martedì 1 gennaio 2013

Scintille nel buio

Ormai una tradizione, quella di scrivere un post ad inizio anno e dedicarlo a tutti Voi, che frequentate questo blog. I precedenti post, scritti nei precedenti inizi di anno sono così conservati in un'unica "etichetta" chiamata proprio "inizio anno", e lì resteranno a segnare il rapporto tra Voi e me, distinti da tutti gli altri, quando questo blog sarà un insieme di tantissimi post (così almeno mi auguro).
Scrivo a Voi e scrivo di Voi che leggete questo blog, Voi che in questo modo mi siete amici, perché in questo modo seguite i miei passi in questo viaggio, che è la vita, che ogni giorno ci trasforma. In questo siete amici sempre presenti, se è vero, come scrisse Nietzsche, che "quando ci trasformiamo profondamente, gli amici che non sono cambiati diventano fantasmi del nostro passato: la loro voce ci risuona come da ombre e ci fa rabbrividire, come se sentissimo noi stessi, ma più giovani, più duri, più immaturi".
Voi amici, che dopo aver letto, magari commentate, anche se con una critica, ma che sia la Vostra idea, perché come disse George Bernard Show "se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce la scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io un'idea e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee".
Voi che continuate a leggere, anche se non sempre condividete od apprezzate ciò che scrivo, perché amici siete in questo, perché amico è uno che sa tutto di te ed a cui piaci lo stesso. 
E' questa una ricchezza: mi basta sapere che esistete, perché ciò mi incoraggia a proseguire nella vita,  sapere di trovare le Vostre impronte, accanto alle mie, in questo cammino.
Molti non immaginano quello che per essi provo, una forma di affetto, che non so se possa chiamarsi anche amore, ma se amore è gioia e voglia di condividere, allora così posso anche chiamarlo. Non sanno molti che, quando vivo un momento di gioia, quando mi trovo in un posto magnifico, provo tristezza e malinconia, perché vorrei condividerlo con loro ed a volte questo blog, con i suoi post, mi da questa gioia, questa possibilità. 
Quando vi penso, mi sovviene l'immagine di un fuoco, in una notte buia d'inverno, in cui le fiamme sono così unite e potenti, ma da cui con il passare del tempo scaturiscono mille scintille che sfilano via nel cielo più freddo, ma che si cercano per farsi calore e luce: così io mi e Vi penso.
Questo post, vorrebbe essere (e lo spero lo sia) un elogio dell'amicizia, sapendo quanto complesso e difficile sia esibirla e conservarla, perché vero è quanto affermato sempre da Nietzsche, cioè che "la condivisione di una gioia, non la partecipazione al dolore, fa di un uomo un vero amico", che equivale la frase di Carlo Dossi "il falso amico è come l'ombra che ci segue finchè dura il sole". E questo il motivo per cui come ha scritto Eschilo "la cosa peggiore per i potenti è che non possono fidarsi degli amici" (o meglio veri amici non hanno).
Ogni anno che passa spero di non aver trascurato questi veri amici, di averli conservati, pur non avendoli potuti vedere, frequentare, nell'auspicio che questo blog abbia comunque, avuto l'effetto (magico) di averci tenuto legati. Spero così di averli conservati, perché come ha scritto qualcuno di cui non ricordo il nome "non bisogna aver fretta di fare nuovi amici, nè di lasciare quelli che abbiamo.
Anche non potendo frequentare tutti voi, so, come scrisse Goethe che "vivere con qualcuno o vivere in qualcuno fa grande differenza. Vi sono individui nei quali si può vivere, senza vivere con essi, e viceversa. Riunire le due cose è dato solo all'amore e all'amicizia più pura".
Che sia profondamente solo chi non ha amici, amici sinceri, cioè pronti a gioire nelle gioie e non solo a compatirti nel dolore, ad esserti vicini nella gioia e non sputare sentenze quando non c'è speranza, ce lo testimonia un grande poeta come Jim Morrison che disse "il mio migliore amico è lo specchio, perché quando piango non ride mai".
Vi scrivo questo post e Ve lo dedico, perchè so della Vostra amicizia e dell'importanza che ha per me, con l'auspicio che non mi abbandoniate, perché tutti noi "alla fine ricorderemo non le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici" come disse Martin Luther King.
Così iniziamo, anche quest'anno assieme, con questo post d'augurio, ma non di auguri formali e tradizionali, che auspichino il realizzarsi dei nostri desideri, perché spesso desideriamo quello che non ci serve e che invece crediamo necessario.
Una frase di Erich Fromm per rendere più esplicito il concetto: "non pensare a ciò che può portarti l'avvenire, ma sforzati di essere interiormente calmo e sereno, poiché non da come si forma il tuo destino, ma dal modo in cui ti comporti dinanzi a esso dipende la felicità della tua vita".
Si possono in proposito citare varie frasi del Dalai Lama, come "tutti parlano di pace, ma non si può realizzare la pace all'esterno se si coltivano nel proprio animo la collera o l'odio", e corollario "invece  di essere infelici e colmi d'odio, dovremmo gioire del successo degli altri".
Perché è innegabile che tutti noi, in qualunque parte del mondo incontriamo l'altro, scopriamo inequivocabilmente quanto l'altro sia uguale a noi perché, come noi, ricerca la felicità e rifugge la sofferenza. 
Cito allora John Lennon per dire che di questa "comunanza" non tutti sono consapevoli  "quando andai a scuola, mi domandarono come volessi essere da grande. Io scrissi - felice - . Mi dissero che non avevo capito il compito, e io dissi loro che non avevano capito la vita".
Il progresso ha generato benessere, ma non ci ha dato l'"automatica" possibilità di conservare e preservare i nostri valori più profondi, che potremmo smarrire in qualunque istante, smarrendo noi stessi. Non ci ha dato la "naturale" capacità di trovare l'equilibrio tra benessere materiale e spirituale.
E, allora, se il significato della profezia dei Maya fosse diverso da quello che gli abbiamo attribuito ? se la fine dei tempi e del modo predetta, fosse la fine di quel tempo e di quel mondo che sino ad oggi abbiamo conosciuto e costruito, fatto di individualità e poca collettività, permeato di molti "io" e pochi "noi", di tanto "mio" e di briciole di "nostro"?
Credo che in molti saremmo lieti se questa fosse la vera profezia, se quel 21 dicembre 2012 abbia segnato la fine di quel mondo e, senza che noi possiamo ancora percepirlo, sia già iniziato un nuovo mondo, una nuova dimensione umana, in cui ogni singola anima, comprenderà che non si è nulla senza gli altri, che la causa di ogni solitudine è la ricerca del massimo di possesso materiale, il massimo del godimento e dello sfruttamento dei beni della natura, senza curarsi di ciò che resta agli altri, che con noi oggi sono e di quelli che domani saranno.
Saremmo sollevati in molti se sapessimo che ogni essere umano, da quel giorno, inconsapevolmente, ha iniziato un percorso che lo porterà a sapere che non si è eterni e che, di noi, negli altri e nel mondo, non resterà quello che abbiamo avuto, ma quello che siamo stati.
Se così fosse, vorrebbe dire che quel giorno è iniziata quell'era dell'acquario, che dovrebbe contraddistinguere questo millennio.
Il problema è come ricercare a felicità e dove. Si potrebbe allora citare François René De Chataubriand che disse "la vera felicità costa poco; se è cara, non è di buona qualità" (insomma un concetto contrario a quanto oggi molti credono). In altri termini, citando una frase che ho letto, non ricordando chi l'abbia scritta si potrebbe dire "non ci son chiavi per la felicità, la porta è sempre aperta".
Io, però, per tornare ai giorni nostri e su questioni di fondo, preferisco citare ancora il Dalai Lama "quello che mi sorprende degli uomini è che perdono la salute per fare i soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente ... vivono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto".
E' questa, forse, l'essenza di questo nuovo tempo e questo nuovo mondo, quello che auguro a me e Voi: la capacità di acquisire questa consapevolezza e diventare buoni marinai e ... lo giuro, ultima citazione per oggi, come affermò Lucio Anneo Seneca "non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare".

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