mercoledì 6 luglio 2011

respect


Ho scelto il titolo del post ricordando quello della famosa canzone cantata da Aretha Franklin, ma potevo citare un'altra canzone, questa volta cantata da Zucchero "non c'è più rispetto"che forse risultava più aderente alla questione trattata.
Oggi è stato firmato dal Presidente della Repubblica il testo del decreto che in questi giorni è stato menzionato e quindi conosciuto come "manovra" correttiva, che va ad operare sui conti pubblici, al fine di scongiurare il mancato rispetto dei vincoli ed impegni presi dall'Italia in campo europeo.
Ascoltavo sino pochi minuti fa, la conferenza stampa, in cui i vari Ministri illustravano le misure intraprese. Ne parleremo magari in un prossimo post solo dopo aver letto il testo che stasera sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Per il momento ad ascoltare le conferenza stampa, l'impressione era sempre più quella di avere davanti "il mago di Oz"e per chi ha letto la favola sa di cosa parlo: forse c'è qualcosa di buono nella manovra, ma in gran parte mi è parso di vedere un Governo ed un Presidente del Consiglio, pari pari al mago di Oz, che fino a ieri molti pensavano potesse far molto, ma poi arrivati al Palazzo e nel vederlo hanno compreso che mago non è e poco sa fare in campo di miracoli e magie.
La manovra è in gran parte sacrificio sempre per i pochi, che già poco hanno, ma ne riparleremo appunto a tempo debito.
Però una magia il mago di Oz l'ha fatta: nel testo è comparsa una disposizione che modificava una norma in tema di condanna al risarcimento sopra i 20 milioni di euro.
Alla fine della Conferenza, la prima domanda l'ha posta una giornalista di Sky24 e riguardava proprio questa questione. In pratica ha chiesto cosa fosse accaduto, in quanto a molti è apparso che tale norma poco c'entrasse (c'azzeccasse direbbbe Di Pietro) con la manovra. Naturalmente, Letta se n'era già andato, mentre Tremonti ha risposto dicendo di non volere di fatto rispondere, perchè voleva parlare di ciò che nel testo del decreto era rimasto; a quel punto è intervenuto Romani (Ministro allo Sviluppo Economico), che ha ripreso pari pari quello che ha detto Berlusconi, ovvero che la norma voleva evitare i problemi che avrebbero subito le imprese costrette a risarcire i danni in caso di sentenza ancora non definitiva perchè non giunte al terzo grado di giudizio.
Andiamo con ordine: Ieri si è scoperto che nel testo della "manovra", sottoposto alla firma del Presidente della Repubblica, vi era una disposizione, contenuta nell'articolo 37 , che prevedeva la sospensione delle condanne sopra ai 20 milioni di euro (e si sa sono milioni le imprese condannate a risarcire sopra 20 milioni di euro !!!). Una fra le tante imprese è Mediaset (ma guarda un pò) chiamata a risarcire la Cir di De Benedetti vista la sentenza che l'ha condannata a pagare 750 milioni per il Caso Mondadori (per chi non conoscesse la vicenda ricerchi in rete).
Nella norma della manovra si legge infatti che: ''Al codice di procedura civile sono apportate le seguenti modificazioni: a) all'articolo 283, dopo il primo comma èinserito il seguente: 'la sospensione prevista dal comma che precede e' in ogni caso concessa per condanne di ammontare superiore a dieci milioni di euro se la parte istante presta idonea cauzione'''. E, ancora: ''b) all'articolo 373, al primo comma, dopo il secondo periodo e' inserito il seguente: 'la sospensione prevista dal presente comma e' in ogni caso concessa per condanne di ammontare superiore a venti milioni di euro se la parte istante presta idonea cauzione'''.
Insomma si è alzato un coro di disappunto a cui hanno partecipato anche partiti di maggioranza e di Governo come la Lega e fatto sta che ieri sera la conferenza stampa non c'è stata (Tremonti oggi ha detto per problemi di traffico aereo e di maltempo che l'hanno costretto ad atterrare a Pisa ... ma oggi alla domanda sulla vicenda non ha di fatto voluto rispondere). Sempre ieri sera poi, il Presidente del Consiglio Berlusconi ha annunciato il ritiro della disposizione benchè la ritenesse giusta perchè finalizzata ad evitare che gli imprenditori condannati da sentenze ingiuste dovessero pagare somme a titolo di risarcimento.
Ora, ammesso che le sentenze non le può giudicarle un governo se siano giuste o sbagliate, mi dite cosa dovrebbe dire la controparte che ha subito il danno e che a seguito di sentenza si vede riconosciuto il diritto ad essere risarcito ... non ha forse diritto ad ottenerlo in uno stato di diritto, e non di vedere sospeso questo diritto. In uno stato che, di diritto dovrebbe essere, un Governo sa che la parte soccombente ha la possibilità di ricorrere in secondo e terzo grado se ritiene la sentenza ingiusta, ma ha il dovere di rispettare la sentenza che lo vede soccombente e quindi di pagare. Quindi Mediaset e Berlusconi paghino il dovuto e non cerchino scorciatoie infilate in decreti che si occupino di altro.
Insomma la questione è la clamorosa mancanza di rispetto che il Presidente del Consiglio mostra verso noi italiani e di questo dovrebbero indignarsi prima di tutti coloro che si proclamano di destra. Una presa in giro, un tentativo clamoroso di farsi i fatti propri, nella convinzione che egli ha, che tutto si misuri con il denaro, e non esista la necessità di prestare rispetto agli altri. Uno Stato, specie come il nostro che quest'anno festeggia il 150° dell'unità, si dovrebbe fondare sul rispetto reciproco e la coesione sociale, che hanno quale premessa la convinzione che non si è soli, ma si è "assieme agli altri" e non si può pensare di sistemare a proprio favore ciò che ci riguarda anche a "danno" degli altri.
La "barzelletta" raccontata secondo cui la norma voleva tutelare tutti le imprese vittime di sentenze ingiuste, se la poteva risparmiare, fa meno ridere di tutte le barzellette che Berlusconi, da sempre, racconta. Meglio sarebbe stato se si fosse fatto da parte in silenzio ed avesse sputato il topo in bocca che gli avevano scoperto. Pare di vedere proprio il gatto di pinocchio ... e la volpe? Bossi. Proprio così, perchè se da un lato c'è la vicenda della norma salva Mediaset, dall'altra c'è la questione quote latte.
Bossi pare abbia fatto arrivare alle orecchie del Cavaliere la sua contrarietà al provvedimento subito ribattezzato come una nuova legge `ad personam´.
Però non dice che, come nel predente decreto sulla stabilità, anche nella manovra pare ci sia una norma "a tutela" di quegli allevatori, che pur avendo superato le quote latte e, quindi passibili, di multe, verranno invece "salvati" da tale norma.
Anche in questo caso, dov'è il rispetto per chi non ha violato le norme? In un Paese civile prima delle norme dovrebbe esserci la lealtà a frenare comportamenti irrispettosi degli altri non li adottano a rispetto delle norme. Non si tratta qui di discutere sulla validità del sistema delle quote latte, perchè se una norma a livello europeo le prevede va rispettata. Altrimenti il paradosso è che, quando vuole il Governo ricorda il doveroso rispetto dei parametri europei, ma in altri casi "salva" coloro che non hanno rispettato proprio di altri tipi di parametri europei.
Le cifre che girano parlano di 1.870 milioni di euro per le campagne 1988/89 – 1992/93, posti a carico dell’erario. Per le campagne 1995/96 - 2008/09 l’importo pagato alla UE ammonta a 2.537 milioni di euro, di cui 2.268 sono stati imputati ai produttori. Insomma soldi pagati da tutti noi, ma che ancora non sono stati recuperati in capo a chi ha commesso l'infrazione perchè, di questi importi ne sono stati riscossi 230 e rateizzati, con la legge 119/2003, altri 346 sono in corso di versamento.
Vedremo se nella manovra è rimasta la norma che esclude il recupero coatto che Equitalia aveva iniziato ad intraprendere per riscuotere quanto dovuto da chi aveva violato le norme sulle quote latte. Se la norma non sarà stata ritirata e sarà varata, significherà che anche la Lega se ne frega della coesione sociale, del rispetto dei concittadini e che le regole sono superflue, perchè se non sono condivise si possono anche violare, ed avendo fortuna ci sarà, poi, chi farà evitare alla Lobby dei furbetti di pagare le sanzioni dovute. Saremo sempre più un Paese fondato sul denaro e sul fatto che tutto si compra, ed il rispetto degli altri lo potranno comprare anche i poveri, perchè sarà ormai una merce di scarsissimo valore.
Occorrerebbe far sentire a chi la pensa così, che c'è chi ancora crede che almeno il rispetto per gli altri è una merce tanto costosa da non aver prezzo e che neppure i ricchissimi, e quindi il Presidente del Consiglio, possono permettersi di acquistarla. Non ci prenda in giro, il rispetto ce lo deve e se vuol curare i suoi interessi, torni a fare l'imprenditore.

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