lunedì 2 novembre 2009

La Poesia



Questa estate la morte della Pivano, ieri quella di Alda Merini. Non so quanti prima di ieri la conoscessero o meglio non la conoscessero realmente.
Oggi, sulla rete e su facebook in particolare, è tutto un fiorire di post e commenti, ma non so, fino a ieri, quanti avessero letto qualcosa scritto da Alda Merini.
Oggi, ci sono tanti che, sempre, in rete, provano a darci una definizione di poesia, a farci comprendere cosa essa sia e ... naturalmente non ci riescono. Citano frasi ed aforismi per asserire che attualmente pochi sono i poeti in circolazione e molto di quello che viene scritto non può considerarsi poesia. Altri fanno riferimento allo sviluppo storico della poetica, parlando di destrutturalismo (senza sapere che si è sviluppato, peraltro, negli stessi anni in cui matura proprio lo strutturalismo in psicologia, linguistica ed in antropologia), passaggio dalle costrizioni meccanicistiche alla libertà della forma.
Provano a spiegarci cosa sia poesia e cosa non lo sia, ma, naturalmente, non ci riescono, proprio perchè, a prescindere, di "cosa sia poesia" o "chi sia un poeta", dimostrano nel loro sforzo di non avere quella sensibilità che spinge a tacere ed ascoltare, o meglio leggere, quanto gli altri hanno scritto, senza giudizi e pregiudizi. Chi vive il proprio tempo, difficilmente riesce a comprendere i fenomeni con cui convive e diventa sterile trattare il tema "poesia" per classificarla, definirla e voler "attestare" il fenomeno poeta-poesia.
Dobbiamo discutere se la poesia sia quella che combina valore semantico della parola, con il suo aspetto onomatopeico o con l'effetto che essa produce nell'intera costruzione, riuscendo a superare il conscio del lettore, per imprimersi nello strato più profondo del suo inconscio ?
Poeta è, invece, colui che sa costruire qualcosa che sia rispettoso delle regole linguistiche/letterarie ? Credo che occorre avere maggior sensibilità, apertura ed inclinazione ricettiva nell'ascoltare e leggere il prodotto degli altri, senza arrogarsi il diritto di (pre)giudicare od attribuendosi la capacità di saperlo fare.
Credo che neppure alla Pivano, ben più dotata di questi commentatori, possa essere riconosciuta, a pieno titolo, la possibilità/capacità di "sentenziare" in merito all'inesistenza quasi assoluta di poeti contemporanei (ad eccezione di alcuni cantautori).
Per questo, io mi limito a sentire e, pertanto, a leggere quello che altri scrivono, cercando di comprendere cosa li abbia spinti a farlo (senza giudicarne qualità o capacità) e ne apprezzo, comunque, il risultato (meglio uno in più che sente e scrive anche tecnicamente non bene, che uno in più che resta in silenzio in questa civiltà moderna sempre più animalesca).
In linea con un tal comportamento, oggi con questo post, mi limito (ma qui non è limitarsi, ma "illimitarsi" espandendosi verso l'infinito) a farvi conoscere una poesia della Merini, proprio in tema con quanto accadutogli ieri.
Lo farò così, senza aggiungere altro allo sterile dibattito sulla poesia, sicuro di avergli fatto un miglior servizio, perchè credo che fra quanti leggeranno, almeno uno, da domani, amerà ancor più la poesia o, quantomeno, sentirà che c'è qualcuno lì dentro!

Cara Federica

Cara Federica dirò come soffro
perchè ci e dato tanto soffrire,
perchè vediamo tagliare dalla terra
le nostre spighe migliori
anche io ero una spiga che cresceva nei campi,
credi Federica
i poeti non sono seminati da alcuno
li porta il vento della primavera.
Oggi per la mia donna è un giorno di liberta
ma per noi prigionieri dell' arte
è un altro giorno di prigionia.
Non sono felice della mia morte
carissima Federica
eppure me ne dovro andare.

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