lo specchio non ha smesso un minuto di riflettere immagini, colpa mia che non mi son dato il tempo per descrivervele e raccontarvele, perso in mille cose, molte delle quali inutili e superflue. Tanto tempo perso in un correre dietro questioni e rincorrere situazioni di poco valore. Affaccendato in impegni di lavoro e familiari, ma anche alla ricerca di ciò che non serve veramente e che non da valore alle nostre giornate.
Capita così, che si stia al lavoro, ma non si è con i colleghi; che si stia in casa ma non si è con i propri cari; che si stia per le vie del mondo, ma non si è nel mondo, con i propri amici. In un altro post torneremo a parlare della differenza tra lo stare e l'essere, ma per ora, torno a scrivere per stare con voi, miei amici o forse solo lettori e semplici frequentatori del blog.
Voi, a cui penso, più spesso di quanto io stesso ne sia consapevole nel mio fare quotidiano; voi, a cui penso nel ricordare le giornate trascorse insieme; voi, a cui penso nel riflettere sulle parole che vi ho detto, in cui cerco di dargli un nuovo significato.
Le mie parole, così come le descrive Samuele Bersani nella sua bellissima canzone che, in fondo al blog, vi regalo.
Le mie parole:
- quelle dette alle persone a cui, come loro ben sanno, molto affetto mi lega, a cui penso molto e che, magari proprio oggi, ricordano proprio quelle parole, nell'attimo in cui si sentono sole e ne hanno bisogno e che, spero, gli regalino un sorriso. Parole che in certi momenti son come "lampi dentro a un pozzo, cupo e abbandonato";
- quelle dette, in modo sincero, a persone a cui avrei voluto regalare, ciò che non ho saputo dare e che sono rimaste solo promesse, insomma "foglie cadute, promesse dovute che il tempo ti perdoni per averle pronunciate"; 
-  quelle dette tra amici, fra mille risate "capriole, palle di neve al sole, razzi incandescenti prima di scoppiare ... notti interminate, scoppi di risate, facce sopraesposte per il troppo sole";

- quelle dette a tutti i miei amori, alle mie passioni a cui ho rivolto parole "gonfie di sottointesi, che accendono negli occhi infinite attese; sono gocce preziose indimenticate, a lungo spasimate e poi centellinate; sono frecce infuocate che il vento o la fortuna sanno indirizzare";

- quelle che vi avrei voluto dire, ma che non ho saputo costruire, inventare "sono andate a dormire sorprese da un dolore profondo, che non mi riesce di spiegare, fanno come gli pare si perdono al buio per poi ritornare";
- ma soprattutto quelle che i giorni prossimi ci permetteranno di condividere "le parole che ho detto e chissà quante ancora devono venire... ".


La fine di questo anno e l'inizio del prossimo, è soprattutto il momento per la speranza che il futuro ci regali tempo, il vero tempo per ESSERE insieme. E' l'occasione per farci questo augurio a me e a voi tutti.





 

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