giovedì 27 dicembre 2012

Nuovo Cinema Paradiso e il mito dell'eterno ritorno


Più volte ho cercato di capire quale fosse il più bel film visto ed è sempre stato difficile esserne certo. Diverse "le pellicole" viste, vari i motivi per ritenere quel film o quell'altro il più bello tra quelli visti.
Ma proprio qualche giorno fa ho rivisto "Nuovo Cinema Paradiso".
Scrivo così dell'aneddoto di quando lo vidi per la prima volta, o meglio di quanto non lo vidi. Diciotto anni avevo e la proiezione era al cinema Lilli (solo chi è perugino da almeno venti anni lo ha frequentato): una sala cinematografica, combinazione vista la trama del film, che oggi non esiste più.
Mai, in quei giorni, avrei pensato di vedere proprio quel film in un cinema, che, di lì a qualche anno, non ci sarebbe più stato, venendosi a creare così, di fatto, un parallelo fra "realtà cinematografica" e "realtà di vita".
Ma non è solo questo il parallelo e qui, giungo al motivo per cui quel giorno il film non lo vidi. Avevo, appunto, diciotto anni, un'età in cui (forse solo ai miei tempi), ci si può innamorare, come lo si è fatto tante altre volte prima, ma per la prima volta, quella volta, si arriva a pensare o, chissà, percepire, che quella ragazza potrebbe essere la donna della propria vita. Un'età in cui si guarda indietro, ma si pensa in avanti; in cui si riflette sul futuro, immaginandolo come se fosse un presente in cui, noi, fantasticandoci ormai adulti, guardiamo al presente (che  invece in quel momento realmente viviamo), credendolo ormai il passato e lo ricordiamo con nostalgia, osservando il nostro "io" ragazzo pieno di speranze e sogni, ora che il nostro "io" adulto vive quella vita prima immaginata e già sa come è realmente andato quel futuro sognato. Insomma, un'età in cui i sogni si fondono con la realtà, facendoci immaginare la vita che sarà e che, puntualmente, è diversa da quella che, poi, oggi veramente stiamo vivendo.
Così, quel giorno, ero lì, al cinema, assieme a quella ragazza che, in quei giorni pensavo, sarebbe potuta essere la donna della mia vita e che, puntualmente, non è stata. E così non vidi granché del film, anzi ne vidi proprio poco, perché (forse solo ai miei tempi) al cinema si andava, anche per stare soli con la propria ragazza e ogni film poteva essere buono e, quel giorno a quell'ora, c'era "solo" quel film ... un film vincitore di  moltissimi premi e primo fra tutti l'oscar per il miglior film straniero ... beata e spensierata gioventù, che il Dio del cinematografo ci perdoni.
Solo qualche anno dopo, quando veramente vidi quel film compresi, cosa venne proiettato su quello schermo gigante, davanti a cui mi ero trovato, abbracciato a quella ragazza, oggi una donna, che non ho mai più rivisto, tornata, per quel che so, in Calabria. Quella donna che, forse, se leggesse queste righe, neppure saprebbe che sto scrivendo di lei ... chissà. Compresi, così qualche anno dopo, anche l'altro parallelo che quel giorno di anni prima stavo vivendo: un cinema più volte frequentato, che oggi non esiste più e una donna che in quei giorni era un grande amore, che non ho più rivisto ... certamente una realtà meno "cinematografica", ma si sa il cinema ha un potere magico superiore e la realtà pare più trita e povera, ma solo per chi non vive quelle vicende e non ne è protagonista.
Tante le chiavi di lettura che si possono dare a "Nuovo cinema Paradiso. Un film per chi non lo ha visto, che deve essere visto (questo un mio consiglio), pure nella sua lunga durata, ma che per questo va visto in silenzio, magari da soli, fino in fondo, immersi nei propri pensieri, nel proprio io profondo e con la certezza, che nel momento in cui apparirà la parola FINE, sarà sfuocata per colpa di qualche lacrima, che gonfierà i nostri occhi.
Una sceneggiatura, una storia che avrei voluto scrivere io, che avreste voluto scrivere voi, ma che per fortuna qualcuno ha scritto, Giuseppe Tornatore.
Di tutte le chiavi di lettura, mi piace ora pensare e riflettere sul concetto di eterno ritorno, il mito dell'eterno ritorno di Nietzsche. Un mito, appunto, perchè nega che la vita scompaia per sempre una volta vissuta e non ritorni; che qualsiasi avvenimento per quanto possa essere simile ad un altro già vissuto, non può essere un ritorno, perché qualcosa sarà cambiato, anche se si ripetesse all'infinito. In ogni momento che viviamo e che si è vissuto, ma anche in quelli che vivremo, c'è qualcosa di fugace ed effimero, che ci impedisce di condannarci se una scelta pare poi rivelarsi sbagliata, solo perchè non ha avuto le conseguenze volute e sperate. Quella scelta ci ha portato in un altra direzione, in cui abbiamo dovuto compiere, successivamente, un'altra scelta che stavolta ha dato i frutti cercati, ma che non avremmo potuto compiere se non avessimo prima fatto quella scelta che abbiamo giudicato sbagliata. Come si può giudicare una scelta se non sapremmo mai cosa sarebbe stato poi se avessimo scelto l'opposto: la vita non ritorna e le stesse scelte non si ripresentano una seconda volta e perciò si diventa innocenti nello scegliere, perchè prima di compierle non si sa, non si conosce. Senza il mito dell'eterno ritorno ogni scelta e ogni nostra azione perde la pesantezza della responsabilità, della necessità di ciò "che deve essere", per assumere la leggerezza della contingenza e di ciò che potrebbe essere, ma anche no.
La differenza sta nel pensare:
- che abbiamo, che portiamo, un destino, una missione e, così facendo, viaggiamo verso qualcosa che neppure conosciamo per non averlo mai vissuto prima (il matrimonio, la fama, la paternità, ecc.);
- che, invece, formiamo, creiamo, più o meno inconsciamente, un destino, vivendo con la consapevolezza che le nostre scelte non hanno pesantezza ed i fatti, le coincidenze della vita le accompagnano e le guidano in qualche modo.
Difficile diventa, però, affermare con sicurezza che la pesantezza sia una cosa giusta e la leggerezza sbagliata o l'esatto contrario. Ma, forse, e proprio questa domanda che non ha senso, perchè la vita non ritorna, ma va in avanti e solo avanti va.
Chi vedrà o ha visto il film, capirà così che non ha senso per Totò De Vita recriminare sul fatto di non aver visto quel foglio che Elena aveva lasciato nella stanza del proiettore, perchè il suo gesto iroso di averci appeso sopra un altro foglio, ha determinato la sua vita, senza però per questo aver compromesso la possibilità di rivedere Elena, anni dopo, e poter vivere quella notte di passione, che non aveva con lei mai vissuto prima e che, forse, non avrebbe vissuto se non si fossero mai persi di vista e magari si fossero sposati. Anche quello che pensiamo l'amore della nostra vita, non ha il carattere di pesantezza che gran parte della nostra società vuole attribuirgli, ma è qualcosa di più leggero, perchè non deve necessariamente essere. Il caso, la circostanza inaspettata ci parla e ci racconta molto più, perchè l'evento atteso, ciò che sapevamo doveva essere, in quanto tale, è muto e nulla ci racconta; per questo motivo la leggerezza, il non atteso, ci dona molto più: la capacità di riflettere, di meditare su un fatto che pensiamo "fortuito", sulle cosiddette coincidenze, permettendoci di vivere più intensamente "gli altri"e di non chiudersi nel proprio "io", alla perenne ricerca della costruzione del "nostro destino".
In un periodo storico, in cui ci hanno insegnato che si deve sapere cosa si vuole dalla propria vita, la negazione del mito dell'eterno ritorno e la certezza delle fugacità, dell'effimero, della linearità della vita, ci dona il sollievo della leggerezza delle scelte, perchè si vive una volta soltanto, e non potremmo confrontare il percorso che faremo con quello delle nostre vite precedenti, nè correggerlo in quelle future. 

domenica 23 dicembre 2012

Chi ha paura del lupo cattivo ? i tre porcellum


Chi tra di noi non ricorda la favola e la canzoncina "Chi ha paura del lupo cattivo ?". Anche in questo caso la si sente cantare, ma non sono i tre porcellini che la intonano, ma i tre porcellum. E si parla, quindi, di prossime elezioni e del porcellum con cui ancora voteremo, grazie al Parlamento che più fortemente di tutti ha, per tutta la legislatura, affermato di voler modificare questa legge "porcellum"  e, proprio, per questo non l'ha fatto:
perchè è un Parlamento che ha promesso di voler fare tante cose per il Paese, che poi non ha fatto; perchè è un Parlamento di nominati e che, quindi, ha fatto l'unica cosa che serviva solo a se stesso e non al Paese, cioè auto-rieleggersi ... o almeno tentare di farlo.
Sì, perché se avete notato in questi giorni c'è solo un lupo cattivo in giro, che tutti indicano con il dito, avvertendoci del pericolo: Beppe Grillo.
Le Parlamentarie non sono state una cosa democratica, l'accusa mossa al Movimento a 5 stelle; questo perché erano in rete e potevano votare solo gli iscritti, etc., etc. ... poi, per coerenza, chi accusa, cosa fa? 
- Bersani dice che farà le primarie dei candidati, insomma imita Grillo, ma non c'è ancora certezze sulle regole e sembrerebbe che possano votare solo gli iscritti, che si voti in due giorni a fine dicembre (magari il 25 e il 26 che so'), sicuramente si verserà un contributo e si parla di due euro ... insomma, criticano Grillo, ma almeno Grillo è servito a suscitare in loro un piccolo moto di orgoglio ...  e di novità. Ma piu' di tanto non ce la fanno ad innovare, troppo incrostati, perche' proprio sull'elemento novita' e rinnovamento si bloccano. Quando sembra che vada infatti, tutto bene... peccato, i vecchi vizi, non portano mai alla gioventù: infatti, sì alle primarie, ma con deroghe per alcuni che saranno comunque candidati a prescindere (e poi criticano Grillo!). Tra questi prescelti, alcuni nomi noti come la Bindi, ma anche Cesare Marini, nato nel 1938 (cioè di anni 72) che intervistato ha detto di volersi ricandidare, perchè dopo tanto tempo non può pensare di fare altro che non sia la politica ... come se la politica si facesse solo in Parlamento. Largo ai giovani, insomma!
- Berlusconi, che dichiara che non ricandiderà il 90% dei parlamentari eletti nella legislatura che sta per terminare, poi rettifica solo il 50% (forse per le elezioni scopriremo che non avrà ricandidato un 5% cioè quelli usciti dal PDL per propria volonta'). A conti fatti comunque, si può dire che almeno lui prova a intortarci, facendo il pappagallo con Grillo, che ha, lui sì invece, permesso a tutti gli iscritti di candidarsi e una volta eletti nelle Parlamentarie, di essere candidati per le elezioni politiche e diventare Deputati o Senatori. Assieme a Berlusconi cito la Lega (la strana coppia che scoppia) con lo stesso Calderoli che ha definito la sua legge elettorale un porcellum, ma che porta in discussione proposte di riforma che già sa che non verranno approvate ... così che si resti con il porcellum;
- Casini cui non va bene un premio di maggioranza, ma vuole il premietto, quello che va bene ai partiti più piccoli, perchè anche chi ha un 20% o più non possa ottenere un premio tale da fargli avere una maggioranza in Parlamento e preferisce una legge che non consenta di avere una maggioranza reale capace di sostenere un Governo, così che ci sia poi un Monti bis ... e non è un mistero che Casini vuole proprio questo.
Insomma ecco chi ha paura del lupo cattivo: i tre del "porcellum":
quei tre schieramenti politici che vogliono mantenersi, conservarsi e non vogliono il nuovo, specie quello che gli sottrarre voti o semplicemente ridurre l'astensionismo;
quelli che non vogliono che si candidino cittadini "non militanti di partito" e che intendono spendersi in prima persona e far spendere meno alla società (perchè almeno questo lo riconoscano, il Movimento 5 stelle rinunciando al finanziamento pubblico ed obbligando i propri candidati ad impegnarsi a restituire la quota dell'indennità parlamentare che supera i  5.000, ha già permesso un risparmio di risorse utilizzabili per cose concrete a favore dei cittadini se ben spesi);
quelli, che se ne fregano se non esiste più il nesso fondamentale tra cittadino-elettorale e la politica, ovvero lo scegliere la persona da delegare, preferendo la nomina di propri fidati che fanno ciò che gli viene chiesto da chi li ha nominati e non dai cittadini che li hanno eletto. Sarà così naturale che preferendo l'elezione con il porcellum, il Parlamento si possa trasformare in altro (e del resto il posto dove vivono i "porcellum" non si chiama Parlamento ma "Por...")
E ancora che chi si scandalizza per il "fuori dai coglioni" di Beppe Grillo in quanto ritenuto antidemocratico ... ma nel panorama politico italiano, cosa si vede di così tanto democratico. I partiti che abbiamo visto operare sino ad oggi, forse non dicono apertamente che ti mandano fuori dai coglioni, ma candidano chi vogliono e chi vuol stare dentro al partito stia, ma se mi sta sui cogl..., ce lo tengo, ma in ammollo.
Abbiamo poi chi come Berlusconi prima dice basta con Monti e di fatto lo induce lo stesso a dimettersi (ma non in Parlamento), subito dopo dice che se Monti riaggrega i moderati, siccome lo stima molto sta con lui ed infine, dice che fretta c'è di andare al voto (ed è lui che aveva accellerato con il basta Monti) solo perchè deve recuperare tutto il tempo che non è stato in televisione in quest'anno (Dio ce ne liberi di vederlo così tanto in Tv per tutto il tempo che ce l'abbiamo visto). E poi ditemi se Grillo non ci aveva visto lungo, quando già da anni lo ha definito lo "psico nano"
Insomma, un turbinio di contraddizioni, che giunge al culmine, con il "giallo" della ricandidatura di Monti, con la lista Monti o con un non so come chiamarlo. Insomma, tanti che, all'improvviso, stanno chiedendo un prossimo Governo Monti, ancor prima che si voti per il nuovo Parlamento.
Si assiste al ritorno di tanti e dei molti che tentano di salire sul carro, che pensano dei vincitori, per tornare in scena dopo aver detto che "io farò qui, io farò là, basta alla politica di Monti smentendo e contraddicendo le proprie dichiarazioni del giorno prima: Brunetta e Sacconi, che prima ne dicevano peste e corna ed ora sono con Monti, Pisanu che già da 40 anni è in Parlamento (cioè iniziava la carriera quando Nixon era Presidente degli Stati Uniti) e che parla di nuovo, Riccardi (Minisro per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione), che oggi rilancia l'azione politica e parla di spirito del Monti bis anche senza Monti, ma che mesi fa affermava che finita l'esperienza di Governo sarebbe tornato alla sua attività di professore ... ma è facile capire che cosa si muova dietro le sue parole, visto che Riccardi è il fondatore delle Comunità di Sant'Egidio. Insomma in movimento c'è la vera e propria potenza della Chiesa Cattolica, ma quella parte più lontana da Comunione e Liberazione, che è stata più vicina al Centrodestra.
Insomma in tanti anno paura del lupo cattivo, perchè la loro azione politica in questi anni si è dimostrata una casa di paglia, le loro idee dimore di legno e oggi si accorgono di non saper costruire una casa di mattoni.
La verità è che il lupo è cattivo solo nelle favole e sappiamo quanto nella realtà sia stato proprio il lupo una vittima e una certa politica ci ha proprio fatto male.
Questa volta non credete alle favole, non crediate che sia il lupo il cattivo, guardate la realtà e non abbiate paura del nuovo, solo perchè vi dicono che non lo conoscete: conoscete il vecchio e penso sappiate giudicarlo.

giovedì 6 dicembre 2012

Night of the Living Dead - The Return of the Living Death



"Night of the living death", il titolo di un film del 1968 diretto da George A.Romero (con tanto di remake del 1990 stesso titolo, ma diretto da Tom Savini). Il titolo italiano: "La notte dei morti viventi".
Altro film dell'orrore è "The Return of the Living Death", del 1985 diretto da Dan o'Bannon, titolo in italiano: "Il ritorno dei morti viventi".

Tutti films dell'orrore, protagonisti gli Zombie, ma soprattutto il secondo ("Il ritorno dei morti viventi") è di pari livello a quello che oggi è stato proiettato dai mass media ... Berlusconi intende di nuovo scendere in campo (così ha preannunciato Alfano che ha, invece, dato il de profundis alle primarie).

Questo il massimo del rinnovamento che il Partito delle Libertà è riuscito ad esprimere ... viva il cambiamento, viva il futuro, viva l'Italia.

Quando Berlusconi ci aveva preannunciato il suo passo indietro, per far posto al Governo Monti, ci avevamo creduto (forse), ma non avevamo capito che, invece, il suo era il solito passo indietro stile "cucù alla Merkel".

Pensavamo che finalmente anche il Partito delle libertà, avesse raggiunto il suo scopo e onorato il suo nome, appunto delle libertà e ci avesse regalato la libertà sì quella da Berlusconi; invece oggi ci dice che l'Italia torna ostaggio di Berlusconi, che con il suo diktat ha fatto astenere tutto un partito nel voto alla 
Camera ed al Senato, minacciando la crisi di Governo.

Domani Alfano salirà al Colle da Napolitano; ancora non è dato sapere se parlerà lui a braccio o avrà imparato a memoria quello che Berlusconi gli ha detto oppure, ancora leggerà quello che Berlusconi gli ha scritto o, altra ipotesi, farà ascoltare quello che Berlusconi gli ha registrato su nastro, CD audio, i-phone o simili: eh sì che è lui il segretario del Partito e che in un solo mese ha detto sì alle primarie senza indagati, poi no alle primarie, poi forse, poi sì, senza più parlare degli indagati e poi ancora no alle primarie perchè Berlusconi vuole scendere in campo perchè lui è il "detentore del titolo", quello  cioè titolato a partecipare alla sfida elettorale, in quanto di fatto "campione" in carica: pare che si parli di una sfida sportiva in cui il campione in carica deve sfidare chi vuol conquistare il titolo al suo posto ... sigh il livello politico in Italia!

Era andato in Kenya con Briatore, pensavamo si innamorasse del Paese o quel Paese s'innamorasse di lui ... non se lo sono tenuto e lui non è restato.

Così, stasera, il TG5 ha ripercorso l'ultima legislatura di Berlusconi e le precedenti, riassumendo le sue riforme (il vuoto, infatti il servizio non è durato molto). L'editoriale politico di Torlontano, al TG5 della mattina non è mai terminato e ogni tanto si è ripresentato e ora, di certo, non ci abbandonerà, ma abbonderà ... forse riusciremo a capire se è lui che lo scrive o altri, perchè a volte pare leggere e non si è capito se quando si inceppa è solo perchè non se lo ricorda o non riesce a leggerlo.

Insomma, ci avevano promesso una nuova legge elettorale: niente, ancora il porcellum che tutti avevano disprezzato.
Ci avevano promesso una nuova stagione, una svolta, un ringiovanimento, spazio ai giovani scelti dai cittadini, un ritorno alla vera politica: eccola qua promessa mantenuta, è giunto il ritorno, il ritorno dei morti viventi.

Del resto non lo dico io, che è un ritorno dei morti viventi, ma l'ha detto il Ministro Passera: "Tutto ciò che può solo fare immaginare al resto del mondo, ai nostri partner, che si torna indietro, non è un bene per l'Italia. Dobbiamo dare la sensazione che il Paese va avanti" e continua "Tutti noi sappiamo che molte cose che ha citato nel suo elenco il presidente Berlusconi vengono da dieci anni di cattiva gestione di questo Paese".

Appunto, perchè dobbiamo credere che a farci uscire da questa situazione possa essere quel passato che proprio a questo punto ci ha portato, perchè, quindi, dovremmo ritornarci.
FORZA ITALIA, stavolta non crederci!






martedì 9 ottobre 2012

passato imperfetto, futuro presente




L'avevo promesso ed è arrivata l'ora di mantenere la promessa. Nel precedente post vi avevo  preannunciato che avrei smesso di trattare temi di attualità, politici ed economici, divenuti ormai "grigi" e imperniati solo su questioni di numeri (spread, tassi di disoccupazione, contrazione di consumi).
Non so per quanto tempo riuscirò a non parlare e scrivere di attualità, ma voglio parlare di altro; sicuramente anche nei prossimi post, in qualche modo questi temi faranno capolino e anche in questo, ma saranno lo sfondo di una scena in cui spiccano in primo piano altre questioni. Quei temi saranno solo l'innesco della riflessione su questioni più importanti.
Chi vuole può rileggersi il post precedente, la splendida frase pronunciata da Robert Kennedy nel 1968. Chi lo rileggerà, ricorderà così la mia intenzione di dare alla luce una serie di post che parlino di noi dell'uomo, di cosa veramente siamo e di cosa resta di noi, in ogni tempo, in ogni era, al di là delle fasi di crisi economica o di qualsiasi altro vincolo e condizione contingente a cui gli anni in cui viviamo vorrebbero legarci, entro i quali vorrebbero imprigionarci; la sfida di fronte a noi: riuscire a liberarci ad essere noi, comunque noi, in compagnia e in piena solitudine con la nostra interiore essenza di esseri umani.
Ecco il primo di questi post, più complesso di quelli in cui si scrive di politica, di attualità, perchè qui non si può restare in superficie, non c'è la possibilità di allinearsi, di restare in fila indiana, dietro a tanti che la pensano come te.
Qui si tratta di andare a fondo, di scavare in me, in noi. Rubo una frase al film di Sorrentino, "This must be the place": il rischio è di accorgersi di avere un'età in cui non si dice più "io questa cosa la farei così," ma trovarsi a dire "è andata così". Insomma il pericolo è di scoprirsi, nel senso di rivelarsi, non tanto agli altri, ma a noi stessi.
Non è la prima volta che scrivo dei post di natura più "intimistica", in cui ho raccontato vicende che mi hanno riguardato con annesse riflessioni; uno di questi è sicuramente "L'arcobaleno" (per chi volesse rileggerlo offro il link) e ascoltando l'emozioni suscitate in chi l'ha letto, ho sentito che quel post non riguardava me, ma noi e non c'è sensazione più bella nella vita che sentire di non essere "io" e scoprirsi "noi". Anche per questo motivo voglio scrivere questi post, sperando che abbiano lo stesso positivo riscontro.
Allora iniziamo: parliamo di movimento: mi piace osservare come si muovono le persone. Nelle donne mi piace vedere la postura del loro corpo, mentre camminano. Sospetto che in ciò ci sia anche un istinto di base, un aspetto inconscio di origine sessuale. Se però vi dico che mi piace osservare il movimento anche negli uomini, non dubitate delle mie inclinazioni sessuali, ma sappiate che dietro questa curiosità c'è altro, una riflessione, che va al di là del concetto cinetico del movimento e arriva all'aspetto metaforico e al significato che attribuisco al movimento. Mi capita spesso, di restare, come dire, affascinato mentre osservo certe persone camminare e mi scopro inconsciamente intento a guardarle, con la stessa inversa intensità con cui sposto altrove lo sguardo, quando ne incrocio altre, anch'esse in movimento. Ho cercato di capire quale fosse la differenza tra i due generi di persone. Le prime, quelle che mi ritrovo ad osservare, non si muovono condizionate da ciò che materialmente le circonda, ma vanno verso una direzione, un progetto, un'idea. Queste persone sono tutt'uno con il loro movimento, non si muovono perchè intorno a loro c'è un certo ambiente, ma perchè sanno in quale direzione andare e quel loro andare e la loro direzione, la metà, sono così combinati tra loro, al punto che queste persone non appaiono disgregate, come accade a chi si muove solo in funzione di ciò che lo circonda senza sapere perchè prende una certa direzione.
La differenza tra questi due generi di persone, è l'aver o meno scoperto il proprio compito, l'obiettivo della loro esistenza, che perseguono senza essere distratti da ciò che li circonda e che potrebbe portarle fuori direzione, complicandogli l'esistenza.
E' questo ciò che dovremmo fare sempre: andare, sapendo ciò che siamo chiamati a fare; è in tal modo che non avremmo più timore della morte, perchè anche quando la morte ci sbarrerà il cammino, sapremmo che nel frattempo stiamo costruendo, non distruggendo. Chi cammina in funzione delle cose che lo circondano, senza sapere il perchè di una direzione presa, non sta che aspettando la morte, che incontrerà inevitabilmente, lungo un cammino che non ha scelto, senza sapere il motivo per cui lo sta percorrendo. E' la differenza tra "stare" ed "esserci", tipica di quest'epoca, in cui si va verso qualcosa e non si è mai in quel luogo verso cui si va.
La paura del futuro non è che il timore del presente, perchè è in esso che non sappiamo costruire, sperando utopisticamente di riuscirci nel futuro, ma il domani è già oggi. Vivere un passato imperfetto significa non riuscire ad afferrare un futuro che è già presente.

martedì 24 luglio 2012

Precaria mobilità, stabile immutabilità


Fa una certa impressione vedere la data di creazione dell'ultimo post che ho pubblicato sul mio blog (febbraio). Fa ancora più impressione, sapendo che non è quella la data in cui ho smesso di scrivere, ma solo quella in cui ho smesso di pubblicare. Infatti, ho creato molti e vari altri post dopo quello, ma tutti sono rimasti nel "cassetto". Diversi e vari anche i motivi per cui non li ho pubblicati: a volte perchè, non mi sembravano completi, altre perchè avevano come tema, questioni di attualità e, negli ultimi tempi, l'attualità appariva "grigia" e senza stimoli, incentrata solo su questioni economiche finanziarie (lo spread !!!) od aspetti che se contenevano aspetti sociali, il dibattito che ruotava attorno, ne svuotava, immancabilmente i contenuti (stabilità del lavoro e più ampia libertà di licenziare, risparmio della spesa, recessione e stimolo dei consumi).
Insomma sotto la cenere bruciava la solita mia passione per i temi sociali, filosofici, per la voglia di un ritorno all'umanesimo, che pare sbiadito da tempo, in quest'era dell'acquario che viviamo, che invece dovrebbe portare l'uomo alla riscoperta della propria essenza.
E' per questo motivo, con questa consapevolezza interiore che torno a scrivere e pubblicare, promettendo una serie di post, che traggano solo spunto dai fatti di attualità, ma ne ricavano solo lo stimolo per coglierne gli aspetti più vicini a noi, meno freddamente economici e politici, non disdegnando poi la vena umoristica e caricaturale, di cui tanto sento il bisogno (per crederlo basta leggere, fatelo, la sezione del post Autoironia caricaturale).
Fine della premessa e inizio del post, citando una frase: "Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow Jones né i successi del Paese sulla base del Prodotto Interno Lordo. Il PIL comprende l’inquinamento dell’aria, la pubblicità delle sigarette, le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine del fine settimana… Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari. Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione e della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia e la solidità dei valori familiari. Non tiene conto della giustizia dei nostri tribunali, né dell’equità dei rapporti fra noi. Non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio né la nostra saggezza né la nostra conoscenza né la nostra compassione. Misura tutto, eccetto ciò che rende la vita degna di essere vissuta".
Non so quanti di voi saprebbero dirmi a chi appartengono queste parole, chi le ha pronunciate.
Potrebbe essere un indovinello, ma se vi dicessi che sono state pronunciate nel 1968, appare certo il fatto che sono, oggi, ancor più attuali rispetto a pochi anni fa, vista la situazione che viviamo. Ogni giorno si parla di borsa, di spread, di recessione, di decremento del PIL. Ma tutti questi aspetti cosa vogliono veramente dire per noi, quale è il loro reale impatto sulle nostre vita ?
Le parole citate, sono state pronunciate da Robert Kennedy in un suo discorso tenuto in un anno, che non passa inosservato: il 1968.
Anni lontani, così sembrano, ma chi, come me ancora bambino, ha vissuto gli anni '70, non sembrano così lontani: ripensando al blocco della circolazione delle auto, dopo le targhe alterne, causa shock petrolifero, e ricordando le domeniche in cui si andava in gita a piedi, poco fuori Perugia (lo era allora fuori città) e parlo della pineta di Lacugnano. Sono anni, non così estranei, ripensando, oggi, a quanto meno si aveva: niente TV via satellite, e neanche quella a colori; niente gas metano, ma stufe a kerosene e legna; niente telefonini e reperibilità costante, ma scarsa mobilità e precaria rintracciabilità ... e potrei continuare.
Si aveva meno, ma si viveva lo stesso; meglio ? non so, ma di certo la crisi faceva meno paura e ciò, sicuramente, perchè si cadeva da meno in alto. Oggi, anche chi come me ha vissuto e ricorda quegli anni, la crisi spaventa, perchè si ha molto più da perdere e quegli stili di vita sembrano invivibili ... figuriamoci spiegarlo ai nostri figli che nemmeno sanno più come funziona un telefono a gettoni, e si annoiano se li lasci in mezzo ad una campagna senza il Nintendo (magari 3DS).
 Ecco di cosa voglio parlare nei prossimi post: di quello che eravamo e di quello che siamo, perchè sempre di uomini si parla, che vivano oggi o siano vissuti alla fine degli anni '60. Vorrei parlare e capire se siamo cambiati, in cosa lo siamo e, viceversa, del nostro intimo e della nostra essenza di uomini, delle nostre esigenze cosa è rimasto. Vorrei capire con voi se questi anni di crisi che viviamo, non provochino effetti negativi, diciamo solo "apparenti", indotti dall'esterno, dal modo in cui in questi decenni ci hanno educato alla vita, ma che in realtà, non possono toccare o profondamente intaccare il nostro essere uomini, al di fuori e a prescindere dal tempo che viviamo.
Questo il mio intento, vedremo se riuscirò a concretizzarlo: un bocca al lupo a me e un augurio che ciò accada, perchè ne trarremo un beneficio entrambi, io che scriverò, voi che leggerete.

martedì 7 febbraio 2012

Il prevedibile imprevisto


Avevo già pronti due post per ricominciare a pubblicare sul blog, ma se non lo faccio al momento, l'attualità mi ruba il tempo e, così, mi trovo a scriverne e pubblicarne uno ancor prima degli altri. Il titolo già dovrebbe suggerire l'argomento. La neve a Roma, la polemica che il Sindaco Alemanno ha sollevato nei confronti della Protezione civile. Cercherò di essere breve. In questi giorni, tutti noi abbiamo visto mille immagini e sentito altrettanto notizie. Abbiamo visto paesi seppelliti dalla neve sentito notizie di treni bloccati e case senza luce ed energia elettrica. Al cospetto di tanto, la "questione romana" potrebbe apparire poca cosa con i suoi circa 20 cm. Ma Roma è una città grande e abitata nel 2011 da circa 2,8 - 3 milioni di abitanti, così dicono le stime ufficiali. Quindi, una città del genere, che vede poche volte la neve, può trovarsi in difficoltà. Ma anche per questo è più clamorosa ancora la polemica sollevata dal Sindaco Alemanno, che con l'intento di difendersi, in modo intempestivo, nel pieno dell'emergenza è apparso su televisioni e giornali per dire che lui non "ha nessuna colpa". Ora già dire ciò è molto, allorchè avrebbe potuto almeno dire che la colpa non è solo sua, in quanto il Sindaco di una città in questi casi, anche solo per la carica che riveste, non può non avere una parte di colpa.
Il peggio è che per difendersi ha attaccato la Protezione Civile, dicendo che è diventata un passacarte. Subito ha preso le sue difese anche Angelino Alfano, segretario del PDL, ovvero il maggior Partito di quel Governo che proprio nel 2011 con specifica legge ha depotenziato quella Protezione Civile, che Alemanno, esponente anche lui del PDL, accusa di scarsa funzionalità affermando che è stata depotenziata, e sollecitando un ritorno al vecchio modello, quello dei tempi di Bertolasiana memoria, ovvero quelli che hanno indotto il governo Berlusconi ha legiferare il citato depotenziamento. Insomma, il paradosso del paradosso: chi fa il danno, accusa poi il danneggiato di essere un danneggiato e di non riuscire a fare ciò in cui riusciva prima di venire, dall'accusatore stesso, danneggiato.
Ma la questione non è questa, perchè, tra l'altro, personalmente non ho nostalgia dell'epoca di Bertolaso, in cui per fare cose ordinarie (interventi in musei, organizzazione del G8, ecc.) le si etichettavano come situazioni di emergenza, per poter affidare alla Protezione Civile l'intervento, così da operare con procedure straordinarie meno lente e farraginose.
La questione è che ci sono regole precise:
1) nel momento dell'emergenza si cerca di provvedere per porre rimedio e questo il Sindaco per prima cosa deve fare, e non andare, proprio in quel momento, a polemizzare in TV e incolpare solo gli altri non assumendosi colpe, in un gioco di scarica barile, invocando la solita italiana commissione d'inchiesta;
2) si deve essere lucidi e non raccontare, ad esempio di aver dormito poco nella notte di venerdì perchè si è avuto dubbi su scelte prese, quali quelle di aver voluto tenere aperte le scuole, di non aver imposto l'uso delle catene specie ai mezzi pubblici. Sono proprio queste scelte su tali questioni, che fanno capire che il Sindaco non ha saputo affrontare la situazione o non ha capito cosa poteva accadere. Insomma Roma era in pieno inverno ed il suo Sindaco era mentalmente a ferragosto;
3) infine, in questi casi non si può accusare la Protezione Civile di non aver rappresentato bene quello che sarebbe potuto accadere, di non aver saputo rappresentare la previsione. Ecco il motivo del titolo del post: ma come si può pretendere di prevedere l'imprevedibile? A quale dettaglio di previsione si riferisce Alemanno ? cerca degli indovini? Un fenomeno del genere è stato prospettato come probabile con un certo grado di possibilità e Alemanno si è lamentato dei millimetri che erano stati indicati nelle previsioni. Il compito del Sindaco, di fronte ad una allerta, è quello di creare un sistema di procedure da eseguire in casi come questi a prescindere dal millimetro più o in meno; ha il compito di creare un'organizzazione che operi in quei momenti, chiedendo collaborazione ad altre istituzioni e soggetti pubblici e privati (vigili del fuoco, aziende di trasporto, volontari, ecc.) con cui condividere responsabilità, meriti ed eventuali colpe. Invece lui si è voluto chiamare fuori, solo di ciò pareva preoccupato nell'emergenza (in Italia pare ci sia solo questa e mai l'ordinario e gli interventi previsionali).
E poi un'ultima nota: nei giorni precedenti si è parlato tanto di taxi, di licenze e liberalizzazioni e proprio Alemanno ha difeso (anche durante il governo in cui ministro delle attività produttive era Bersani), i taxisti, osteggiando ogni evoluzione più o meno riconoscibile come liberalizzazione. Un tabù è ed è stato parlare di aumento delle licenze. Nei momenti della bufera di neve, erano pochi o introvabili i mezzi pubblici (non dotati e non obbligati dal Sindaco a montare catene), ma neppure i taxi erano merce meno rara (neppure loro obbligati a montare le catene) ed allora in quei momenti qualcuno ha rimpianto una qualsiasi specie di maggior concorrenza, un maggior numero di licenze, ha rimpianto di non trovare un taxi e dover andare a piedi, avrebbe preferito una qualsiasi tipologia di liberalizzazione su cui salire sino a casa..
Comunque se ancora adesso pensate che Alemanno sia difendibile, godetevi questo video spassosissimo tratto dal blog della Sora Cesira.

Alemanno- La Sora Cesira from sora cesira on Vimeo.