sabato 1 gennaio 2011

Ben ritrovati granelli di sabbia ... nel mare














Su questo blog non vi è un post scritto per il primo anniversario dalla sua nascita (che cade l'otto del mese di luglio), ma vi è un post per salutare chi lo frequenta e, spero con piacere, coloro che ne leggono i contenuti. Così rinnovando la tradizione, scrivo un post che segue quello scritto l'anno scorso. Il saluto al nuovo anno che fu, il 2010, l'ho dato con un post dal titolo "granelli di sabbia nel mare ... buon anno" (link per chi volesse rileggerlo). Dico la verità, rileggendolo l'ho trovato un bel post, così ne ho tratto spunto, quantomeno nel titolo. Quel post lo scrissi per auspicare nel nuovo anno la crescita del blog e per un augurio ed un ringraziamento a voi, in mille modi diversi, compagni della vita, mare immenso, in cui voi, come me, siete immersi, piccoli granelli di sabbia, che, a volte, perdo di vista, risucchiati dal mare ed altre, ritrovo adagiati dall'onda, sulla stessa spiaggia, nel momento della risacca.
Quel post alla fine, conteneva la riflessione su due temi: l'amicizia e la felicità.
Questo post, invece, vorrei riuscisse anche solo a stimolare un pensiero sulla vita, dato che contenerlo sarebbe un compito arduo, per l'immensità di un simile tema e la vastità di meditazioni e concettualizzazione che ha suscitato in ogni essere umano.
Parto proprio da queste. Anzi costruisco il post proprio con le citazioni recuperate in questi giorni, dedicati a ricercare frasi e massime: sia quelle nei libri letti, che quelle conservate nella memoria. Insomma, giorni passati a spolverare sia la biblioteca che l'anima, troppe volte intasata dalla polvere dei giorni.
In molti, hanno descritto la vita come un viaggio. Un concetto che è caro, soprattutto, a coloro che si definiscono agnostici, i quali pur sospendendo il giudizio sulla vita, come su tutte le cose su cui non si ha sufficiente conoscenza, avvertono, proprio per questo, la vita come un viaggio che non ha meta precisa, anzi che non deve averla, dato che il suo significato sta proprio e solo nel viverla.
L'immagine che, invece, suscita in me la vita, è quella di un albero e del suo esistere lungo il corso delle diverse stagioni. La sensazione è quella di essere, come tutti, una foglia, in primavera affacciata alla vita, nel pieno del suo vigore in estate, ma piena di bellezza anche in autunno, persino quando piena di colore cade a terra, con il timore della fine, ma che tale non è, se è vero come è, che dopo il freddo inverno, la vita torna nell'albero, esso stesso vita, accresciuta dai piccoli rametti che, noi foglie abbiamo alimentato prima del declino autunnale.
Prescindendo dalle proprie e personalissime visioni del senso della vita, una cosa sicura e certa e che, ad ogni nuovo anno, ciascuno augura a sè e agli altri il meglio. A volte, nei casi in cui il vecchio anno non sia stato poi veramente da buttare, c'è anche il timore di rimpiangere il passato.
Insomma quello che traspare è un continuo pensiero dell'incertezza e sull'equilibrio tra gioie e dolori.
In diversi (anche qualcuno di quelli che leggono questo post) hanno pensato che l'aver dovuto vivere un dolore abbia trovato la sua ragione nel riuscire a godere e comprendere appieno la gioia che poi è arrivata, grazie a nuove vicende di vita.
Questo, però, vale per quelli che hanno trovato la felicità dopo la tristezza. Più difficile è far credere corretto e veritiero un tal pensiero, a chi, dopo l'amarezza, non ha ritrovato ancora la dolcezza.
Vagli a spiegare e, addirittura, fagli condividere quanto sostenuto da Elbert Green Hubbard, filosofo e scrittore statunitense: "Se stai soffrendo, ringrazia Dio. E' un segno certo che stai vivendo."
Un pensiero profondamente cristiano, a cui però, ammetto, non riesco a credere. Mentre si soffre, se si cerca Dio è per chiedergli, quantomeno conforto, con la preghiera di porre termine alla sofferenza. Non da molto sollievo comprendere che il soffrire è la prova che si vive.
Senza volere naufragare in mezzo al tema della sofferenza (nelle sue accezioni fisiche e spirituali), un approfondimento lo si può dedicare alla felicità, di certo un obiettivo che tutti ci poniamo. Come e dove ricercarla ?
In tema, passando dagli Stati Uniti alla Russia, vi regalo due citazioni :
- "Il segreto della felicità non è di far sempre ciò che si vuole, ma di voler sempre ciò che si fa." (L. Tolstoj);
- "Il segreto dell'esistenza umana non sta soltanto nel vivere, ma anche nel sapere per che cosa si vive" (F. Dostoievski).
Insomma, due aforismi che ci invitano a ricercare la felicità in noi stessi, in ciò che siamo e che nel più profondo sentiamo di dover fare.
Si potrebbe muovere una critica a questo concetto: l'eccessivo egocentrismo.
Per tale motivo, allora, prima vi porgo un aforisma, che è ancora più impregnato di egosimo, ma in maniera leggera, grazie alla sagacità di Woody Allen: "Il denaro non dà la felicità. Figuriamoci la miseria."
Per controbilanciare, fornisco, poi il pensiero di un uomo certamente sopra la media, Einstein: "Soltanto una vita vissuta per gli altri è una vita che vale la pena vivere".
E qui entriamo nell'altro tema contenuto nel post dell'anno passato: l'amicizia.
Anche in questo caso per non andare alla deriva seguendo quest'argomento, riporto sue soli citazioni.
Se da un lato Cicerone affermava che "La vita senza l'amicizia è nulla", la frase che maggiormente mi piace è quella di Camus: "Quello che conta tra amici non è ciò che si dice, ma quello che non occorre dire." Una frase che coglie pienamente il senso dell'amicizia per come io la intendo: complicità, simpatia, affezione, nel senso etimologico di queste parole. Ma del tema ne riparlerò in un prossimo post.
Tornando al significato della vita, alla visione che ciascuno ne ha, agli obiettivi che si pone nel corso dell'esistenza per dargli un contenuto, penso sia utile citare il pensiero di John Lennon: "La vita è quello che ti succede mentre sei impegnato a fare altri progetti".
Il che ci ricorda che non su tutto possiamo e, anzi, su molto la vità può nei nostri confronti. La vita non siamo noi, ma noi siamo in Lei e Lei è in noi. Come dire, il mondo non gira attorno a noi, ma noi giriamo con il mondo.
Così, proprio nel girovagare in cerca di un senso, spesso accade ciò che sostiene lo scrittore canadese Moore: "Un uomo gira tutto il mondo in cerca di quello che gli occorre, poi torna a casa e lo trova." Una frase che mi riporta alla mente il libro di Coelho "L'alchimista" (consiglio vivamente, a chi non l'abbia fatto di leggerlo).
In termini, diciamo più "statunitensi" (stile self made man) si può citare lo scrittore James Oppenheim: "Lo sciocco cerca la felicità lontano, il saggio la fa crescere ai suoi piedi."
Ma in fondo la reale e forse banale verità sta nel pensiero di Kierkegaard: "la vita si può capire solo all'indietro, ma si vive in avanti", o come sostiene Mark Twain: "La vita sarebbe infinitamente più felice se nascessimo a 80 anni e gradualmente ci avvicinassimo ai 18."
Aggiungo io: non ci importerebbe poi molto della riforma del sistema pensionistico e ci godremmo maggiormente i frutti di una vita di lavoro.Volendo fare una sintesi: Oggi tutti sembriamo occupatissimi a ricercare la felicità. Non ho ancora capito se siano più quelli che non sanno dove trovarla o quelli che affermano di saperlo, ma che non riescono lo stesso a trovarla. Sono convinto. però, che, spesso mentre ci affanniamo a ricercare la felicità in "posti esotici" distanti e differenti da noi, finiamo per scoprire di aver viaggiato inutilmente tanto lontano ed aver sottratto tempo al godimento della felicità che era ai nostri piedi.
Se poi ci insegnano a seguire le nostre passioni, ambizioni, a perseguire obiettivi concreti, la vita, a volte, ci ricorda che non siamo noi da soli ad imporre a Lei il futuro. Mentre siamo intenti nel progettare, la vita "succede, accade". Comprendiamo così due cose:
- che la vita va avanti e noi ne cogliamo il senso solo osservando ciò che lasciamo alle spalle; ma le scelte si fanno solo una volta, e mai la stessa opzione si prospetta identicamente la seconda, è per questo che dobbiamo ricordare che non si sbaglia nel decidere in un modo piuttosto che in un altro;
- che noi da soli non ci bastiamo. Si vive per gli altri, perchè la nostra identità si rivela negli altri, allo stesso modo in cui la nostra immagine si riflette nello specchio. Solo l'esistenza degli altri, rende concreto il nostro vivere.
Comprendo ancora una volta, la vostra importanza. Senza di voi questo blog non avrebbe senso, anche lo specchio ha bisogno di una immagine riflessa.
Bentornati alla spiaggia, piccoli granelli di sabbia, nel breve tempo della risacca, attendiamo che l'onda di un nuovo anno ci riporti al mare per scoprire cosa vi troveremo.

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