lunedì 31 gennaio 2011

La vita segreta delle api


Proprio qualche giorno fa, un amico, lettore del blog, mi chiedeva spiegazioni sul nome che gli avevo dato: "Specchio di Galadriel".
Ricordando che lo "Specchio di Galadriel" è, diciamo, un oggetto presente nel romanzo "Il signore degli anelli", potreste pensare che io sia uno dei tanti fissati, adoratori, etc. etc., di tale racconto. Conosco il libro, prima ancora che ne uscisse la trasposizione cinematografica (il libro è sempre il libro) e seppure mi piaccia, ho deciso di chiedergli in prestito "lo specchio", non per un maniacale e sconsiderato amore verso il romanzo, ma a ragione della frase con cui Galadriel (una delle regine degli Elfi) lo presenta a Frodo. La frase, è quella che trovate sotto il titolo del blog: "Molte cose domando allo Specchio di rivelare ... lo Specchio può anche spontaneamente mostrare delle immagini ... più strane e utili di quelle che ... desideriamo vedere ... nemmeno il più saggio può sapere". Domanda quindi Frofo "Mi consigli tu di guardare?" risponde Galadriel "No, io non ti consiglio né l’una né l’altra cosa. Vedere è al tempo stesso un bene e un pericolo".
Per maggiori approfondimenti, rimando al post con cui diedi il battesimo al blog e, magari, mi riservo un altro post per dare più spiegazioni sul titolo e l'essenza del blog, anche se credo che dovrebbe essere chiari gli intenti di ogni post ch'esso contiene.
Spero, poi, che si renda evidente, anche, l'idea generatrice e la finalità del presente post che muove da due immagini che lo specchio mi ha mostrato: un libro letto ed una frase attribuita ad Einstein.
Insomma voglio fornirvi solo un punto di osservazione ... che dire spetta poi a voi voler "vedere"concetto cui è poi arrivato anche Cameron Diaz in Avatar). Io, nè vi consiglio ciò, nè faccio il contrario, sapendo che "vedere" è, al tempo stesso, un bene e un pericolo.
Cerchiamo allora oggi di "vedere" cos'è l'uomo rispetto al mondo, all'ambiente in cui vive.
Nel periodo delle festività natalizie, mi è capitato di leggere un libro intitolato "La vita segreta delle Api" scritto da un'autrice Statunitense ed ambientato nel South Carolina, nel periodo in cui si avvia il processo di integrazione razziale, epoca di forte discriminazione nei confronti dei "negri". Un gradevole racconto che tratta di una questione personale (una figlia, l'assenza di una madre morta tragicamente), ambientata in un contesto storico geografico di notevole interesse, che tratta e tiene sullo sfondo anche la vita delle api.
Qualche tempo dopo, mi è, poi, capitato di leggere un articolo sulla moria delle api e mi sono ricordato di una frase famosa che è stata attribuita ad Einstein: "Se un giorno le api dovessero scomparire, all'uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita".
Un fenomeno quello della moria delle api, che alcuni ritengono, abbia raggiunto proporzioni catastrofiche negli Stati Uniti, dove l'entità della moria - con punte del 60-70% - ha allarmato gli apicoltori e gli agricoltori.
Quanto ad Einstein o presunto tale, invece, la frase che parrebbe esagerata, assurda: l'uomo destinato ad estinguersi, se dovessero morire tutte le api !?!?!.
Eppure questa ipotesi che pare incredibile, nasconde una verità, se si pensa che circa il 60-70% del cibo che mangiamo, proviene da piante impollinate dalle api. Quindi, senza di esse, certamente, se non l'estinzione si rischia una drastica riduzione del menù e, comunque, la frase attribuita ad Einstein, può considerarsi fondata, se si pensa che oltre alle piante impollinate che originano circa 2/3 dei nostri alimenti, ve ne sono altre, anch'esse impollinate, fonte di alimento per gli animali di cui ci cibiamo e comunque necessarie per la conservazione della vita nel pianeta.
In ogni caso, assolutamente o parzialmente fondata che sia, quella frase nasconde una sicura rivelazione, per noi uomini che viviamo in quest'epoca: il nostro triste egocentrismo, il nostro stile di vita fondato su un concetto "autarchico" della nostra esistenza, ci ha, ormai, convinto a torto di poter governare noi e da soli l'intera nostra esistenza.
Siamo così convinti di non dipendere da nulla, tanto da pensare che la vita è al nostro servizio e sia una cosa dovuta, che non occorre conservare e custodire. Siamo così "chiusi" in noi stessi, da non sentirci parte di un sistema, di cui siamo uno dei frutti e non la causa e l'unico motore.
Un essere così piccolo, da apparire per molti insignificanti e, a volte, pure fastidioso, si rivela per noi determinante.
E' la scoperta di come la nostra esistenza sia fatta di piccole cose, anzi, di come siano proprio queste a darci l'esistenza.
Le api, che molto ci insegnano in tema di socialità, rispetto per gli altri, concezione della comunità che, prioritariamente, viene prima del singolo, senza di cui il singolo nulla sarebbe, ci ricordano anche che la vita non sono le artificiosità che creiamo per scandire le nostre giornate, ma l'esistenza dell'uomo è una galassia costellata da milioni di piccole stelle, tutte uniche ed indispensabile per garantire l'esistenza della galassie, seppur minuscole rispetto alla vastità della galassia stessa.
E forse giunta l'ora, nel terzo millennio, di riscoprire le nostre radici, il nostro ruolo in questo pianeta. E' giunto il momento di ristabilire il corretto equilibrio e rapporto con la nostra casa e la nostra madre e con gli esseri viventi, che sono, come noi, parte di essa, ognuna indispensabile per l'esistenza del tutto, nonostante ai nostri occhi superbi ci appaiano sotto una veste di preconcetta inutilità.

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