martedì 8 settembre 2009

convivere ma prima ancora vivere.


Non ho mai apprezzato la pratica del fumo. Prova ne è che, da adolescente, il massimo piacere dalla sigaretta l'ho ricavato utilizzandola solo come strumento per acrobazie (finalizzate a stupire le coetanee), allorchè mi cimentavo, sigaretta appoggiata sulle labbra, a rigirarla, senza l'ausilio delle mani, facendola entrare in bocca accesa, per poi farla tornare, allo stesso modo, in posizione di partenza, ovviamente senza averla spenta e senza essermi bruciato la lingua.
Neppure l'alcool mi ha mai attratto particolarmente, e mai, sicuramente, quale strumento per stordirmi o farmi donare una "personalità" disinibita. L'ho sempre gradito nella forma di un buon vino da cui trarre il piacere di un buon sapore.
Non per questo ho mai apprezzato le politiche paternaliste e, meglio ancora le definirei, "falsamente risolutive" di problemi reali.
Questa, è stata, fra le tante cose, l'estate in cui in due città Milano e Roma è stata vietata la vendita di alcoolici, come pure della vendita
e somministrazione dei medesimi nei camion-bar o carretti ambulanti, su aree pubbliche sprovviste di licenza di pubblico esercizio (niente panino con porchetta annaffiato da vino o birra). Altra notizia estiva il divieto di fumo nell'Isola d'Elba per gli under 16. Il tutto, nel caso di alccol e tabacco in mano ai minori, condito da salate multe comminate ai loro genitori
Cosa c'è che non va?
A parte la mancanza di logica e del rapporto causa-effetto per quanto concerne le multe comminate ai genitori, queste misure "proibizioniste" sono state presentate quali mezzi idonei a perseguire specifiche finalità. Nel caso dell'alcool si parla di misura per limitare il problema "dell'insicurezza" stradale. Pur trovando apprezzabile l'intento, ritengo che sia inadeguato lo strumento. Chi è stato giovane, cioè noi tutti (ma qualcuno evidentemente se l'è dimenticato) sa che se si vuole veramente, si trova ciò che si cerca anche se non vogliono vendertelo (a casa papà avrà pur comprato un pò di vino, qualche alcoolico o magari solo delle birre; le prendo e me le o ce le beviamo con gli amici prima iuscire). Non ritenendomi in possesso della soluzione definitiva (anche perchè credo non ne esista una, che da sola possa cosentire di risolvere il problema) credo che per rendere più sicure la strade, un importante strumento sia quello finalmente di fare come in altre realtè: togliere PER SEMPRE la patente a chi sia trovato a guidare VERAMENTE ubriaco od ancor peggio sotto effetto di droghe. Come dire, per il futuro, il tizio se vuol evitare lunghe camminate, avrà due possibilità: mezzi pubblici o farsi accompagnare da altri. Se l'aver guidato in tali condizioni ha poi provocato danni gravi a terze persone o la loro morte, la scelta, ovviamente, la farà solo dopo aver passato un pò di tempo, in meditazione, in ambienti creati apposta per queesto tipo di persona: il carcere.
Quanto invece al divieto per gli under 16 di fumare all'isola d'Elba, pare che il motivo sia l'evitare i numerosi mozziconi lasciati a terra, degradando la bellezza dell'isola. A parte che in tema di degrado ce ne sarebbe da dire, ma tale motivazione, diciamolo, fa sorridere. In primo luogo, perchè tale misura si fonda sull'assunto che gli over 16 non lascino cadere a terra i mozziconi; in secondo luogo, perchè basterebbero nell'isola sufficienti cestini per tal genere di rifiuti ed un livello almeno medio di educazione civica negl italiani.
Insomma:
- non sopporto politiche paternaliste (ognuno è libero di scegliersi il bene od il male che preferisce (con il limite di non danneggiare gli altri e, quindi, sì al divieto di fumare in locali pubblici, no al divieto di fumare in genere);
- mi irritano le politiche che cercano di convincere gli altri della propria bontà, esponendo il vessillo delle buone intenzioni e meritorie finalità (sicurezza stradale, cura dell'ambiente, ecc.), contrabbandondo come soluzioni, misure che non impattano minimamente sul problema reale.
Lasciatemi concludere con una frase attribuite a Russel http://it.wikipedia.org/wiki/Bertrand_Russell
Dopo essere sopravvissuto, all'età di 76 anni, ad un incidente aereo, oltre alla freddura regalata al giornalista che gli chiedeva cosa avesse pensato mentre si stava salvando ("che l'acqua era gelida"), affermò di avere la prova ch il fumo facesse bene e che gli aveva salvato la vita: tutte le persone morte nell'incidente si trovavano nella zona non fumatori.
Come dire, Einstein da lì a poco ci avrebbe fatto capire, in altro modo, che la realtà non è univoca ma condizionata dal punto di osservazione: il male ed il bene non hanno fonti certe in assoluto ma solo relative. La politica, spesso, non ha interesse a verificare il vero ed il falso, per farlo, da sempre, il miglior e forse unico contributo è venuto dalla logica.

Nessun commento:

Posta un commento