martedì 26 gennaio 2010

Macedonia


Iniziare rivelando il perchè di un titolo non è buona cosa per generare interesse in chi legge un qualsiasi scritto; così vale per un post. Pertanto, come più volte ho fatto, il titolo dovrebbe svelare il suo senso in modo autonomo e chi legge è chiamato in prima persona a svelare questo "mistero". Se così non fosse, comunque, rivelerò io il motivo della scelta.
Ultimi avvenimenti:
... e adesso la pubblicità.
Così facevano alcuni versi, di una nota canzone di Baglioni. Così, oggi, fa invece, sempre più spesso Brunetta. Oramai, lo si trova più spesso a (s)parlare che a fare. Sempre più di sovente lo fa recandosi a trasmissioni televisive, qualsiasi esse siano. Ogni volta che guardo una pubblicità in TV, mi vien voglia di scrivere al fabbricante del prodotto è porgli una serie di domande. Per fare solo un esempio, quando guardo la pubblicità di automobili, avrei voglia di scrivere a diverse case automobilistiche e chiedergli varie cose. Nell'ordine: vorrei sapere dove sono quelle strade in cui corrono certe auto, in cui non v'è traccia di altri veicoli, nessuna coda. Siccome poi, anch'io ho acquistato una di quelle auto pubblicizzate, alla sua Casa costruttrice vorrei chiedere, dove hanno messo quel pulsante che serve, appena usciti di casa, a trovarsi in uno di quei posti di mare, montagna o altri paradisi terrestri, in cui l'ho vista viaggiare in Tv ... io per arrivare con l'auto che ho acquistato in posti non paragonabili a quelli della Tv, ho sempre dovuto fare chilometri, file, pagare ai caselli, salire dopo attese in traghetti, ecc., ecc.
Stavolta, dopo aver visto Brunetta e sentito ciò che ha detto a Domenica In, mi venivano in mente altre domande, del tipo: ci ha preso per deficienti oppure ci crede veramente in quel che dice, perchè se è così toglietegli la TV e non fategli vedere più pubblicità, perchè ormai crede in tutto. L'ultima proposta è di intervenire sulle pensioni di anzianità per reperire risorse da destinare all'erogazione di un assegno di 500 euro per emancipare i "giovani bamboccioni". Lasciamo stare la finalità dell'assegno e la sua eventuale utilità, ma visto che la coperta, come lui dice, è troppo corta, le risorse occorre reperirle proprio dalle pensioni di anzianità? La mia controproposta: perchè non le recuperiamo dall'abolizione di almeno alcuni dei benefit di cui godono gli ex deputati e senatori (treni, cinema, aerei, ecc., ecc. gratuiti). Ammetto, non mi sono aggiornato in tema, ma ricordo che alcuni mesi fa (dopo anni ed anni in cui se ne parlava) era in via di approvazione una norma che prevedeva l'abolizione di tali benefit solo per quelli che erano EX deputati e senatori da almeno due legislature !!!! Capito, cioè io non sono più eletto, ma conservo i benefit per almeno altri due mandati elettorali nei quali io non sono rieletto. Ma se io non svolgo più alcuna funzione perchè debbo godere ancora di privilegi economici ? Ma se io vado in pensione e mi reco al mio e posto di lavoro anche solo per stare seduto al caldo, mi buttano fuori al freddo, o mi tengono ancora lì a godere dei tepori ??!!

la diplomazia
ovvero il caso Bertolaso
Guido Bertolaso, non un qualunque passante, ma il capo della Protezione Civile, intervistato per la trasmissione di Raitre, ‘In mezz’ora’, da Lucia Annunziata, e badate bene in diretta da Haiti, ha definito la giornalista fin troppo buona nel porgli la domanda se il termine ‘flop’ fosse esagerato per descrivere l’operato della macchina dei soccorsi intervenuta in aiuto dell’isola caraibica dopo il terremoto. Ha definito la situazione “Patetica”, in quanto priva di
coordinazione nell’organizzazione dei compiti. Oggi ha un pò mitigato le dichiarazioni, dicendo che si riferiva più all'ONU. Ieri, chi l'ha sentito ricorderà che parole poco dolci erano rivolte anche agli USA, accusati di avere un approccio un pò troppo "militare" e poco professionale in termini di metodologia di soccorso ed in materia di protezione civile.
Le precise parole sono state: “gli americani tendono a confondere l’intervento militare con quello di emergenza. Si viene qui si dà un po’ da mangiare, bere e il problema per loro è risolto, ma è una contraddizione se non si pongono le basi per la vita futura”

Ha aggiunto poi
: “Si viene qui con l’ansia di far bella figura davanti alle telecamere, sventolando le bandiere” ... insomma, politica e pubblicità ancora una volta come sopra, aggiungo io. .

Se ricordate sopra ho detto anche che le affermazioni di Bertolaso sono state fatte in diretta da Haiti ed ho sottolineato badate. Perchè ? Perchè le dichiarazioni un pò mitigate di oggi, sono anche conseguenze dell'intervento e delle dichiarazioni del Ministro degli Esteri
Franco Frattini, rese in volo, in un aereo che lo conduceva negli Stati Uniti (non trovandosi ad Haiti). A chi dare maggior credito a chi si trova sul posto od a chi vede le cose da una certa distanza e con il vestito della diplomazia. ? Come dire meglio credere all'auto che si guida od a quella che si vede nello spot in TV ?
Dice frattini “Il Governo italiano non si riconosce in alcune delle dichiarazioni rilasciate dal capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, sulla situazione degli aiuti ad Haiti, in particolare sul ruolo degli Usa e delle organizzazioni internazionali”.
Vi ricordate il post "Viva l'Italia" non si tratta di essere anti o pro Americani, ma le cose ed i fatti vanno raccontati, senza troppo "appiattirsi"
Intanto, per uscire dal vertice degli spot, ad Haiti la conta dei morti ha quasi superato la soglia dei 150 mila.

Il bel Paese
Così chiamano in molti l'Italia. Ed in effetti è un bel Paese, nonostante la presenza di chi vuol imporre spot alla realtà e l'ottimismo a prescindere. Cosa accade in questi giorni:
1) La campagna elettorale per le regionali (mammasantissima di tutti gli spot e propaganda) ed allora si parla della Puglia dei suoi candidati (e intanto la Puglia è una delle regioni con il più alto livello di spese per la sanità, ma per la corsa alle elezioni sono importanti i nomi non i fatti ed i problemi e le possibili soluzioni), ma c'è poi il Lazio (altra regione con livello elevatissimo della spesa sanitaria) ed il tema delle alleanze con l'UDC ed infine chiude il Nord dove Bossi dice "niente alleanze noi facciamo da soli" (da perfetto separatista ed autonomista anche in campo politico, ma dei problemi chi se ne frega).
2) riforma della giustizia, prima processo breve poi legittimo impedimento ... chi ha cause civili in corso e vuole un'accelerazione vera, ha solo una scelta: fare domanda al Presidente della Repubblica per adottare, come fanno gli artisti, uno pseudonimo ed io suggerisco Berlusconi.
3) ecc., ecc.

Insomma ecco il titolo: una gran macedonia, dove c'è un pò di tutto, tanti sapori e nessun sapore vero, ma soprattutto, quando ci viene servita, di un sola cosa possiamo esser certi: SIAMO ARRIVATI ALLA FRUTTA.

giovedì 7 gennaio 2010

L'amore vince l'odio perde

Vi ricordate Carlo Verdone con il famoso sketch "l'amore vince, il male perde":
Forse se ne sarà ricordato anche il nostro Premier, che nell'imminenza dell'aggressione di Milano ha ripetuto questa frase per più giorni, indicando nel male l'opposizione che l'odia e dichiarandosi quale personificazione del bene.
ma ormai il Premier ha recuperato la forma fisica ed è tornato al lavoro.
Così ora vi mostro un altro video, perchè possiate verificare di persona se chi fomenta l'odio stia o meno da una sola parte.
Come al solito lo specchio mostra immagine, dovete essere Voi a scoprirne il senso. Quindi guardatevi tutto questo video. Maprma leggete la mia premessa: non è intenzione dello specchio far propaganda politica a favore di un partito politico (che ha messo in rete questo video). L'avrebbe mostrato comunque, qualunque fosse il soggetto che l'avesse montato, perchè utile a per la scoperta del senso che racchiude in se, per ricordarsi che prima di parlare bisognerebbe vedersi più nel proprio "io" presente e passato e, magari, anche in quello dei propri compagni:
Non ce che dire se l'opposizione fomenta l'odio, va detto che se lo sketch di Verdone faceva ridere, oggi sembra però superato ... sì dalla realtà anche queste quattro B, Bossi, Berlusconi, Borghezio, Brunetta (si potrebbe dire la banda del B ... uco, od i (4) gatti di vicolo miracoli, eh sì, proprio i miracoli) non scherzano nel far ridere (Borghezio insuperabile ma Brunetta sta quasi alla pari) ... se non fosse che, data la realtà, c'è solo da piangere .

mercoledì 6 gennaio 2010

una, nessuna e centomila feste di natale



Ecco il post che vi avevo promesso, quello "leggero".
Inizio, però, con un ringraziamento rivolto ad un assiduo lettore del blog (il maratoneta per chi lo conosce), che ha reso possibile, in qualche modo, la sopravvivenza di questo blog e, senza voler esagerare, sicuramente, la pubblicazione odierna di questo post. E' iniziato il nuovo anno, ma il primo gennaio, dopo una certa ora, il mio computer non ne ha più voluto sapere della rete. Il maratoneta ha, però, prima individuato il problema e, poi, l'ha risolto. Qual'era ? il fatto è che l'informatica con certi suoi sistemi (operativi), a volte, ti mette davanti dei cancelli (gates in inglese, per la precisione Bill), che sembrano insuperabili ai fruitori "artigianal fai da te", come io sono. L'informatica ti appare a quel punto, materia esoterica, ergo proibita per i non eletti. Causa i predetti sistemi (operativi) instabili, sei tu a diventar più instabile e, in quei momenti, prenderesti a martellate quei cancelli che hai davanti, nella specie hardware e software .
Annuncio così (per la gioia di altri lettori del blog) che, con il prossimo acquisto, vado davvero nel proibito, il cui simbolo si sa è la mela (per dirla anche qui in inglese, apple).
Ma ora a tutti voi il post e per il maratoneta questo e la dedica speciale che rimarrà nell'archivio del blog, perchè come avevo scritto nell'ultimo post, sono gli amici, che, con la propria presenza, danno a questo cammino che è la vita, il sapore della felicità.
E' arrivata l'Epifania e come dice il proverbio "tutte le feste si porta via". Già le feste! Ognuno le ha passate a suo modo, avendo a disposizione varie tipologie alternative: cene con parenti, cenoni o balli "fuori sede familiare", soli o con gli amici, in casa, in vacanza, ecc. Ma anche a fronte di alternative più o meno standard, ciascuno di noi esce dalle feste in modo diverso, avendo vissuto esperienze simili, ma soggettivamente diverse rispetto a quelle vissute dagli altri co-festanti. Per dirla, parafrasando il titolo di un'opera di Pirandello le feste diventano così una, nessuna e centomila, dipende dal punto di vista.
Comunque, nonostante tal diversità, vi sono situazioni, che tutti più o meno abbiamo vissuto e che vado a raccontare. Unico il contesto, ovvero la Cena e riunione con parenti.
In ogni cenone "parentale" che si rispetti, la casa si divide in varie "aree sociali":
1) C'è la zona del racconto di miti, leggende e cronaca, riguardante le conoscenze varie. Questa zona , se presente, è collocata di solito nei pressi del camino acceso. E' frequentata dal matriarcato, a cui ogni anno, si aggiungono le ex giovani della famiglia (l'entrare in tale zona è di fatto un rito di iniziazione sociale e determina il passaggio dall'età giovanile a quella presenile). Quest'area è frequentata da sole donne, salvo l'avvicinamento incauto di qualche uomo, che per fare solo una battuta viene poi trascinato nelle discussioni e resoconti per non uscirne più neppure allo scoccare della mezzanotte (nascita di nostro Signore o nuovo anno che sia). Argomento tipico sono le vicende dei conoscenti, risalenti all'epoca moderna, ma si può anche arrivare a toccar vicende risalenti al mesozoico, se non al paleozoico e, raramente, al precambriano od archeozoico.
Gli argomenti tipici che sibilano fra le dentiere (che, spesso, nel momento più concitato del racconto possono anche sorvolare la stanza per finire nel piatto del panettone) sono:
- gli incidenti, partendo da quelli lievi fino a quelli cui consegue il coma farmacologico;
- le separazioni ed i divorzi, conditi dal racconto di vicende erotico sessuali, da far invidia al migliore sceneggiatore hard e che terminano con morale del tipo analisi socio-storico-culturale sulla degenerazione dei costumi dei giovani d'oggi;
- la malattie (apprezzatissime quelle che prevedono lunghe agonie). Ho sentito nonnette raccontare la vicenda clinica, con una precisione non facilmente riscontrabile nelle cartelle mediche. Ma la cosa fenomenale è che tal nonnine in una serata passavano in rassegna le vicende patologiche di almeno cinquecento soggetti, così da creare un'opera orale, che se scritta e pubblicata avrebbe, se non meritato il nobel, costituito un valido strumento statistico per la medicina moderna. Insomma le nonne hanno la competenza di un primario, la capacità di portare sfiga più di qualunque rito Vudù, sviluppando nei presenti una sindrome ipocondriaca, che li porta a richiedere il ricovero ospedaliero entro la mezzanotte, creando affollamento nei pronto soccorso, assediato da uno sbocciare di sintomatologie simil infarto, ictus istantanei, polmoniti bilaterali con dispnea profonda, sino ad incontinenza stile infante.
2) zona della bisca, dove sono presenti tutti i patriarchi ed gli adolescenti neo iniziati come accadeva per le donne, tranne i fuoriusciti di prima, che per fare una battuta sono stati fagocitati dalle matriarche nonnine, ed hanno lasciato, incautamente, incustodito il gruzzoletto sul tavolo di gioco, che al loro ritorno ovviamente è evaporato ... ma tanto la vittima non se ne accorgerà, perchè, come detto, entro la mezzanotte dopo l'ennesimo racconto patologico è stata ricoverata al policlinico fino all'Epifania.
La bisca rivela il vero ruolo e destino di ogni componente maschile del parentado. e ne costituisce metafora. Lo zio imprenditore di successo simulerà la ripetuta perdita del piatto per varie mani di sette e mezzo, a vantaggio del cognato disoccupato, che sognando la rivincita sociale punterà, in crescendo, le somme fino ad allora vinte, ritrovandosi alla fine della serata ad aver restituito tutto con gli interessi al parente membro di Confindustria, fino a dover ipotecare i prossimi sei mesi di cassa integrazione. Solo allora il parente imprenditore, con gesto magnanimo annuncerà di averlo assunto nella propria impresa, avendo, però, prima barattato la precedente ipoteca della cassa integrazione con lo stipendio, che egli, quindi, non gli erogherà ... insomma il cognato sarà uno dei tanti casi di lavoratore "disoccupato cassa integrato", mentre lo zio imprenditore passerà per il benefattore della serata, oltre che filosofo, dato che avrà, nel corso della riunione familiare, citato più volte il motto di De Cubertin (l'importante è partecipare ... altrimenti se gli altri non partecipano come si fa a vincere).
C'è poi il vero benefattore, ovvero lo sfigato al gioco, che sapendo di esser tale non gioca, ma che, in un certo momento della serata, verrà coinvolto nel gioco dal parente che, senza di lui avrebbe chiuso la serata con una pari e patta risultando così gran vincitore. Posso testimoniare, con la mia persona, del reale accadimento di siffatta vicenda. Conscio già in adolescenza della mia sfiga al gioco, in uno dei diversi incontri parentali, fui delegato al gioco da uno zio, per sostituirlo temporaneamente causa evento fisiologico. Si giocava a "bestia" ed io mi ripromisi cautela. Ma il destino "baro" veramente in quel caso, in sole due mani mi rifilo, nella prima asso e tre, nella seconda addirittura, asso, tre e re (giuro). Risultato per due turni tutti a bestia ed in due mani vinsi più di centocinquantamila lire. Potrei riprovare con i soldi miei per tutta una vita, ma non mi accadrà mai di avere la faccia che ebbe mio zio al ritorno dall'evento fisiologico: felice ma rammaricato per aver dato retta alla Marcuzzi nella lotta alla stitichezza ed aver mangiato troppa Activia, altrimenti poteva diventare milionario.
3) zona del solitario annoiato: L'area di pertinenza di questo parente è costituita da una fascia di transumanza che va dal tavolo, imbandito di torroni, panettoni, panforti, pinolate e pinocchiate, sino alla televisione. Anzi questa zona è quella in cui permane più a lungo, perchè l'annoiato tenta di vincere la noia con lo zapping. In pratica, egli passa la sera a masturbare il telecomando. Anche il televisore ne gode, prova ne è che, come ogni amante, al termine del rapporto di zapping, si possono osservare televisori che prendono a fumare. Questi parenti, se hanno il collegamento con parabola, nel giorno di San Silvestro riescono a fare 24 capodanni, uno per fuso orario, in quanto con lo zapping si collegano con ogni Paese di questo mondo. Così facendo, questi parenti dall'apparente età di ventenni, in verità è come fossero ultracentenari, vivendo ad ogni fine anno 24 nuovi anni.
4) zona mista: non si tratta di calcio, ma dell'area occupata dai dipendenti da telefonia mobile. Si parla di zona mista perchè essi si collocano in qualunque luogo ove vi sia campo. Assumono in tal modo varie posizioni, tra cui:
- statua del Perseo del Cellini (vedi link), in cui il telefonino sostituisce la testa di Medusa;
- cane da punta, cioè con la testa e metà corpo sotto il tavolo ed il sedere puntato in alto che esce da tal loco;
- stendi panni, fino a metà bacino appoggiati al davanzale dell'attico, con il resto del corpo, paurosamente, in linea parallela al piano strada con un braccio e mano allungati ancor più all'esterno, per impugnare il telefonino, in attesa di chiamata annunciata da vibrazione. Quando questa arriva, li si vede tremolare come in preda ad un attacco epilettico, incapaci di rientrare con la metà del corpo in casa, perdendo così la chiamata.
5) area occulta adulterio, che è quella ricercata da tutti quei parenti, che vivono queste riunioni familiari, in preda a crisi di astinenza, non potendo frequentare, in questi giorni, la propria amante. Tutti questi dannati, li si vede girovagare per tutte le aree prima menzionate, pronti e vigili a percepire ogni segnale di chiamata o sms.
Troppi e vari sono gli episodi da raccontare, ma alcuni meritano qualche riga:
a) caso dell'astinente privo di segnale. Cito il caso più singolare, quello di un mio cugino, coniugato, che abitava in una casa impenetrabile ad ogni segnale. Ad ogni riunione familiare, attendeva almeno un sms dalla propria amante, che abitava nello stesso quartiere. Vista l'assenza di segnale in casa, era riuscito ad addestrare il proprio cane durante le passeggiate. Il cane era ormai in grado di prendere il telefono in bocca, fare il solito giro di almeno tre minuti e tornare indietro con il telefono. Esso era stato negli anni, addestrato ad andare, via via, sempre più lontano, perchè l'sms non arrivava mai ed il cugino pensava che i tre minuti fossero pochi per sperare nell'arrivo della missiva. Alla fine, al cane era stato insegnato ad arrivare sino a casa dell'amante. Fatto è che anche l'amante aveva un cane, una tenera barboncina, che viveva nel giardino Fu così che il cane di mio cugino, impiegò sempre più tempo nel tornare ed una volta dimentico pure il cellulare nel giardino dell'amante. Insomma, gli sms non arrivavamo mai, e mentre il cugino, in quei giorni si doveva astenere dal rapporto, il suo cane trombava la barboncina a tutto tondo. Saggezza animale, che non frappongono mai nei rapporti tra simili la tecnologia, ma li vivono muso a muso;
b) l'adultero timoroso. Si tratta di quei parenti che ricevendo, invece, molti sms e chiamate dall'amante, sono costretti in quei giorni ad inserire la vibrazione. Li si vede seduti ai tavoli da gioco, davanti a tavole imbandite, con uno sguardo da incontinenti goduriosi, perchè fanno un solo errore: collocano il telefono nella tasca anteriore dei pantaloni ... e si sa la vibrazione provoca qualche fremito. In queste occasioni si vede il fisico da vero amante: i più scarsi, che soffrono di eiaculazione precoce ed oltre allo scarso successo con il parner adultero, passano queste serate inchiodati ad una seggiola, ansimando, uggiolando, in preda a sudori, dicendo a tutti di avere un'influenza intestinale, ma in verità sono, minimo, al ventesimo orgasmo. La versione femminile è costituita dalle donne dotate del dono dell'orgasmo plurimo, ma per entrambi il risultato finale è uscire da queste riunioni familiari spossati ed incapaci di rapporti sessuali per tutto il resto dell'anno. Un consiglio per i parenti: Se vi accorgete del problema e cercate di togliere il cellulare dalla tasca fate attenzione. Se il parente è ancora dotato di cellulari antiquati (ricordate quelli di dimensioni ragguardevoli) attenti a non sbagliare! una volta infilata la tasca in mano, il rischio è impugnare altro che non sia il cellulare, in tal caso sentirete continuare la vibrazione, ma il parente incrementerà in compenso l'uggiolio. Va detto che anche con i cellulari più moderni, il problema persiste, perchè confidando nella buona dotazione del parente, potreste scoprire invece la sua ridotta strumentazione sessuale. Attenzione poi al parente donna: mio zio tentò, di rispondere alla chiamata sul cellulare della cognata, senza toglierlo dalla tasca (per rispetto della privacy). Essendo il cellulare uno di quelli con sportellino, lo zio tentava di infilare le dita sulla fessurina, che crea lo sportellino, per allargarla ed aprirlo, ma lì per lì non si spiegò, perchè il cellulare continuava a vibrare, malgrado l'apertura della fessura, mentre sua cognata sembrava sempre più in preda all'estasi vibratoria. Egli disse di aver capito solo dopo molto di aver sbagliato fessura (non tutti i parenti gli hanno però creduto);
c) l'adultero coraggioso. All'opposto del precedente, questo parente non teme di rispondere alle chiamate, perchè è in grado di rispondere simulando colloqui con tutt'altra persona, celando la conversazione in atto con l'amante. Il problema è che deve fingere diversi tipi di colloquio a seconda del parente che si trova a transitare lì in quel momento. Per cui, quando passa suocero o suocera può fingere di parlare con il capo od un collega, se passa la moglie, deve subito cambiare soggetto, fingendo di parlare con il compagno di pesca, di bicicletta o altro, dato che sua moglie ben sa di avere un marito nulla facente, che non si occupa di lavoro neanche quand'è in ufficio. Così, questi soggetti sono dei veri e propri Pico della Mirandola della telefonata, quanto a competenza espressa nel corso della stessa conversazione, in cui passano, da materie quali la contabilità, allo sport, poi alle scienze, sino alla letteratura e le arti espressive e figurative in genere;
d) i semi coraggiosi ma mezzi timorosi. E' la categoria mediana delle due precedenti. Questi per le chiamate e gli sms in arrivo hanno messo la vibrazione, ma per evitare la masturbazione inconsapevole e lo sfinimento orgasmico, anticipano l'amante inviando loro gli sms. Il fatto è che il timore di essere scoperti, gli fa sbagliare la selezione della voce nella rubrica. Capita così che:
- la donna adultera, manda all'amante, l'sms che doveva mandare ad un'amica consigliera in campo culinario, testo: "avevi ragione il pesce più grande è migliore, ma per farlo entrare ho dovuto oliarlo ben bene". Al contrario, all'amica dotata nell'arte culinaria arriverà l'sms che era destinato all'amante, testo: "esprimi almeno un buon proposito per il nuovo anno: smettila di cercare di fare troppe cose che poi non ti riescono, neanche fossi un ristorante che vuol proporre chissà quale menù, ma fai cose semplici che ti riescono meglio, ed eviti così che vengano fuori solo schifezze";
- l'uomo adultero manda alla nonna l'sms che era destinato all'amante "mi manchi, ma stai tranquilla, vecchia maial ... che presto verrò a trovarti e ti tolgo poi io la ruggine accumulata in questo tempo. Al contrario, all'amante arriverà l'sms che era destinato alla nonna "spero che tu stia meglio, ho notato che l'ultima volta faticavi a muoverti e non riuscivi a stare in tutte le posizioni. Non ti abbattere ancora sei giovane, è troppo presto per darla vinta all'artrite".

Insomma, l'Epifania oggi tutte le feste ci porta via, ma per alcuni, forse è una vera liberazione.

venerdì 1 gennaio 2010

Granelli di sabbia nel mare ... buon anno.




Ero indeciso ... poi ho deciso.
E' doveroso scrivere due righe sia per la conclusione del 2009, anno che ha visto nascere questo blog, che per l'inizio del 2010, in cui suo padre spera di vederlo crescere, proprio nell'anno che gli regalerà le 40 candeline.
Ho Così rivelato, esplicitamente, qualcosa di me, la mia età. Passano gli anni e, si sa, per Frodo, portatore dell'anello, visivamente non sembrano trascorrere, ma che, invece, pesano, più che su chiunque altro, nello spirito. Tante le cose vissute, altrettante quelle che si vivono e sicuramente, in pari misura, quelle che si vivranno.
Avrei potuto tentare di fare un sunto dell'anno passato, ma di alcune vicende lo specchio ha già mostrato immagini e di altre ne mostrerà, dato che il nuovo anno non potrà che essere un continuo con quello appena trascorso. Avrei potuto esprimere considerazioni su quanto di buono e di meno buono, il 2009 ci ha portato, ma il rischio era di cadere nell' "astrologismo", finendo per formulare previsioni, come solo il peggior falso indovino riesce a fare.
Cosa scrivere allora ?
In rete viaggiano mille aforismi, poesie più o meno famose. Anche al lavoro se ne ricevono. Tra le tante, ve ne sono alcune più inflazionate di altre. Per esempio, la poesia che, quest'anno assieme ai colleghi, ho ricevuto pure dal direttore regionale dell'ente in cui lavoro: "Ti auguro Tempo" di Elli Michler. Per chi non la conoscesse e, magari inconsapevolmente, l'ha ricevuta parlo della poesia i cui versi iniziali sono: "Non ti auguro un dono qualsiasi. Ti auguro soltanto quello che i più non hanno. Ti auguro tempo per divertirti e per ridere ... " .Tra gli aforismi e le frasi note, più citate vi sono quelle di:
Schopenhauer : "La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare". Utilizzata per poi aggiungere l'augurio affinché l'anno nuovo possa essere ricco di sogni;
Wojtyla: "Non c'è speranza senza paura, né paura senza speranza." Utile per chi non ha avuto un grande 2009 e teme per il 2010 e con questa frase si fa e fa anche agli altri coraggio.
L'elenco potrebbe proseguire.
Quindi ? ho deciso di scrivere due righe, poche riflessioni su due temi: la felicità (che ognuno di noi si augura per l'anno che è iniziato) e l'amicizia (indispensabile ingrediente per dare alla vita il sapore della felicità).

In tema di felicità, non posso che citare uno dei poeti che più amo, Eugenio Montale, e la Poesia "Felicità raggiunta, si cammina", che, a mio giudizio, meglio descrive la sostanza della felicità:

Felicita' raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che si incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t'ama.

Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari, il tuo mattino
è dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
Ma nulla paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case

Non sarebbe necessario alcun commento, aggiungo però due cose:

la prima, a mo' di citazione, una frase letta tempo fa (non ricordo l'autore):
"Non è quanto si possiede, ma quanto si assapora a fare la felicità";

la seconda, è un mio pensiero, sempre in tema di felicità e del carattere di contingenza e relatività che la caratterizza:
Nel corso degli anni, marinai, esploratori si naviga per i sette mari nella bonaccia si ha tutto e tutto è superfluo; poi i mari si mostrano oceani, quale sono e, niente più abbiamo, il superfluo è ora l'indispensabile. A chi mi chiede: "sei felice ?" rispondo: "forse, lo sono. Domani potrei non esserlo, così, saprò di esserlo stato".

L'altro tema del post è quanto dedico a voi.
Per alcuni amici, o compagni di vita come amo chiamarli io, a volte, ho scritto lettere, frasi di saluto (se di addio od arrivederci non lo scoprirò mai) e, chissà, se qualcuno, leggendo questo post, ricorderà poche righe od un dialogo.
Ci sono tante metafore, che ho utilizzato per descrivere il legame tra me e loro. Tra le tante:
- l'albero e le foglie, in sintesi:
"Cresciamo come gli alberi, ogni amico è come foglia dell'albero che siamo e, grazie a loro, dell'albero che saremo ... come le foglie tra i rami, quelle vicine coprono quelle distanti, ma tutte le sua foglie l'albero conosce ... le foglie nascoste e distanti appaiono proprio al forte soffiare del vento della vita ..., tanti sono gli anni e le stagioni e tante le foglie che l'albero vede partire, ma nessuna di loro l'albero dimentica. Ti auguro, foglia, che il volo ti porti nel luogo ove tu sarai un albero forte e, forse, io, spinta dal vento, una tua foglia. Non chiederti il perchè un albero decida di scrivere ad una sua foglia, ma sappi dell'importanza che ha avuto quella foglia per quest'albero, così come è vero che ogni persona è unica, come la foglia, che sempre lascia qualcosa di sè, prendendo, poco o molto, da noi ... ogni incontro non è frutto del caso.";

- il sentiero, sempre in sintesi;
"Ci sono persone, che nella vita ci rendono felici, solo perchè ci hanno accompagnato per una parte del nostro cammino. Mai sapremo chi incrocerà, domani, il nostro cammino, come non sapemmo di quelli che, ieri, l'avrebbero incrociato.
Di ognuna non dimenticheremo il sapore, il valore e ciascuna l'abbiamo chiamata amica.
Alcune restano al nostro fianco, percorrendo la nostra stessa strada, fino a quando si allontanano, sentendo che è diverso il percorso che debbono seguire. Ma a volte, le ritroviamo accanto a noi, quando il destino decide che il loro cammino debba incrociare ancora il nostro. Altre volte, i due sentieri non si incontreranno più e la tristezza trova sollievo solo nei nostri sogni e nella memoria del cuore, dove quelle strade si incontreranno in eterno".

Oggi utilizzerò, come per il tema della felicità, il mare:

"Granelli di sabbia nella spiaggia,
dell'immenso mare della vita,
che tra le sue onde e con le sue maree
allontana i nostri compagni,
mentre di nuovi ne regala,
così che mai veramente soli siamo,
neppure nelle
buie notti di bassa marea
sotto la luce di un livida luna".

Buon anno ai lettori di questo blog, ai compagni della mia vita, ai passanti casuali, a tutti coloro che con la propria presenza, danno a questo cammino il sapore della felicità. Buon anno anche a me, non scrittore, non poeta, ma solo colui che si diletta a scrivere, regalando un po di sè, nella speranza, forse di riempire il vuoto che, altrimenti, senza scrittura sarebbe.
Buon anno, insomma a chi c'è da sempre, chi c'è stato e chi ci sarà ...
e buon anno anche a te, ultimo arrivato.