giovedì 24 ottobre 2013

La follia di non sentirsi estranei e la paura di stare a casa


La notizia, tragica, di oggi, riguarda un ragazzo italiano.
Un giovane ragazzo italiano, che potrebbe essere un nostro figlio, un nostro fratello, un nipote, cugino, amico ... ma certamente un giovane ragazzo, che come tanti, di quelli che voi conoscete, aveva scelto di andare in Inghilterra per imparare la lingua e mantenersi lavorando.
Un giovane italiano, di 19 anni che veniva dalla provincia di Lecco e che in Inghilterra  è stato aggredito ed ucciso a calci e pugni, solo perchè, per quanto si è capito, al pensiero di quelli che l'hanno ucciso "rubava il lavoro" agli inglesi ... un lavoro, quello che faceva, il cameriere, che forse neppure quelli che l'hanno assassinato avrebbero fatto.
Vero è che, dalle ultime notizie sulla vicenda, i colpevoli, nove persone, di cui 7 tra i 21 e i 30 anni ora in carcere, non sarebbero inglesi e, quindi, anche il movente non è chiaro se sia quello a sfondo razziale.
Ora. lasciando che siano le indagini di polizia a scoprire la verità, la notizia dovrebbe comunque farci riflettere proprio perchè in questi anni, anche in Italia, abbiamo sentito la stessa frase, rivolta a chi veniva da fuori, da chi era "estraneo" al nostro Paese, perchè straniero.
Scopriamo così, che se fosse vero il movente, anche noi potremmo essere visti come "estranei" persino in Inghilterra, e additati come stranieri che rubano il lavoro a chi vive in quel Paese.
Allora qual'è il punto ?
Dovremmo capire la superficialità e l'irragionevolezza, insita nell'assumere atteggiamenti ostili verso chiunque venga nel nostro Paese per lavorare.
Bisognerebbe evitare la follia di non credersi estranei, perchè altri così ci potrebbero vedere, allo stesso modo di come noi vedremmo chi entra nel nostro Paese.
Prima di far ciò, quanto meno bisognerebbe sentirsi a posto in casa propria, non aver paura di starci come invece ormai quotidianamente ci capita.
Sì perché, sarebbe opportuno che prima creassimo le condizioni per vivere bene e poter avere dignità lavorativa sociale nel nostro Paese, eliminando le forti disuguaglianza che esistono tra noi "di casa". Solo così non svilupperemmo quel pensiero folle di non accettare chi nel nostro Paese viene per vivere con quella dignità che pure a noi più non viene riconosciuta, e che lavorando, contribuisce al mantenimento della socialità.
Prima dei pensieri folli, dovremmo rimuovere la paura di stare in casa nostra, la paura di passeggiare nei nostri centri storici, senza temere aggressioni da parte di chi viene nel nostro Paese per tiranneggiare, danneggiare, sopraffare ... questi sono gli "estranei" alla socialità, quelli che non vogliono contribuire, partecipare che alla convivenza che dovremmo voler creare ... , quelli che per davvero dovrebbero essere respinti senza indugio.
Questo tutti dovremmo fare, chi in casa da sempre c'era e chi da fuori ci è venuto, per convivere. Assieme dovremmo ricostruire quella socialità che vuol dire respingere chi non accetta questo modo di con vivere.
Questo servirebbe, anche per riprendersi quella casa che era il centro storico delle nostre città, come lo era anche quello di Perugia, in cui si passeggiava a tutte le ore di notte, senza quel timore, quella paura che oggi si ha ... chi dice il contrario, cioè che pure oggi lo si può fare, lo vorrei incontrare a girare per i vicoli del centro per una volta in piena notte; sì perchè già è difficile vedercelo pure di giorno, quando al massimo, a quell'ora, dalla Fontana Maggiore al massimo arriva al Teatro Pavone.
Senza il recupero della con-vivenza tra ogni uomo di buona volontà, avremo sempre paura di stare pure nella nostra casa-Paese e la paura genera solo follia, come quella di credere che noi non si è estranei nelle altre parti del mondo.

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