giovedì 3 gennaio 2013

La guerra dei sessi

Non c'è niente da fare, la lotta è impari: ogni volta che un uomo e una donna discutono e si confrontano sugli errori commessi e le mancanze dimostrate da ciascuno di loro, ne esce sempre vincente la donna.
Questo non perchè commetta meno errori od abbia meno mancanze, ma solo perchè si ricorda tutti quelli commessi dall'uomo, mentre, questi, fatica a ricordarsi anche solo il colore del vestito che ieri indossava la sua compagna, figuriamoci gli errori e le mancanze, risalenti anche appena, appena a due giorni prima.
Se volessimo buttarla sull'evangelico, potremmo dire che il lato maschile del mondo è molto più vicino alla vera essenza del credo cristiano: il perdono. Se però, guardiamo in faccia alla realtà e, magari, la poniamo in versione hi-tech, la verità è che le donne hanno più gigabyte, o, forse, un più efficiente programma di zippaggio, o, in verità celano un'unità esterna in qualche posto dove noi uomini non abbiamo ancora messo le mani e cercato.
Noi uomini, al massimo ci ricordiamo della volta in cui hanno cucinato sciapo e, se proprio siamo bravi ricordiamo anche l'altra volta, in cui per paura di cucinare di nuovo insipido, hanno messo troppo sale.
Loro no,  le donne ricordano tutto:
- la volta in cui abbiamo fatto la lavatrice, che Lei non c'era, solo per stupirla al suo ritorno, dopo una settimana, con effetti speciali e farle vedere quanto siamo autonomi ... peccato che non ci siamo ricordati di averla fatta e, quando lei è tornata, alla fine della settimana, se n'è accorta da sola, perchè ha aperto la lavatrice e l'effetto speciale era di tipo olfattivo con sentore di muffa che sovrastava tutta l'acqua di colonia in cui c'eravamo immersi per accoglierla a braccia aperte;
- la volta in cui, lei sempre assente (per due settimane stavolta), abbiamo tenuto in ordine tutta la casa, compresi i bagni perfettamente puliti, con tanto di cambio dei rotoli di carta igienica ... solo che quelli ormai finiti erano in fila tutti come soldatini sul bordo della vasca;
- la volta in cui, per farla felice abbiamo rassettato casa (stavolta solo perchè mentre eravamo in ferie e lei  quel giorno lavorava, volevamo farle una sorpresa, al suo ritorno la sera) ... abbiamo persino rifatto il letto ... solo che il piumone era sotto le lenzuola e le federe dei cuscini erano ancora appese in terrazza, ormai inumidite dalla nebbia di fine novembre;
- la volta, in cui (lo stesso giorno delle ferie per la solita sorpresa) gli abbiamo fatto trovare la cena pronta ... solo che se n'è accorta prima di vedere il tavolo imbandito e infiocchettato, perchè il pavimento, per l'olio di frittura, era come la pista su ghiaccio delle olimpiadi di Monteral e le pareti della cucina, prima bianche, grazie alla passata di pomodoro che aveva ben sobbollito, avevano ora lo stesso manto a pois della Pimpa o, per gli amanti del ciclismo, della maglia per il miglior scalatore del Tour de France;
- la volta in cui ci siamo persi nel nostro "fai da te" ed abbiamo voluto verniciare la ringhiera del giardino. L'avevamo appena finita di passare con la vernice arancio antiruggine (una giornata intera dopo la scartavetrata) e lei di ritorno a casa ti dice "ma non dovevi farla bianca ? dici sempre una cosa e poi ne fai un'altra" e tu non replichi, anche perché lei aggiunge "e poi non t'è venuta bene, si vede ancora il nero sotto". Ma tu taci, sai già che la vittoria richiede pazienza e la vendetta va servita fredda: c'è il domani in cui vernicerai la ringhiera ... anzi imbiancherai anche la cucina. Ma il domani arriva e, come scrisse il Leopardi è sempre meglio il dì prima della festa, specie se il domani che pensavi di festa non lo è. Così la sera dopo lei torna e tu hai dipinto la ringhiera di bianco ... ma lei ci passa davanti e non ti da soddisfazione, entra in casa e scopre l'imbiancatura ... tu fuori ti aspetti un'esclamazione di sorpresa, lei che corre fuori e ti dice "Amore, che sorpresa" e, invece, senti un grido, lei esce fuori e dice "ma che hai fatto, vieni a vedere". Tu entri in casa e lei è lì che punta il dito verso il pavimento ad indicare una macchiolina bianca, stile zampa di formica albina, che tu appena, appena neppure riesci a vedere, ti abbassi per osservarla, ti rialzi, ti giri per dirle "...", ma lei già non c'è più, finita in bagno a struccarsi.
- la volta in cui ... quella che non mi ricordo più, ma se volete chiedo a mia moglie, che mi fornisce  almeno altri tre punti per proseguire l'elenco.

Non c'è salvezza, non c'è gloria, neppure quando si parla di strategia e di conduzione del dialogo sugli argomenti voluti. L'uomo quando vuol parlare di qualcosa, ritorna all'interpretazione da cinema muto. Una cappa di silenzio, che in estate senti frinire i grilli e in inverno l'ululare del vento. L'uomo così aspetta il momento buono, per parlarle di quell'argomento scomodo, che lei non vorrebbe sentire (la cena o il week-end con gli amici, l'uscita domenicale con gli stessi amici, la partita di calcio la vigilia di natale con i medesimi, etc. etc.). Ma così il momento buono non arriva mai, perchè lei già sa il significato di quel silenzio e, lei non è il Tenente Drogo de "il deserto dei Tartari" e non aspetta, quindi, nella fortezza, l'arrivo dei nemici, ma gli va incontro. Così rompe quel silenzio solo per dirti "non ci pensare neppure, no (no alla cena, no al week-end, no all'uscita domenicale, no alla partita di calcio, no all'etc., etc.)".
Lei, invece, quando vuole parlarti di qualcosa non fa come te, uomo, ma usa vere e proprie tecniche di distrazione con cui inizia la strategia vincente nella guerra dei sessi. Tu entri in casa ... silenzio ... così tanto silenzio, che senti il cigolare della porta, seguito dallo scricchiolio della suola delle tue scarpe. Sei ancora a pochi passi dalla porta e dopo aver messo le pantofole, proprio mentre metti il soprabito sull'appendiabiti, senti alle tue spalle una presenza, un alito (non divino e neppure di vino perchè lei non beve), uno spostamento d'aria pari a quello di una farfalla che vola su di un altro fiore ... un brivido corre lungo la tua schiena, con la stessa intensità di quando hai visto la scena della doccia in "shining"... ti giri e lei e' li' ... immobile che ti guarda, sbarrandoti la strada ... sei perduto. Preferiresti, pur sapendo di non essere Edipo, trovarti di fronte la Sfinge di Tebe pronta a porti il suo enigma ... ma non è così, di fronte hai la tua dolce metà.
Comincia, così, la prima mossa della strategia di una battaglia che neppure Napoleone, Rommel o un qualsiasi altro grande stratega della storia, saprebbe meglio condurre.
La prima mossa della donna, per distrarre l'attenzione dell'uomo senza troppa fatica, inizia con il racconto della sua giornata, che siccome è pressoché lo stesso da sempre, crea nell'uomo un effetto soporifero e tranquillizzante, abbassando repentinamente le sue difese:
- si parte raccontando la corsa che ha fatto per portare a scuola "tua" figlia e arrivare, comunque, in tempo al lavoro ... Così già sai che per tutta la prossima settimana sarai tu a portare a scuola "sua" figlia e non riuscire, però, ad arrivare in orario al lavoro ... e lei ti dirà che non ti sai organizzare!
- si passa, poi, al racconto della giornata di lavoro e delle angherie del capo ... che è uomo e quindi tu non puoi solidarizzare con lui, altrimenti, rischieresti di generare l'effetto specchio e lei in te vedrebbe lui e dovresti subire, oltre che sobbarcarti il racconto, anche le invettive che lei non ha potuto lanciargli contro, perché "responsabilmente" deve sopportare, perchè non può rischiare di perdere il lavoro ... mica come te che, quando subisci il tuo capo donna, torni a casa, addirittura, raccontando di esserti opposto a certe decisioni ... lei sì che solidarizza e l'effetto specchio funziona, in quel caso, che ti becchi anche le stesse repliche, censure e privazioni che il capo donna ti ha comminato la mattina appena trascorsa;
- per finire lei ti racconta qualsiasi altra parte della giornata a fantasia, qualsiasi dopo lavoro va bene, la spesa, il traffico, i vicini di casa ... e tu, appunto, pensi di sapere che lei ha finito, ma è lì che inizia la seconda mossa.
Vedi che lei e' ancora li', che ti sbarra la strada e per l'ennesima volta ti domandi il perché, il motivo ... e per  la stessa ennesima volta non lo trovi ... ma ancora hai quegli occhi puntati addosso e l'espressione neutra e immobile del suo viso, che scatena in te l'avvio dell'auto-esame di coscienza del genere pre-confessione di tutti i tuoi peccati nel giorno del giudizio universale, che non avvieresti neppure durante la quaresima più lunga, o che neppure l'esorcista più scaltro saprebbero generare nella tua coscienza di peccatore.
Quel viso impassibile scatena la regressione psicoanalitica, nella maniera più rapida possibile, che torni bambino in ancora meno tempo di quello che avresti impiegato a sdraiarti sul lettino dello psicologo: così ti rivedi in braccio a tua madre, mentre al parco incontra la sua migliore amica, che tiene in braccio sua figlia, tua coetanea, la quale, senza ancora saper parlare (almeno in questo a un anno di età tu e lei siete alla pari) ti comunica:"ancora una volta te la sei fatta addosso"; così tu cerchi per terra una cacchetta di cane per risponderle in "Wii-fi" che e' quella là l'origine dell'odore ... ma è proprio allora che senti tua madre (che ahimè sa parlare anche troppo), dire: "beata te, che le hai già tolto il pannolino. Io ci ho già provato mille volte ma non c'e' modo; questo qua se la fa ancora addosso".
E' così che, in quell'istante, alzando lo sguardo, vedi il sorrisetto divertito della bimba tua coetanea; ed e' li che ogni uomo sogna e spera di incontrarla di nuovo trascorsi vent' anni, solo per abbassare i pantaloni e fargli vedere di aver tolto il pannolino, calando così l'asso che a quell'età hai, al posto del pannolino suddetto e poter vedere che il suo sorrisetto ironico, ha lasciato il posto ad una bocca mezza spalancata per la sorpresa ... purtroppo anche questo sogno per qualche uomo non si realizza e, incontrata dopo venti anni la coetanea del tempo, avrebbero voluto avere ancora il pannolino, piuttosto di dover calare pantaloni e mutande e scoprire che, al posto del sorrisetto ironico della coetanea, c'e un risata a trentadue denti.
Tornando a noi e alla strategia bellica, a quel punto, mentre la regressione prosegue, lei la interrompe, d'improvviso, pronunciando una semplice frase "vabbè mangiamo" ... si sa alla parola mangiare l'uomo abbassa anche l'ultimo livello di difesa e così, tu vai avanti per guadagnare quel minimo spiraglio che lei ha lasciato aperto sul tuo cammino e ti avvii verso il divano per attendere che lei imbandisca la tavola, mentre tu possa guardare il TG sport. Anzi, sei quasi arrivato e hai già piegato le ginocchia, avverti la pelle morbida delle tue dita sfiorare il telecomando, quando senti, invece, le sue ruvide parole: "ecco anche stavolta non te ne sei accorto".
D'improvviso capisci il motivo, che per l'ennesima volta t'era sfuggito, il significato del suo comparire silenzioso alle tue spalle, l'enigma della Sfinge che t'ha sbarrato la via ... comprendi tutte le mosse strategiche della tua donna, il percorso che ti ha portato a perdere la battaglia ... e pensi " 'zzo i capelli !!! " .
Allora li guardi, capelli castano scuro, con quella, che le donne chiamano sfumatura rosso mogano (ma per tutti gli uomini il mogano resta solo un legno pregiato di colore marrone più che rosso), frammista ad un colorino prugna, che (non sai se per l'irritazione del non aver notato il particolare o proprio per il colore) ti fa dimenticare il senso di stitichezza che ti affligge, in un modo che neppure i fans del bifidus dell'Actvivia possono immaginare.
Cerchi, allora, di ribaltare la sorte del conflitto, tentando con il lato romantico, così dici, con lo stile antiquato e fuori tempo stile Via col vento "cara non mi sono accorto dei capelli, perché pensavo fosse il riflesso di questo tramonto che colora i tuoi occhi di uno splendore che mi affascina ancora come il primo giorno, non avevo notato che avevi cambiato colore" ... e così si compie la tragedia, perchè lei ti dice "non è il colore dei capelli", che in effetti è lo stesso da mesi se non da anni, "ma il taglio".
Comprendi così che i capelli li hai guardati, ma non li hai visti (e cioè che non sei un Avatar o un indigeno di Pandora); proprio allora, acquisti piena consapevolezza che non puoi replicare; vorresti dire che pensavi che i capelli fossero legati, ma ti accorgi che mancano all'appello, almeno 10-15 centimetri e la diresti troppo grossa.
Del resto, lei già se ne andata e tu non hai altra via di uscita, che ricordarti, come ogni uomo, di quella parola che aveva pronunciato lei prima: "mangiamo". Così che, sapendo con certezza che in frigo sono finiti sia gli affettati che i formaggi, ti butti e le dici: "stasera ti cucino una cenetta da ricordare", senza accertarti di cosa ci sia però in frigo.
Solo allora entri in contatto empatico con tutto l'universo e comprendi il mistero della creazione, perché afferri la realtà ultima e vera: lei è già in camera che ascolta, con lo stesso sorrisetto di quella famosa coetanea, perchè sa che per stasera s'è risparmiata di pensare cosa cucinare e di certo, pure il lavaggio dei piatti.

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