lunedì 14 settembre 2009

Amore perduto (amore mai avuto)


AMORE PERDUTO (AMORE MAI AVUTO)
Da quando vidi
l'esistere di quell'isola,
che respingeva le onde
che a lei mi portavano,

mentre tornavo alla deriva
nell'immenso e desolato mare,
compresi d'esser divenuto naufrago,
il più disperato,
perché nessuno dei venti cui chiesi aiuto
mi poté riportare alla casa
che, ormai, sapevo più di non avere.

Ci ho pensato un poco, poi ho deciso per il sì. Lo specchio ha mostrato il mio viso. Ho cercato di capirne il significato, fino al momento in cui ho compreso il messaggio inviatomi dallo specchio. "Il blog se è il tuo blog, deve pur mostrare un poco di te".
Su come fare a raccontare e mostrare qualcosa di me, già avevo le dee chiare, ma mi è costato un poco decidere se farlo, dovendomi, in tal modo, mettermi un pò a nudo.
Mi piace scrivere e, quindi, perchè non pubblicare un pò alla volta sul blog i racconti, i romanzi scritti ?
Insomma, un pò come nello stile dei romanzi d'appendice. Mi son detto che si poteva fare, un pò alla volta, ci sarà tempo.

Ma per parlare di sè, vi era un mezzo certamente più rapido e diretto: riportare nei post alcune tra le poesie scritte.
Non è un qualcosa a costo zero, specie oggi in cui molti sviliscono gli scritti altrui, indicandoli privi delle qualità per essere considerati poesia. Persino la Pivano, recentemente scomparsa (e di cui tratterò in un prossimo post), aveva recentemente affermato che la catastrofe della letteratura italiana era mitigta quantomeno dai cantautori italiani, capaci di esprimere qualcosa, in un modo che poteva considerarsi poesia, mentre tutto il resto era cacca.
Una siffatta opinione riesce a smontarti in un attimo ed affievolisce qualsiasi entusiamo.
Ma il punto è che non ho la pretesa di considerarmi poeta, nè ritenere poesia ciò che ho scritto. Non ho la convinzione di aver creato qualcosa capace di trasmette a chiuque
un'emozione, una sensazione od uno stato d'animo.
Non pretendo di aver dotato il testo, di quel linguaggio universale, capace di raccontare a tutti, quel tutto racchiuso in esso.
Non le voglio chiamare poesie, quindi, ma istantanee e non voglio chiamarmi poeta, ma fotografo di emozioni e sensazioni, nella speranza che in quelle righe possa ritrovarsi almeno qualcuno, tra quelli che le leggeranno ed ancor più quelli che, conoscendomi, possano capire, anzi possano sentire, quella parte di me che conoscono o
, magari, quella situazione che con me, al di fuori di me, hanno vissuto.
Credo, quindi, di non dovermi preoccupare più di tanto e penso che nessuno debba rinunciare al piacere di scrivere
, su un foglio bianco, il proprio oggi , disegnando di fatto la propria persona. Questo resta, ancora ai tempi nostri, il modo migliore per ritrovare ogni giorno sè stessi.
Questo sicuramente pensa Signora Galadriel, il cui specchio la mia immagine ha mostrato, ma credo che ancor più lo capirà la stella del vespro Arwen.
Preso il coraggio, restando in tema di amore perduto e amore mai avuto, ho deciso,
anzi, di fare il bis.

Alba di un ritorno
Cos'è il domani ?
il non saperti,
il tuo certo partire.
Il cuore
graffiato
dalla sabbia del deserto che rimane.

Cos'è il domani ?
lo scoprire
che esisterai,
altrove, e
calpesterai
un diverso sentiero,
lontano dal mio camminare.

Cos'è il domani ?
é la ragione,
che dovrà narrare
l'impossibile sogno
al cuore,
che lo pensava reale.

Questo il domani,
non il nulla,
ma il non sapersi spiegare
un destino che ti fa incontrare
chi mai potrà restare,
chi,
ogni giorno, ha acceso
la luce dell'aurora sul tuo viso.

Te ne vai
consegnandomi la notte,
orfana anche di un rosso tramonto,
che lascerebbe sperare
nell'alba del tuo ritorno.

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