giovedì 11 novembre 2010

Dialoghi di amore e di morte


Un post diverso dagli altri, un racconto, forse una riflessione, che di sicuro so a chi dedicare: alla vita, a chi mi ha fatto e mi fa provare amore, perchè in questo modo non mi fa temere la morte:
L'uomo era seduto di fronte allo specchio d'acqua, piatta, vitrea, che rifletteva la porpora e l'arancio dell'aurora, ma non quell'altra presenza, che l'uomo, però, distintamente avvertiva, frutto di anni di esperta compagnia.
- "Anche oggi vieni a trovarmi e più presto del solito, di prima mattina, non al calare della notte come spesso usi. Penserei che stavolta non hai voluto lasciarmi l'illusione di poterti non pensare, di non incontrarti anche solo per un giorno, credere che non esisti." disse l'uomo.
- "Come fai a sapermi qui alle tue spalle, quando i tuoi occhi attenti osservano l'acqua, priva del mio riflesso?"
- "Dimentichi che l'uomo vive e per questo, prima di vederti, ti sente, in ogni attimo della sua esistenza. Non sono i miei due occhi, ma il soffio di vita che mi anima ad avvertirmi della tua presenza. Neppure dopo così tanti anni l'hai imparato?" replicò l'uomo.
- "Eppure oggi dovresti vedermi, perchè sono venuto a prenderti. Voltati pure" fu l'invito che gli rivolse la morte.
- Senza scomporsi, nulla temendo, l'uomo prima inspirò, per poi soffiare fuori l'aria di colpo, emettendo un lungo sbuffo: "Non ho bisogno di voltarmi per vederti, ti conosco già da tanto e troppo tempo".
- "E quando è stata la prima volta che m'hai conosciuto?" domandò la morte, con tono canzonatorio, quasi divertita, tradendo però la vera natura della domanda, l'innata curiosità per la vita.
- "Sono anni ed anni che ti sento e che mi parli ed ancora oggi m'appari affamata di vita" rispose l'uomo sorridendo, senza voltarsi "non puoi fare a meno di cercar di capire quello che non ti appartiene: la vita, l'uomo, il sentimento che lo anima e l'idea ed il pensiero che ha di te. Se fosse vero come dici, che dopo così tanto tempo, oggi, sei venuta a prendermi, devo soddisfare ora questa tua curiosità, non avendone, poi, più il tempo. Io ti conosco da quando ero bambino: nel volto delle lucertole che per gioco cacciavo, eri quell'innocente malvagità di un fanciullo, che si crede padrone della vita mentre dona la morte; come te illuso, d'essere il signore della vita, ma ben sai che nulla puoi su di essa, sai che non la governi ed è lei, invece la tua padrona, senza di lei tu non esisti"
- "Cosa credi di fare, mi sbeffeggi?" sibilò la morte "non è in questo modo che scrollerai di dosso il terrore, la paura di dover abbandonare tutto, di dover venire via con me" .
- "Io non ho alcun terrore, perchè da bambino ti conobbi, anche, nel pallido volto di mia nonna incorniciato da fiori e lumi di candele. Ti conobbi e compresi che eri stata lì, un solo attimo e poi non c'eri più, già nell'attimo in cui lasciasti immobile il corpo di quella anziana donna, che, anni prima, mi sorrideva e mi portava al collo, quando ancora avevo quattro zampe. Non esistevi già più dopo quell'istante, mentre per poco esisteva il corpo freddo di mia nonna, ma per sempre sarebbe esistito il suo ricordo".
- "Cos'è, mi vuoi raccontare l'antica e banale storia della vita eterna, dell'immortalità dell'anima? non ti illudere, vecchio, dopo che ti avrò portato via sarà tutto finito" sghignazzò la morte.
- "Non m'illudo" rispose il vecchio "ma so che tu sei come la nascita: un attimo in cui si apre quel sipario che tu vieni a chiudere, ma c'è sempre qualcuno che ricorderà lo spettacolo visto sul palco. Quando sarò venuto con te, so che per me sarà finita, in me non ci sarà la vita, ma io sarò nella vita, parte di me sempre esisterà nella vita: resterò in un pensiero, nell'attimo di un ricordo, in ciascuno che mi avrà conosciuto e che disperso nel mare della vita, di me avvertirà, di tanto un tanto, una eco lontano".
- "Ma cosa credi di aver lasciato nella vita, negli altri, da sperare che ti si ricordi ? Quali traguardi pensi di aver raggiunto, puoi dirti soddisfatto del tuo viaggio ?" Rispose sarcastica la morte "vivi solo del passato, di ricordi e questo è il segno che è giunta l'ora in cui tu venga con me" disse severa la morte.
- Questo è il tuo cruccio: non avere passato, nè ricordi, neppure dopo tanti anni di mestiere; hai chiesto a molti uomini di venire con te, di seguirti, ma li hai visti tutti uguali e non ne hai mai capito la differenza. Ai tuoi occhi l'onda del mare che abbandona la spiaggia è la stessa che, dopo un attimo, la riconquista. E' l'acqua ad essere la stessa, non l'onda, e la spiaggia lo sa perchè di ognuna ne conserva l'umore e la nostalgia. Tu costringi ognuno a seguirti ma non riesci ad impadronirti del suo umore, dell'essenza di ogni esistenza".
- la morte rimase in silenzio, pensierosa "E quale è la tua essenza?"
- "Ho viaggiato, ho scelto una via davanti a due o più diversi sentieri e con il tempo ho imparato che non si può sapere di aver scelto quello giusto o quello sbagliato, perchè in questo viaggio si sceglie solo una volta di fronte ad ogni bivio ed ognuno è diverso dal precedente. So, però, che ho accumulato più rimpianti che rimorsi e questo è il mio cruccio" disse l'uomo con un filo di voce "avrei dovuto arrivare a questo giorno con qualche rimorso in più e qualche rimpianto in meno; sarebbe stato il segno di qualche scelta fatta e che ho invece barattato con l'attesa. Ho così imparato a diffidare da chi dice di amare una vita tranquilla, perchè sono coloro che hanno paura di osare e vivendo nell'attesa chiedono che la vita scelga per loro. Non ci sono successi senza qualche cicatrice per le sconfitte subite".
- La morte l'osservò, sembrava non aver compreso, o forse rifletteva; un lampo attraversò la sua ombra, pareva che la morte si fosse accesa e sembrò che pure l'acqua, per un attimo, la rispecchiasse "cosa vuoi dire vecchio ? spiegati."
- "al tempo dicevano che ero un ragazzo, ma oggi a questa età, dopo aver vissuto così tanti giorni, so che allora ero ancora un bambino. Così pure lei, bella, fresca, chiara aurora di un giorno di speranza piena. Me ne innamorai". Non ero ricco, non ero bello, ma seppure ancora bambina, lei possedeva quell'istinto di cui solo le donne sono dotate e qualcosa vide in me, che neppure io conoscevo. Forse sentiva la tenace resistenza che ponevo alla forza dell'attrazione che provavo per lei; agli altri appariva come estrema timidezza, ma a lei giungeva come un silenzioso corteggiamento, fatto di parole misurate, incorniciate da sorrisi. Modi così diversi dalle spavalderie degli altri ragazzi. Ma era soprattutto la capacità di conversare che la portava a cercarmi sempre più spesso con il desiderio delle intere giornate a raccontarci, a parlare dei luoghi in cui avevamo vissuto i pochi anni precedenti a quelli in cui ci eravamo conosciuti, Racconti di alberi, corse sui prati, spensierate serate sotto cieli sereni di soli e di stelle e notti trascorse sotto calme e serene coperte di sonni trapuntati di sogni. Tra tutte, ricordo una giornata, apparentemente uguale a quelle che ormai tutti gli altri mi invidiavano, trascorsa come al solito con lei sola, in compagnia della nostra campagna. Eravamo distesi con il viso rivolto al cielo cobalto, immersi tra le spighe del grano maturo, uno accanto all'altro, mano nella mano. Mi raccontò ancora di lei e mi disse cosa vedeva in me, e forse passarono ore ,o forse anni, ma tutto sembrava durare un attimo, mentre ascoltavo la sua voce, l'odore del suo respiro si mescolava a quello del grano. Non l'avevo mai baciata e ne avevo una grande voglia, ma più grande, anche quel giorno, era la paura, il timore di rovinare tutto, distruggere quegli eterni attimi e restare solo con la cicatrice della sconfitta. Così anche quel giorno finì e non la baciai, nè allora, nè mai più. Un mese dopo se ne andò, assieme alla famiglia, in un'altra città. Sentivo e speravo che ancora mi pensasse e mi sentisse, che avesse quel desiderio che io sentivo di rivederla e di sdraiarmi accanto a lei su quel campo di grano, disteso lungo il fianco della collina e speravo che per questo sarebbe tornata. Venni a sapere, qualche anno dopo, che si era fidanzata e qualche tempo dopo ancora giunse anche la notizia che si era sposata. Quel giorno passato nel campo di grano è il mio rammarico, che cambierei con il rimorso di aver fatto quel qualcosa che poteva essere sconfitta, ma che sarebbe stato vivere. Per anni conservai vivo nel cuore l'odore del suo respiro mescolato a quello del grano. Per questo, anno dopo anno, in quello stesso giorno, le ho spedito un pane che facevo con le mie mani e con la farina di quel grano, nella speranza che quell'aroma le portasse il ricordo di quel giorno e che lei tornasse. Fu quando seppi che era morta che smisi di fare il fornaio e da allora passo le giornate davanti a questo lago. Quel giorno, tu l'avevi portata con te, ma non te ne ricorderai, perchè non cogli l'essenza della vita, padrona del nulla. Niente fino ad oggi hai mai saputo di questa storia, troppo affannata a togliere la vita per poterla vedere e scoprire".
- la morte l'osservò, persa in un pensiero "quindi, fino a che era in vita vivevi nella speranza, quella che ti ho rubato e che è morta, quando ho chiesto a quella donna di seguirmi" disse la morte "e poi ora che dovrai seguirmi pure tu, di certo, neppure avrai più la speranza che il passato ritorni con la veste di un'altra donna.
- "quella speranza non muore mai, nessuno può sapere il domani e se esso sarà quel giorno in cui mi troverò sdraiato con lei, mano nella mano, immersi nel grano".
- "vecchio! ho molto da fare, altri mi attendono. Per oggi ho deciso di lasciarti ancora qui davanti al tuo lago, immerso nei tuoi ricordi" disse la morte "ma tornerò". Un attimo dopo si voltò, s'incamminò, per poi fermarsi "Esiste ancora quel campo di grano?" domandò.
- "Sì" rispose l'uomo "se vuoi, un giorno ti ci porterò".
Non ottene risposta, la morte se n'era già andata. Era ormai sera, una giornata intera era passata. L'uomo si alzò per incamminarsi verso il paese. Arrivò nella piazza, quando ormai per i suoi occhi stanchi e vecchi non era più sufficiente la poca luce rimasta. Ma vide lo stesso il suo vecchio amico di infanzia, seduto sulle scale della chiesa.
Un cenno di saluto e gli si avvicinò.
- "anche oggi hai passato l'intera giornata di fronte al lago?" chiese l'amico
- "sì, a studiare i pesci, gli insetti e l'apparente immobilità dell'acqua" rispose l'uomo
- "e scommetto che pure oggi, hai incontrata la tua antica compagna, con cui dialoghi da tempo".
- "mi conosci bene" disse l'uomo "ma oggi è stato un giorno diverso. La mia compagna voleva che la seguissi ed ho avuto la sensazione che ormai avesse deciso di spingermi in quelle acque e di lasciarmi affondare; ma poi l'ho convinta a lasciarmi seduto di fronte al lago. Ho piantato in lei il seme del desiderio, della curiosità, il suo innato interesse per la vita, che toglie, ma che non conosce"
- "gli hai raccontato quella vecchia storia della ragazza e del campo di grano. La stessa che hai raccontato a quel signore che ti comprò poi la panetteria. Sei riuscito a farcela credere, hai ingannato pure la morte con quella falsa storia!" disse l'amico ridendo.
- "già" rispose l'uomo, ma come al tempo in cui vendette la panetteria, una lacrima scivolò lungo il suo viso; come al tempo, dal cuore in cui era affogato, riemerse un ricordo, un rimpianto.

martedì 2 novembre 2010

figlie e figliastre, polli e pollastr...


Non mi interessa la questione del bunga, bunga. Non voglio parlare della questione Ruby e trattarla al pari di quanto in questi mesi è stato fatto in relazione a diverse questioni quali quella di politici austriaci ospiti in ville italiane che sfoggiano le proprie passioni nudiste, o delle escort "scortate" in diversi luoghi per motivi poco istituzionali. Non lo voglio fare per non cadere nella trappola del falso moralismo, perchè la questione è morale cioè di altro tipo. Certo resta da chiedersi come mai tanti casi che vedono giovani e belle ragazze vengano alla luce del sole e vedano sempre parte più o meno coinvolta ed attiva la figura di Silvio Berlusconi.
Ma non voglio trattare la questione come molti hanno fatto. Farlo significherebbe esporsi alla sola contromisura difensiva del tipo: "sono questioni che riguardano la sfera privata .... del resto anche Kennedy aera chiacchierato ma lo si ricorda come grande politico .... ". Non lo voglio fare perchè poi magari apparirei come l'uomo che rosica perchè non può fare altrettanto e subirei l'obiezione di quei sostenitori del Premier Berlusconi che affermano che oltre che grande imprenditore, abbiamo di fronte anche un gran figaccione, chiappino, etc., etc.
Ma resta la sostanza, non voglio farlo perchè non intendo essere tacciato di falso moralismo, in quanto la questione è morale e mi spiego.
Non illustro la questione Ruby, perchè chi non la conoscesse ancora vuol dire che poco si informa. Offro comunque per i pochi che ignorano un link su tutti (corriere.it). Insomma, secondo quanto riportato dalla stampa, Silvio Berlusconi telefona al capo di gabinetto della questura di Milano e dopo un'ora ritelefona il caposcorta del premier che richiama il funzionario di polizia. Voleva essere informato dell'evoluzione della vicenda, chiedeva ulteriori chiarimenti. Scrive il corriere.it che tanto risulta dalla relazione di servizio trasmessa dal questore Vincenzo Indolfi al Viminale. La sera del 27 maggio 2010, mentre Ruby era sottoposta a fotosegnalamento, ci furono dunque due chiamate da parte del capo del governo. Alle 2 della notte la giovane marocchina lasciò la questura insieme al consigliere regionale Nicole Minetti, proprio come aveva richiesto il presidente del Consiglio e come aveva autorizzato il magistrato di turno Anna Maria Fiorillo. Per chi non sapesse invece chi è Ruby offro un altro link, fonte non certo di parte avversa al Premier (TGcom) che non racconta, ma lascia che sia la stessa Ruby a raccontare da sola. Come avrete visto se avete letto il link o sapevate se eravate informati, si tratta di una (a questo punto pare delle diverse) ragazze che ha frequentato le abitazioni del Premier. Senza voler qui raccontare e scrivere su questi incontri, feste, svaghi di vario genere (lasciamo che a raccontare anche qui sia Ruby e leggete il link perchè se non ci fosse da piangere sarebbe pure divertente) voglio fermarmi su vari aspetti.
Primo: Berlusconi, nei giorni scorsi ha detto tra l'altro, che le dichiarazioni di Ruby avrebbero fatto capire l'inconsistenza del pettegolezzo. Non mi pare se è vero quanto riporta la stampa (ancora TGcom) circa tali dichiarazioni. Ruby in sostanza dice che quella sera di S. Valentino nella villa di Berlusconi a Arcore, il premier davanti alle invitate "prendeva in giro politici di sinistra, tipo Bersani". E fin qui nulla, se non la solita storia che a Berlusconi la satira piace solo quando la fa lui e non quando la fanno gli altri su lui (esempio di spirito democratico)
Ricorda sempre Ruby nell'intervista a "Oggi". "Ci ha fatto vedere una statua di marmo con la sua faccia e il corpo di Superman". Anche qui poca novità (le solite manie di grandezza tipiche di molti uomini specie quando arrivano ad una certa età).
Poi Ruby aggiunge "...
Mi ha detto che ero elegantissima e che ho le gambe lunghissime. Eravamo dieci ragazze. Poi mi ha dedicato una canzone, perché ero nuova. Mi ha cantato Se tu non fossi tu di Apicella". Anche qui niente novità, oltre al solito copione di approccio al mondo femminile, anche il solito repertorio classico ed usurato in fatto canoro.
Ma poi Ruby appare in tutta la propria timidezza e dice "Mi ha detto che ero elegantissima e che ho le gambe lunghissime. Io mi limitavo a dire grazie. Non volevo dare troppa confidenza, non sapendo che tipo fosse". Poverina, non essendo italiana non è abituata a certi usi e costumi.
Lasciamo stare il solito e poco nuovo racconto di una barzelletta (quella del Bunga Bunga) fatto da Berlusconi, anche qui per mancanza di novità. Arriviamo così ad un primo punto, che ha del comico. Racconta Ruby che voleva andarsene perchè "... ero a disagio perché tutte erano in confidenza con lui e io no". Lei no poverina, la solita immigrata discriminata.
Dice sempre Ruby che non se ne andò subito perchè "prima però lui mi ha portata al piano di sopra nel suo ufficio" (lei che non aveva la confidenza delle altre ci è andata al piano di sopra, povero cerbiattino inesperto che non da confidenza perchè non sa che tipo fosse Berlusconi come ella dice, ma lo segue sopra perchè la porta in Ufficio e lei forse pensa che il motivo sia per parlare della questione degli immigrati e della povertà nell'area del Magreb.
Confessa poi che lì Berlusconi mostra i suoi poteri di veggente perchè (non si sa come abbia fatto essendo lei nuova e non in confidenza) "sapeva dei miei problemi e voleva aiutarmi" così che le avrebbe dato una busta con 7 mila euro dicendole di non volere nulla in cambio e aggiungendo: "Non sono un uomo cattivo, non stare sulle tue". Ecco il politico, uomo di stato, si offre nel momento del bisogno. Magari sarebbe stato bello se i 7 mila euro moltiplicati diciamo almeno per dieci, Berlusconi li avesse dati a qualche istituto di ricerca (la ricerca ne ha bisogno in questo Paese) e gli italiani avrebbero meglio capito pur sapendo che i soldi glieli dava per avere qualcosa in cambio ovvero un qualche progresso in campo scientifico. Quello che non capisco è invece quando si danno 7 mila euro ad una persona "senza volere niente in cambio" e magari questa volta proprio moltiplicato per dieci (le ragazze come dice Ruby erano dieci e più in confidenza di lei. In verità Ruby rivela che "Silvio ci ha regalato una collana di Damiani con un cuore perché era San Valentino", romanticone!).
Lasciamo poi le dichiarazioni che arrivano al ridicolo del tipo: "Pensavo si mangiasse meglio"; "Il taxi si è avvicinato a un ingresso laterale. Priscilla (la sua amica brasiliana, ndr) ha chiamato in villa e i carabinieri ci hanno lasciato passare. Quando ho visto quel villone ho chiesto alla mia amica dove fossimo. E lei mi ha detto 'dal presidente'. M'è preso un colpo. Io fino a pochi mesi prima dormivo su una panchina a Catania''.
Chiarita la prima questione, proprio come ha detto Berlusconi (le parole di Ruby chiariranno tutto e spero che avrete anche voi le idee più chiare) passiamo al punto secondo: oggi Berlusconi al salone del motociclo, non so se dopo aver parlato anche dei problemi delle due ruote, afferma ''meglio essere appassionati di belle ragazze che di gay''. qual'è la questione in questo caso: neppure Giovambattista Adornato (il qualunquista incazzato del blog) sarebbe riuscito a dire una cosa che, neppure più nel peggior bar dello sport ormai si sente più. Ci lamentiamo se a Belgrado durante il gay pride, gruppi di nazionalisti cercano di spaccare qualche testa. Censuriamo e condanniamo certii comportamenti se, come accaduto a Roma, qualcuno cerca di far fuori qualche omossessuale. Mentre in Europa, gli stati membri cercano di attuare politiche e promuovere norme anti omofobia, il nostro Premier rilascia questa grande dichiarazione, del genere "porco 'l mondo che c'ho sotto i piedi, se ci scopro che mio figlio è gay ci faccio .... " vi ricordate Drive in e Faletti.
Ultima questione quella forse più seria, morale e non moralista. Insomma avrete capito che Ruby, al secolo Karima el Marhug è marocchina, oltre che, al tempo dei fatti, minorenne, tenuta "sotto osservazione" dalla polizia perchè accusata di furto, la quale, poi, conduce una vita in Italia un pò particolare (come dice lei "dormivo nella panchine a Catania"). Oggi Maroni (Ministro degli interni leghista) si rallegra, perchè la Procura di Milano dice che non v'è nulla nei fatti della telefonata in questura. Ma di che si rallegra ? La Lega ne ha fatto una questione di programma politico: fuori gli immigrati che vivono di espedienti in Italia, tornino al loro Paese. Stavolta cosa dicono dell'aiuto ad una marocchina che non pare "molto regolarizzata" in Italia, od almeno molto meno di tante badanti o poveri uomini che cercano un lavoro pagato con un tozzo di pane pur di non ritornare all'inferno. Questo bisogno chi lo soddisfa: la busta, senza volere nulla in cambio, con non dico 7 mila euro, ma anche solo con 700 euro chi glie la da. La lega stavolta cosa dice ? quanto costa il federalismo ? ecco la questione morale e non moralista: il politico che ci rappresenta non dovrebbe almeno essere coerente per essere credibile ? Non vorrei scoprire, come si dice che in Italia ci sono figlie e figliastre, e magari polli (speriamo di non esserlo noi) e pollastre.

venerdì 8 ottobre 2010

Il grande fratello ed il fratello scemo


Lo specchio è tornato.
Anzi per la verità non è lo specchio che è tornato, perchè non se n'è mai andato; chi se n'era andato era il mio computer, o meglio se n'era andato il suo cuore, alias "scheda madre". Ma come accade per gli esseri umani, anche il mio PC con un piccolo trapianto è tornato a vivere. Pure stavolta devo ringraziare il mio amico, fedele lettore anch'egli del blog, che già conoscono coloro che da tempo leggono i miei post (egli già era apparso in uno di questi, anche in quell'occasione autore della sopravvivenza del mio PC).
Come dicevo, lo specchio ha continuato a mostrare immagini, ma ero io a non poterle "infilare" nella rete. Anzi ho già un post autoironico che pubblicherò e che finirà nell'apposita sezione, un altro ancora con una mia poesia che pubblicherò anche questo nell'apposita sezione. Lo so, per alcuni, ciò suona come una minaccia, un incubo che può divenire una realtà, per altri (spero siano in maggioranza) sarà una speranza per un sorriso od una piacevole lettura.
Per ora, questo post tratta di altro: diciamo, per non dire di politica, di macedonia di attualità, utile per stimolare una riflessione.
Da ieri non vi sono più minatori in Cile imprigionati sottoterra. Usciti, hanno chiesto di non essere trattati come star; sarà difficile, vista l'attenzione che già hanno avuto i mass media nei loro confronti ed è certo che i fari resteranno ancora puntati su di loro. A dire il vero, la cosa non mi infastidisce, le belle storie meritano sempre qualche faro puntato in più, viste le mille brutte storie che ci propinano ogni giorno i telegiornali. Sono riuscito a vedere, martedì scorso, qualche immagine della liberazione e confesso che è scesa qualche lacrimuccia, specie quando i figli di alcuni minatori, piangevano disperati di gioia nel vedere i loro padri nascere di nuovo uscendo dal grembo della terra. Insomma, qui vedere uscire dalla "casa" (vera prigione) è stata una bella scena televisiva, in altre parole un "grande fratello" positivo, non come quello che vediamo nella nostra TV. Lo stesso giorno, martedì, mentre si vedeva questo meritevole grande fratello, si poteva, diciamo ammirare, sempre in TV, il fratello scemo. Mi riferisco ai disordini di Genova prima, durante e dopo la partita Italia-Serbia (che non c'è stata) e mi riferisco a chi inneggiando ad un presunto patriottismo, o meglio nazionalismo, ha inscenato uno spettacolo che non meriterebbe altri commenti. Nello specifico, poi mi riferisco a quello che è stato individuato come capo banda, ovvero il serbo che incitava alla violenza e tagliava la rete di protezione, ma naturalmente con passamontagna in dotazione, per non farsi riconoscere ... ed infatti l'hanno beccato subito, perchè il volpone, teneva il passamontagna in testa, ma per mostrare il fisico s'era poi tolto la maglietta e l'hanno poi individuato per via dei tatuaggi (ma anche la maglietta non passava inosservata). Insomma, il capo mostrava un cartello "la Bosnia è il cuore della Serbia" ed io non voglio giudicare se ciò sia vero, ma dico solo che, ammettendo che quello sia il cuore, il capo serbo dovrebbe preoccuparsi di capire dove è finita la sua testa.
Comunque, avrete capito che i minatori cileni erano un pretesto per parlare del capo serbo ed anche quest'ultimo è un pretesto per trattare un altro tema.
Dietro a questi fatti, c'è una questione su cui riflettere, ovvero la questione Serbia e la questione nazionalismo. Chi ricorda gli anni novanta, non può non ricordare, i conflitti nell'ex jugoslavia ed ancor più i casi di pulizia etnica. Chi guarda i fatti attuali, avrà sentito che in Belgrado vi sono già stati episodi di violenza, legati tutti a gruppi nazionalistici. Sul termine nazionalismo fornisco in link Wilkipedia. Senza volersi addentrare sul tema, è interessante ricordare che negli stessi anni novanta in Italia si parlava di leghismo e della Lega nord ed alcuni paventano l'idea che il sentimento dei seguaci leghisti potesse generare ideologie secessioniste e scatenare un fenomeno analogo a quello jugoslavo. Non mi reputo idoneo ad analizzare se tali tesi fossero valide o se lo sono ancora, ma il tema è il pretesto per scrivere su un fatto di attualità che riguarda la Lega. Mi riferisco alla scuola di Adro. Avrete certamente sentito del sindaco di quel paese che ha pensato di ben infiocchettare la nuova scuola elementare con il simbolo leghista, riprodotto in mille modi, (sui banchi, sugli zerbini, sui cestini per i rifiuti e non so dove altro). La questione potrebbe apparire banale, ma non lo è. In primo luogo, perchè quella scuola è una scuola italiana e sarebbe meglio costellarla di simboli italiani. In secondo luogo, perchè la lega è attenta alla conservazione ed al tramandarsi delle tradizioni e dei valori della nostra società, in primis a loro giudizio i valori cattolici, ed allora mi spieghino che significano, o meglio che ci azzeccano con la nostra cultura i simboli "innestati" nella scuola di Adro. Infine, ultimo punto, ora che gli è stato ordinato di eliminare quei simboli, chi paga per averceli messi e poi per toglierli, visto che ha utilizzato risorse pubbliche per mettere nella scuola qualcosa che non ha avuto utilità alcuna per il bene pubblico. E qui arriviamo all'ultimo tema: la crisi economica e la necessità di ridurre gli sprechi e le spese pubbliche. Mentre ci fanno una testa tanta sui sacrifici che dobbiamo fare, in Parlamento è stata bocciata di recente una proposta di modifica legislativa. La modifica l'aveva proposta Antonio Borghese deputato del Partito Italia dei Valori. Cosa riguardava ? l’abolizione dell’attuale legge sul vitalizio per i parlamentari, in carica e non. Dalle notizie che appaiono in rete (perchè giornali e TV non ne parlano) la proposta è stata bocciata in maniera massiccia, da maggioranza di governo ed opposizione insieme (tranne l'Italia dei Valori): Presenti 525, Votanti 520, Astenuti 5, Maggioranza 261, Hanno votato sì 22, Hanno votato no 498.
Non c'è da stupirsi il vitalizio fa comodo a tutti i parlamentari eletti, solo perchè prima nominati dai partiti (qui non è una disgrazia essere nominati come nel grande fratello); maggioranza ed opposizione assieme e tutti d'accordo stavolta. Si sarebbero risparmiati parecchi soldini, forse poco visto l'enorme debito pubblico ed il deficit statale, ma sempre qualcosa se c'è da tirare la cingha un pò tutti. Eh sì perchè se non sapete cos'è il vitalizio ed i benefits dei deputati e senatori leggetevi le note di sintesi riportate nei siti ufficiali del Senato e della Camera.
Buona lettura ... e noi che ancora giochiamo al superenalotto e compriamo gratta e vinci ... c'è chi ha trovato il vero modo di fare il turista per sempre!!!

mercoledì 1 settembre 2010

L'arcobaleno


Ricomincio a scrivere dopo una pausa estiva, una sorta di vacanza che lo specchio si è preso. In verità, lo specchio ha continuato a mostrare immagini ed a stimolarmi, proponendomi argomenti su cui scrivere. In qualche modo, quindi, la pausa me la son presa io. Forse, perchè gli argomenti che lo specchio mi mostrava mi sono apparsi poco interessanti, poco "attraenti" o meglio deboli quanto a potere di "distrarre" un qualsiasi lettore dallo svago e dai divertimenti che l'estate propone.
C'è però un immagine (e quindi un argomento) che lo specchio periodicamente mi mostra. E' però un'immagine ed un tema, che non ho avuto ancora mai la forza di proporre e pubblicare in rete. Una questione di riservatezza, volontà di conservare in sè qualcosa di profondamente intimo.
Mi riferisco al ricordo di mio padre e degli ultimi momenti della sua vita, ai momenti della scoperta della malattia che me l'ha portato via.
Due sono state i fatti che mi hanno, invece, poi convinto a condividere con altri questi sentimenti:
- le tre settimane passate a stretto e continuo contatto con mia figlia, che mi hanno permesso di osservarla a fondo e riflettere;
- l'aver ascoltato una canzone che mi ha fatto pensare intensamente a mio padre, alleviando il dolore provato in quegli ultimi tragici periodi che l'ho avuto ancora accanto.
In altri termini, potrei dire se due sono i fatti, unica è la ragione che mi spinge a scrivere il post: l'amore verso mio padre e verso mia figlia e quindi il ricordo di una persona fantastica e la gioia per la nuova vita che si è affiancata e fusa con la mia. Insomma, entrambi queste cose vorrei condividere con voi.
Non è facile spiegare cosa si prova quando si perde un genitore, a chi non ha vissuto quest'esperienza tragica; non è facile spiegare, a chi ancora figli non ha, cosa cambia e come diventa la propria vita quando nasce e accanto a noi c'è un figlio.
Non voglio apparire presuntuoso, ma credo che certe cose si possono intuire, ma non se ne colgono tutti gli aspetti e per chi non le ha vissute, restano sempre sfumati i contorni di certe vicende umane.
Mio padre è morto di cancro. Cancro al polmone. Da poco ero tornato a casa, terminato il servizio militare. Mio padre era stato ricoverato per alcuni giorni in ospedale per accertamenti, avendo lamentato alcuni dolori al costato. Ci avevano detto che i risultati ci sarebbero stati da lì a pochi giorni e, nel frattempo, mio padre era stato dimesso. Ricordo il giorno in cui ci avrebbero comunicato i referti, decisi di andare in ospedale prima di tutti, troppo impaziente di conoscere la diagnosi. Uscii dal lavoro, presi l'autobus, arrivai in ospedale e parlai con il medico, che mi disse di cosa si trattava: malattia incurabile. Non riesco a raccontarvi quegli istanti, ma posso solo dirvi che decisi di tornare a casa a piedi, qualche buon chilometro, ma lo feci a passo di marcia. Dovevo far uscire qualcosa che sentivo in me, per evitare l'esplosione od altri peggiori modi di espellere la tempesta che si era scatenata in me. La cosa che ricordo bene è che, arrivato vicino a casa, incrociai l'auto di mio padre, che si fermò. Guidava mio fratello, mio padre era accanto e dietro c'era mia madre. Mi avvicinai al finestrino e, non so se riuscendo bene a fingere, chiesi, tranquillamente, dove stessero andando. Fu mio padre a rispondermi con voce fioca e il viso tirato, da cui traspariva pienamente la preoccupazione. Mi disse: "mi hanno telefonato dall'ospedale. Devo ricoverarmi. Mi sa che le cose non vanno bene". Provai e provo ancora adesso uno strazio inenarrabile, ma trattenendomi gli dissi "ma dai, se ti ricoverano è perchè ti devono curare. Ora torno a casa e fra poco vengo giù in ospedale". Le lacrime scesero appena l'auto riparti, e non riusciì a frenare un fiume che non poteva trovare argine.
Non vi racconterò l'anno e mezzo che la mia famiglia ha vissuto dopo quel momento, ma voglio scrivere dell'ultima volta che ho visto mio padre ancora vivo.
Andai a trovarlo in ospedale. Per tutta la durata della malattia, mio padre è stato a casa. Uniche parentesi i day hospital per le terapie. Fu ricoverato solo per gli ultimi giorni, per poterlo meglio assistere non avendo mezzi idonei a casa. L'ultimo giorno sono stato con lui nel pomeriggio. Abbiamo parlato di molte cose: del lavoro, dell'Hobby che lui mi ha trasmesso (la pesca), della vita matrimoniale iniziata da poco, della nuova auto comprata (la seconda della mia vita, la prima mi aveva aiutato ad acquistarla lui). Poi si è fatta sera e gli ho detto che dovevo andare. Le sue parole sono state "Vai tranquillo io sto bene". Gli ho risposto "Ci vediamo domani" e lui mi ha sorriso.
E' questo il motivo per cui non ho voluto poi vederlo morto, nella bara. La mattina dopo, mio fratello mi ha chiamato e mi ha detto che aveva riportato a casa papà, perchè erano gli ultimi istanti e mio padre gli aveva detto che non voleva restare in ospedale. Mi ha poi detto che appena arrivato a casa, era voluto andare a letto e lì aveva perso conoscenza.
Quando io sono arrivato, era morto. Quando mi hanno chiesto se volevo vederlo ho detto "no". Non per vigliaccheria, ma perchè ho voluto conservare l'ultima immagine di mio padre, che mi diceva "Vai tranquillo io sto bene" ed il suo sorriso. Non mi sono mai pentito di questa scelta. Quando ripenso a quel tempo, vedo mio padre vivo, che mi dice di andare verso la vita,
Se l'avessi visto nella bara, sono sicuro che avrei conservato quell'ultima immagine. Invece vedo mio padre vivo che mi sorride ed io gli rispondo "a domani" e mi resta la speranza che , un tempo, ci sarà quel domani in cui potrò rivederlo vivo, senza mai averlo visto morto.
Negli anni ne ho sentito la mancanza. In momenti futili, come quando vado a pesca e mi rammarico di quante volte avremmo potuto andarci insieme; in momenti più importanti, quando di fronte a scelte che la vita ti pone, avrei avuto la gioia ed il bisogno di chiedergli consigli, io che quand'era vivo mi son sempre beato del sentirmi indipendente e responsabile personalmente delle scelte fatte, sentendomi uomo. Ed invece, in questi momenti, d'improvviso ci si sente soli, nel senso di scoprire di essere veramente gli unici e soli responsabili del proprio destino, di ciò che si sceglie di fare.
C'è poi un sogno ricorrente che faccio dopo quei giorni tragici. So che mio padre è malato, i medici ce l'hanno detto, ma hanno detto che non succederà nulla, tutti noi conviveremo con la malattia, mio padre vivrà. Un gioia immensa, tanto quanto la delusione che provo nello svegliarmi.
Non so se sono stato capace di esprimere i sentimenti, di raccontare i ricordi. Non so se sono riuscito a dipanare una matassa aggrovigliata di sensazioni provate in qui giorni e che provo oggi nel ricordarli.
Quest'estate ho sentito una canzone ed è stato come trovare le giuste parole, la sintesi del dialogo inconscio che ho con mio padre, quando lo penso, di ciò che lui mi dice. La canzone è "L'arcobaleno" di Celentano, testo di Mogol.
Vi fornisco una parte del testo e poi se volete ascoltarla anche il video:

Io son partito poi così d'improvviso
che non ho avuto il tempo di salutare
istante breve ma ancora più breve
se c'è una luce che trafigge il tuo cuore
L'arcobaleno è il mio messaggio d'amore
può darsi un giorno ti riesca a toccare
con i colori si può cancellare
il più avvilente e desolante squallore

Son diventato se il tramonto di sera
e parlo come le foglie d'aprile
e vivrò dentro ad ogni voce sincera
e con gli uccelli vivo il canto sottile
e il mio discorso più bello e più denso
esprime con il silenzio il suo senso

Io quante cose non avevo capito
che sono chiare come stelle cadenti
e devo dirti che è un piacere infinito
portare queste mie valige pesanti

Mi manchi tanto amico caro davvero
e tante cose son rimaste da dire
ascolta sempre e solo musica vera
e cerca sempre se puoi di capire.
Ogni volta che ho visto un arcobaleno, dopo quei giorni ho pensato a mio padre, al poco tempo che si ha per avere accanto le persone importanti, alla fugacità di quei momenti, così come fugace e bello è l'arcobaleno



Arriviamo al capitolo "mia figlia". L'ho vista crescere in questi anni. La questione non sta nell'aver compensato un dolore con una gioia, ma nel fatto che con lei ho visto rivivere mio padre.
Prima di tutto perchè mi sono scoperto mentre mi stupivo nel rivedere espressioni, posture del corpo tipiche di mio padre.
Poi , soprattutto, perchè ho vissuto e vivo quelle sensazioni che sicuramente mio padre ha provato nel vedere vivere e crescere i suoi figli.
Vivere un figlio è vedersi allo specchio, riassaporare la vita, nei momenti, ormai passati ed altrimenti persi, della propria infanzia. E' una sorta di rinascita, un flash back di momenti vissuti, che si rivivono, però in maniera consapevole. I bambini sono tiranni, chiedono se non tutto, tanto per sè. Se non ti stravolgono, certamente ti cambiano la vita, il proprio "io". A volte si pensa di voler gettare la spugna, di non farcela, ma basta un attimo, un gesto, una loro parola e si ha voglia di viverli in eterno.
Il rammarico è sapere quanto avrebbe goduto mio padre nel poterla vedere, nel viverla. ogni giorno. Lui che ha avuto figli maschi, si sarebbe follemente innamorato di questa donna.
Per me è difficile spiegare cos'è una figlia femmina, per un papà.
Io e mia moglie non abbiamo voluto conoscere il sesso prima che nascesse. A chi mi chiedeva cosa volevo, rispondevo, sinceramente, che non m interessava. Devo però confessare che anni prima, quando ancora non avevamo deciso di avere un figlio/a e neppure ci pensavamo, sognai due volte un neonato, seduto a terra che allungava verso me le braccia per farsi prendere. In entrambi i casi, il neonato era una bambina. Una figlia per un papà è già una donna; lo senti, così si comporta verso te, ha già tutto il potenziale di una donna e inconsapevolmente lo usa e lo esercita. Vedi una donna che cresce, cerchi di immaginarla, adolescente, giovane e in qualche momento, percepisci l'immagine di quello che sarà.
Ci sono momenti in cui senti che tua figlia ti osserva e si fa un'idea, ritaglia l'immagine dell'uomo che ricercherà per la vita, mentre gioca a fare la principessa e ti chiede di fare il principe.
C'è una domanda, che mia figlia mi ha posto più volte, sin da quando aveva circa due anni. Non è una domanda, ma la ricerca della conferma di una speranza e la voglia di veder scomparire una paura: "papà ma è vero che tu non ti invecchi ?". Sin dalla prima volta, in cui fui colto alla sprovvista, sorpreso dalla domanda, ho sempre risposto che io non mi invecchierò. Di recente, un giorno, mi ha detto che gli avevo raccontato una bugia, perchè aveva visto che sua nonna (mia madre) e suo nonno (mio padre che non ha conosciuto) si sono invecchiati e quindi anch'io farò lo stesso. Gli ho risposto che questa era la buglia, perchè i suoi nonni per me non sono mai invecchiati sono rimasti sempre quella mamma e quel papà di un bambino di nome Giuliano.
Anche per lei io sarò sempre il papà che sono ora, quell'immagine di uomo che è in lei, anche quando quell'uomo sarà sostituito da uno in carne ed ossa, marito o compagnia per la vita che sia, quello che lei sceglierà. Non ricordo precisamente le parole con cui gli ho spiegato l'idea, ma so che ha capito, perchè mi ha sorriso ed il suo viso è tornato sereno.
Anch'io lo sono, anche se il pensiero di questa donna che vedo crescere, mi ha fatto venire in mente un'altra canzone di Celentano "Il tempo se ne va"(per chi non la ricorda fornisco il video).



Dico grazie a chi è arrivato a leggere sino a questo punto e così ha voluto condividere con me questi sentimenti. Forse qualcuno penserà che sbandierare così in pubblico pensieri tanto privati ed intimi sia sbagliato. Anch'io ho pensato questo e per pudore non avevo mai scritto questo post. Ma ho spiegato i fatti ed i motivi che oggi mi hanno fatto credere il contrario e penso così di aver anche onorato la memoria di mio padre, di quell'uomo a cui devo gran parte di quello che oggi io sono. Chi mi apprezza, in questo senso apprezzerà anche colui che non ha conosciuto: mio padre.

giovedì 8 luglio 2010

Noi poveri terrestri ...


Noi poveri terrestri ... che le risorse le vediamo volare via ... dalle nostre tasche.
Mentre ormai si sta preparando in parlamento, il testo della manovra finanziaria, che blindata dalla "fiducia" verrà votata e diverrà legge, ho deciso di scrivere questo ultimo (credo e lo spero) post in tema.
Per meglio dire riporto un link che vi invito a leggere.
E' una questione che già conoscevo e forse anche alcuni ne avranno sentito parlare.
In sintesi, molte risorse, che con la manovra vengono reperite attingendo alle solite fonti (ormai siccitose), potevano essere incassate in maniera semplice, ovvero, come in altri Paesi esteri, attraverso un’asta pubblica per l’attribuzione delle frequenze televisive liberate dalla tecnologia digitale, al secolo "digitale terrestre".
Così, invece, noi poveri "terrestri", vedremo che le risorse che lo Stato poteva incassare, in tal modo, le incasserà facendogli spiccare il volo dalle tasche di molti di noi, chi più, chi meno.
Ma perchè non si è voluto incassare una tale ammontare di risorse attraverso queste aste ?
Leggete il link e fatevi un'idea, se già non vi è venuta in mente.

giovedì 1 luglio 2010

La superficie


Lo specchio come sapete mostra immagini. Ma si sa lo specchio le mostra sulla propria superficie e sta poi a noi coglierne il significato ed andare in profondità.
Le generalizzazioni non mi sono mai piaciute. Chi ha letto vari post editi in questo blog, conosce Giovambattista Adornato, il qualunquista incazzato. Avrete visto come egli sia il campione unico ed indiscusso della generalizzazione e per questo della contraddizione diretta e costante in ogni sua affermazione.
Non mi piace quando si parla di extracomunitari, quale sinonimo e generalizzazione di delinquente, perchè vi sono anche quelli che vivono onestamente in Italia e producono ricchezza per il Paese. Non mi piace quando si parla di politici quale metafora di "tutto chiacchiere e distintivo", perchè ve ne sono anche di quelli che credono ed operano in politica perchè la considerano sulla base dell'accezione nobile che il termine ha. Non mi piace quando si generalizza e si usa il termine imprenditori per connotare, coloro che rischiano in prima persona ed operano nel mercato per sviluppare la propria "impresa", perchè vi sono anche quelli che operano in mercati artificiali, costruiti sulle tangenti.
Così allo stesso modo non ho mai apprezzato coloro che indicano con il termine dipendente pubblico un genere di persone che nulla fanno (fannulloni) se non prendere lo stipendio a fine mese, non generando alcun beneficio per la collettività.
Non apprezzo tale opera di generalizzazione per vari motivi.
Innanzitutto, nel presentare la manovra economica ed il blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici per i prossimi 4 anni, si è detto che ciò è giustificato anche dal fatto che detti stipendi negli ultimi anni sono cresciuti più di quelli del settore privato.
Primo motivo di dissenso sta nel fatto che occorre vedere come è stata calcolata la dinamica degli stipendi pubblici, insomma la storia del pollo in media ... se si inserisce nel calcolo degli sipendi quelli dei manager, dei diplomatici assieme a quella dei semplici impiegati, si ha che in media c'è un pollo a testa, ma qualcuno ne mangia due e l'altro nessuno. Sarebbe come calcolare gli stipendi dei dipendenti privati sommando quelli degli impiegati, degli operai e dei grandi manager.
Secondo motivo di dissenso: è triste che venga sollecitata una guerra tra poveri, ovvero tra lavoratori dipendenti pubblici e privati, dicendo magari che questi ultimi hanno spesso un posto precario, e quelli pubblici sono colpevoli anche perchè hanno un lavoro "quasi" certo. Insomma, tempo fa la Unione Europea aveva rivelato che l'Italia quanto a stipendi dei lavoratori dipendenti (pubblici e privati) ha uno dei livelli più bassi d'Europa.
Se poi nel mondo dei "privati" c'è molto precariato, non si dovrebbe colpevolizzare chi ha un posto più stabile, reo solo di aver maggiore fortuna ... il compito di chi ci amministra dovrebbe essere quello di creare maggiore stabilità del lavoro. Insomma è come invocare che in Italia si abbassi il tenore di vita e si allarghi la fascia di povertà, perchè in questi anni siamo stati meglio del Burkina Faso o del Bangladesh e quindi abbiamo una "colpa da espiare" visto il confronto.
Ultimo motivo di dissenso: si parla di dipendenti pubblici sinonimo di fannulloni e di Pubblica Amministrazione metafora di inefficienza ed inutilità.
Se però si va oltre la superficie si scopre che pubblico servizio è sinonimo di:
- scuola ed asili ... e quando aumentano le rette degli asili o per un giorno non c'è scuola od asilio non si sa dove portare i propri figli, se non si ha l'ancora di "salvezza" dei nonni, che magari avrebbero diritto al riposo della pensione;
- polizia, vigili del fuoco, e forze dell'ordine in genere ... e quindi di scopre dopo un furto odi fronte a fenomeni di teppismo in luoghi pubblici, che non c'è abbastanza presidio del territorio e contrasto di questi fenomeni;
- lotta all'evasione, al lavoro sommerso ... perchè ci fanno credere che per contrastare l'evasione e far contribuire tutti in base alla propria capacità, bastino solo le leggi, nascondendoci il fatto che vi sono uomini, dipendenti pubblici, che devono operare per incassare materialmente quello che non è stato pagato prima. La manovra, ci viene detto, è imperniata sulla lotta all'evasione, ma poi scopriamo che nella stessa manovra si vieta agli ispettori di utilizzare la propria auto per fare questo lavoro ispettivo, in quanto gli enti preposti non hanno auto di servizio o le hanno in numero insufficiente. Non è una mia tesi questa ma tale aspetto lo scopriamo solo leggendo articoli di giornale (link), perchè la Tv non ci informa.
- ospedali e sanità in genere ... e lo scopriamo quando abbiamo un'emergenza in un pronto soccorso o, se malati, scopriamo di non essere altrettanto fortunati come alcuni nostri amministratori che possono rivolgersi a cliniche estere (Svizzzere), anche solo per far nascere i propri nipoti;
- ecc., ecc.
Anche chi ha studiato poco l'economia (non occore la laurea) avrà compreso che la spesa o meglio un euro in più di spesa non è inutile solo pechè è erogata a favore di un servizio pubblico o privato, ma è inutile od utile in base al rapporto, detto in termini grezzi, di giusto equilibrio con l'aumento di utilità che genera. In termini più accademici, sulla base della teoria marginalista, quella spesa è "proficua" se l'utilità marginale di quell'euro speso è pari almeno all'utilità marginale del servizio (pubblico o privato) che con esso è stato reso. A volte anche nel settore privato si erogano emolumenti a manager che non hanno generato un'utilità con la propria opera, ma che invece hanno ingenerato crisi nelle imprese od addirittura crisi economiche mondiali (leggi recente crisi finanziaria).
Insomma, più che generalizzazioni, vorremo, da chi ci amministra, le soluzioni e che non si fermino alla superficie, ma analizzino quali servizi pubblici servono e gli diano strumenti sufficienti per renderli alla collettività. Altrimenti tutto è demagogia e nel lamentio generale non si sa più chi ne abbia motivi validi o meno (vedi link).
In ultimo, rivelo qual'è stata la fonte ispiratrice dello specchio per scrivere questo post ?
Ho letto una lettera aperta di una dipendente pubblica, edita dal Messaggero.it (per chi volesse leggere la nota interamente riporto il link).
Nella citata lettera, l'autrice, quasi alla fine del proprio messaggio, scrive "...Io spero, anche se non ci credo, che qualcuno mi renda giustizia e dia voce alla mia protesta".
Ho voluto dimostrare che l'autrice si sbagliava: credici perchè qualcuno ti da voce.
Riporto degli stralci della lettera:
Mi chiamo Santioni Lorena e sono impiegata all'Agenzia del Territorio di Perugia. Sono una dipendente pubblica ... sono sinceramente stanca di essere usata un po' da tutti come capro espiatorio: io non credo che sia colpa mia o dei lavoratori pubblici se abbiamo questo enorme debito, credo piuttosto che siano ben altri i colpevoli da ricercare.
Purtroppo il non avere "voce" e identita' permette a tutti di poterci schiaffeggiare e toglierci dignita', oltretutto con un largo consenso, perche' in questa lotta tra poveri e' chiaro e normalissimo che per chi e' in cassa integrazione o perde il lavoro noi siamo privilegiati.
Le varie caste ... ci mettono gli uni contro gli altri ed a nessuno viene in mente che alla fine la maggior parte dei lavoratori pubblici o privati sono solo carne da macello.
Io credo che non sia una colpa essere una dipendente pubblica e non sia neanche una colpa, presidente Berlusconi, essere" sicuri" del proprio posto di lavoro semmai dovrebbero essere tutti gli altri, certi di avere le stesse tutele perche' il lavoro e' la base su cui si costruisce la propria vita, e' la possibilita' di crearti una famiglia, mettere al mondo dei figli fare cose cosi' grandi e nello stesso tempo tanto banali che non dovrebbero essere viste come un miraggio.
Vi invio il mio Cud e il mio cedolino . Questi sono gli importi dopo 33 anni di vita lavorativa ... 26.716 euro il Cud, 1364 euro lo stipendio di maggio.
Con una sola manovra non solo mi bloccano il rinnovo del contratto,diventato tra l'altro triennale ... ma mi attaccano sulla liquidazione, sul fondo di previdenza,sul salario accessorio che per inciso per me, come per tutti i dipendenti delle Agenzie fiscali e' liquidato stilando una graduatoria di risultato.
Gia' il Ministro Brunetta ... lui che parla sempre di meritocrazia. Per ogni governo di destra o di sinistra noi siamo l'acquasantiera a cui attingere per risanare i conti pubblici, e cosi'...,si taglia il possibile e l'impossibile senza andare tanto per il sottile. C'e' un pubblico impiego da centomila, duecentomila a salire e un pubblico impiego con uno stipendio come il mio, su cui qualsiasi taglio o un contratto congelato significa allungare la lista delle cose a cui obbligatoriamente rinunciare.
Questo significa che da oggi al 2013 , se non cambia qualcosa, il mio stipendio rimarra' al palo mentre per i prezzi e le tariffe non sara' cosi'. ... con due figlie adulte di cui una molto molto precaria,
io sono l'unica, devo fare anche le veci dello Stato (chiamasi "Welfare") perche' sono" gli Ammortizzatori sociali " per le mie figlie, cosi' come sono stata " i Servizi" per i miei genitori che, gravemente malati, per loro fortuna sono morti ... anche se lavoro nell'inviso pubblico impiego, e questa come ripeto, non e' certamente una colpa, sono come tanti altri lavoratori di questo settore, una persona che ha sempre lavorato e a tal proposito allego una nota di merito che ho ricevuto dal Direttore del mio Ufficio.

Uomini senza paura, ma pure senza vergogna


La frase "uomini senza paura" è sempre stata usata per rappresentare quegli uomini pronti a tutto pur di far trionfare una causa giusta, insomma quasi un sinonimo di eroe. Peraltro, si è sempre usato dire e scrivere una frase ed un concetto più ampio "uomini senza macchia e senza paura".
Gli uomini di cui parlo io, sono invece uomini di altro tipo rispetto agli eroi, ovvero uomini senza paura nel senso di senza timore di fare cose capaci di suscitare sdegno nei cittadini, ma in questo senso, quindi, uomini senza il sentimento della vergogna (lascio decidere voi se sono poi uomini anche senza macchia).
Purtroppo, siamo ormai così bombardati da notizie che ci raccontano scelte politiche, a dir poco discutibili e che potrebbero farci indignare, far nascere un sentimento di rigetto che non riusciamo quasi più a "sentire". Ormai queste notizie si accavallano così tumultuosamente, quasi uno tsunami, che molti di noi non sono capaci più di provare un senso di rifiuto e altri non ne hanno più la forza.
Di chi e cosa sto scrivendo ?
Oggi a Roma si è svolta la manifestazione dei giornalisti contro la legge sulle intercettazioni. Ormai conoscono la questione pure i muri ed ormai molti, se non tutti, hanno compreso i motivi del perchè si vuole questa legge e soprattutto perchè l'urgenza di approvarla entro le vacanze, sebbene da più parti, non ultimo il Capo dello Stato, vengano sottolineate le "criticità" insite nel testo di legge.
Simpatico (se così vogliamo dire) il siparietto Fini e Bondi con tanto di amorevole "litigarella" (Fini ed i finiani abbiano coraggio e concludano l'esperienza di questo Governo, che si può fare di meglio).
Ma non è di questo che scrivo. O meglio questa è solo una questione, perchè c'è poi la manovra e l'evidenza che i tagli sono solo a danno dei deboli (basta vedere i retro front in atto nei tagli), la questione del ministro Btancher, ecc., ecc.
Quello che, però, mi ha fatto scrivere il post è è l'ultimo episodio in ordine di tempo e l'evidenza che questi uomini sono senza paura e timore nel prendere qualsiasi decisione politica, anche quelle che dovrebbero farci indignare, solo perchè sono senza vergogna (decidete voi se sono anche senza macchia). La vicenda è l'ampliamento del "lodo Alfano".
Ricorderete come la Corte Costituzionale ne avesse decretato l'incostituzionalità.
Ebbene, come se non bastasse e se nulla fosse, in Parlamento si sta lavorando per un ampliamento del Lodo Alfano, che si estenderebbe al Presidente del Consiglio dei Ministri ed ai Ministri anche per i processi in corso prima dell'elezione e della loro nomina.
Che dire: ... a pensare male è peccato, ma ... .
Dite Voi. Per il momento, però, riporto ciò che ha detto Bossi in sostanza: le modifiche sono “piccole cose”ed ha aggiunto che “il Presidente del Consiglio deve badare a un Paese: qualcosa gli devi”.
Io non so cosa gli devo, ditemelo voi. Ma una domanda la faccio ai leghisti convinti, che anni fa gridavano contro i tangentisti e la prima repubblica: sono convinti che per il federalismo tutto si può lasciar stare? Per avere il federalismo devono "qualsiasi cosa" al Presidente del Consiglio"?
Vedono Bossi ancora oggi allo stesso modo ?
Per chi lo volesse vedere, gli fornisco un link che riporta una foto veramente carina, in cui Bossi e Berlusconi sembrano due teneri piccioncini ... che dolcezza !!!

giovedì 24 giugno 2010

Dammi tre ... domande


Qualche estate fa ebbe grande successo una canzone dal titolo "Dammi tre parole".
Se non ricordo male le tre parole erano pure banali, "sole, cuore e amore", ma ebbe successo; forse perchè in estate le cose leggere sono più gradite.
Così, proprio all'inizio dell'estate, scrivo questo post, parafrasando il titolo della canzone per dargli un titolo.
Nel mio caso però allo specchio non ho chiesto parole, ma domande e ne ho chieste più di tre, in verità.
Prima domanda:
La manovra europea, la sua equità, l'apporto di ciascuno in base alla propria capacità contributiva ed infine il taglio delle spese.
Non voglio disquisire sul contenuto della manovra, anche se avrei da dire. Per un sintesi offro un link interessante. Non commento i contenuti, anche perchè ancora il dibattito è aperto ed il decreto deve essere convertito ... ma sembra che la priorità siano le intercettazioni (ne parleremo).
Non è però sfuggito ad alcuno che in gran parte è una manovra per tagliare le spese.
Prima della conversione, fioccano gli emendamenti e tra le altre questioni il balletto più spettacolare quello sulle Province: province sì, province no e vanno abolite. Ormai è chiaro che i tagli avverranno dove è più facile farli e dove la controparte è più debole. Vedi i lavoratori pubblici, da mesi presi a picconate da Brunetta (che dovrebbe viceversa "far funzionare" la Funzione Pubblica in quanto Ministro e preposto ad essa).
Tornando al tema, i tagli vi saranno dove la controparte è più debole ed infatti le Province resteranno tutte anche quelle minuscole e dopo la minaccia dei Presidenti delle Regioni di rimettere le funzioni forse qualche modifica ci sarà anche per loro.
ma la domanda è su altro tema. Domenica a Pontida c'era Bossi. Aveva accanto il figlio "trota", che recentemente è stato eletto consigliere regionale in lombardia, dando grande soddisfazione al padre che commentò allora: "Renzo è bravo e mi dà una mano, corre da tutte le parti e viene a tutti i comizi. Forse ha trovato la sua strada".
Appunto Bossi (con il "bravo figlio" che ha trovato la strada per seguire Papà ai comizi) ha detto chiaramente che il Ministro per il federalismo è LUI, ed il federalismi lo fanno LUI e Calderoli.
Il problema è che l'ha detto il giorno dopo che è stato nominato un nuovo ministro, Aldo Brancher, dando vita ad un nuovo Ministero, appunto quello per "l'attuazione del federalismo".
Domanda: ma visto che siamo in tema e periodi di tagli alla spesa, ma bisognava spendere soldi per nominare un ministro e creare un ministero che non serve a nulla per parole dette da Bossi ?
Del resto anche il neo ministro ha confermato: "non toccherò le competenze di Bossi o Calderoli, a me spetterà la fine del percorso".
Ed allora sotto domanda: ma il federalismo è una specie si staffetta, oppure non lo sappiamo ed in Padania ci svolgeranno le prossime olimpiadi con Bossi, Calderoli e Brancher a fare gli ultimi tre tedofori che portano la fiaccola ?
Ci rassicura comunque tremonti che ha detto "il neo minsitero" sarà un ministero light.
Ho iniziato a scrivere il post martedì 22 giugno e dopo aver formulato queste domande avevo deciso di fonirvi il link di Wilkipedia per chi, come me, non conoscendolo, avesse voluto avere notizie su Brancher. In sintesi, per quanto scritto su Wilhipedie (riporto quanto lì scritto e quindi non me ne ritengo responsabile): prima di intraprendere la carriera politica è stato prete Paolino, braccio destro di Don Emilio mmmana, che aprì il primo Ufficio di Pubblicità di Famiglia Cristiana. Carriera politica iniziata nel 1999, ma naturalmente solo dopo aver collaborato come dirigente indovinate in quale gruppo ... nel gruppo Fininvest.
Altre notizie ? Detenuto per 3 mesi a San Vittore, a seguito dell'inchiesta mani pulite, è stato scarcerato pe decorrenza dei termini di custodia cautelare e condannato in primo grado ed in appello per falso in bilancio e finanziamento illecito al PSI. In Cassazione il secondo reato è andato in prescrizione, mentre il primo è stato depenalizzato.
Per il resto vedete Wilkipedia, a cui anch'io mi sono rimesso nel riportare il sunto, non conoscendo nulla della persona Brancher.
Appena letto tutto ciò ho strabuzzato li occhi, mi son ripeto le domande che sopra ho scritto ... ma perchè questo nuovo Ministero ???? Beh, la risposta è arrivata oggi giovedi 24 giugno. Vi allego link della notizia giornalistica e vi faccio la sintesi: Il neoministro Aldo Brancher ha chiesto di avvalersi del legittimo impendimento nello stralcio del processo per la scalata ad Antonveneta .
Motivo ??? appunto la necessità di organizzare il suo dicastero.

In altre parole, egli come imputato di appropriazione indebita insieme alla moglie (cui è stato invece contestato il reato di ricettazione) avrebbe dovuto presentarsi davanti ai giudici il prossimo 26 giugno. Ha fatto però presente che non può andarci (legittimo impedimento) perchè ha altre cose da fare ... cosa ? essendo Ministro da 4 giorni deve organizzare il nuovo Ministero "light"
Che dire:
1) un grande esempio per l'Italia che lavora, da un grande lavoratore che per troppo impegno non può recarsi come imputato daventi al giudice;
2) non venitemi a dire che il Governo Berlusconi non fa cose utili .. la legge sul legittimo impedimento è stata utilissima al neo ministro, anche lui "fatto", cioè nominato dal Governo Berlusconi;
3) è arrivata la risposa alla domanda. Visto che anche Bossi ha definito il nuovo Ministero inutile, si è capito, forse a cosa serve questo nuovo ministero ... al Ministro per essere "legittimamente impedito" e non recarsi, per il momento, in aula giudiziaria quale imputato.

Se il tutto non fosse vero, vi sembrerebbe di leggere no dei miei post inseriti nella sezione autoironia caricaturale!!!

Seconda domanda:
Sono mesi che leggiamo notizie sulle tangenti ed intrallazzi legati alle cosiddette "grandi opere", alla ricostruzione post sisma, ed alle opere per il G8 alla Maddalena. I nomi, quanto ad imprenditori, erano sempre gli stessi, mentre, quanto a politici, si è arrivati sino al Ministro Scajola.
Pensavamo fosse finita; invece ora è arrivato anche l'ex ministro delle Infrastrutture Lunardi, sempre Governo Berlusconi, quello, diciamo, Pre Prodi (vi ricorderete le questioni TAV, Ponte sullo stretto, ecc.).
Ma la novità è che siamo arrivati anche al Governo dello Stato Vaticano se così vogliamo dire. Infatti tre gli indagati c'è ora il Cardinale Sepe
La questione è sempre legata a quell'inchiesta ormai chiamata della cosiddetta «cricca» relativa ai Grandi eventi. Corruzione è il reato contestato a entrambi. L'indagine riguarda, in particolare, la ristrutturazione e la vendita di alcuni immobili di Propaganda Fide nel 2005, il cui responsabile era all'epoca il cardinale Sepe. Per inciso, i beni di Propaganda Fide, costituiscono un patrimonio immenso (oltre 9 miliardi di euro) gestito in totale autonomia dalla Congregazione.
Anche per quanto riguarda Lunardi l'accusa fa riferimento alla ristrutturazione e alla vendita di un immobile. Si sa, l'abbiamo visto con Scajola, noi italiani puntiamo sempre sul mattone quando c'è da investire ... tanto che riusciamo anche a farci comprare case da altri "senza saperlo".
Neanche a dirlo, nella questione risulterebbe coinvolto il costruttore Diego Anemone, neanche a ridirlo, in entrambe le operazioni sarebbe coinvolto l'ex presidente del Consiglio dei lavori pubblici Angelo Balducci.
Ps. nei giorni scorsi il nome di Sepe era venuto fuori anche perchè si parlava di una sua testimonianza di fronte ai magistrati di Perugia per la vicenda dell'alloggio romano dato in uso ... indovinate a chi ? a Bertolaso.
Secondo quanto è emerso l'accusa vuole avere chiarimenti sul fatto che l'organismo rappresentato dal cardinale avrebbe ceduto a Lunardi degli immobili ad un prezzo di molto inferiore a quello di mercato, mentre sempre l'organismo predetto avrebbe ricevuto ingenti contributi pubblici per la ristrutturazione di un immobile di sua proprietà in Piazza di Spagna.
Il Cardinale Sepe ha riferito che chiarirà tutto e che i contributi erano in verità un risarcimento per il fatto che l'immobile risultava aver subito danni per il transito della metropolitana.
Domanda: Potranno sperare di ricevere risarcimenti anche tutti i romani che hanno proprietà immobiliari sotto cui transita la metropolitana ?
Non so rispondervi, ma come ha detto lo stesso Sepe, commentando la vicenda :"La verità vince sempre"; allora fiduciosi non possiamo che attendere, anche se lo slogan che Sepe cita sempre ai fedeli e che ha usato anche stavolta («A Maronna v'accumpagna») lo lascerei stare: penso che nel mondo la Madonna abbia altro a che pensare.
La domanda l'ho posta, rispondete voi. Però rispondo io ad una domanda che forse qualcuno di voi s'è posto. Ma Sepe come conosceva Bertolaso e Balducci, visto il diverso campo in cui operano. Non so quando sia nata veramente la conoscenza, ma sicuramente si son frequentati nell'Anno Santo, in cui Sepe seguiva i preparativi per il Giubileo, collaborando tra l'altro con Angelo Balducci e Guido Bertolaso entrambi incaricati dallo Stato Italiano nella preparazione dell'evento.

Terza domanda:
Ho iniziato a Scrivere sulla questione sempre martedì scorso, prima che si sapesse l'esito del referendum, promosso dai Sindacati favorevoli all'accordo con Fiat. Il post esce quando è noto lo "scontato" esito del voto. Dico scontato e scriverò perchè. Per chi si fosse distratto faccio un sunto. Fiat propone ai lavoratori un accordo per portare la produzione della Panda in Italia (sì perchè oggi venivano prodotte in Polonia). Chi sostiene l'accordo, lo fa sostenendo la tesi di un rilancio della produzione della Fiat in Italia, chi è contrario sostiene che l'accordo prevede una forte contrazione dei diritti dei lavoratori (es. il diritto di sciopero) oltre ad un'organizzazione del lavoro inaccettabile dai lavoratori.
Non stiamo qui a verificare chi abbia o meno ragione, dovendo leggere quanto meno prima l'accordo.
Però una domanda la pongo allo Specchio e se volete provate a rispondere Voi.
Ho ascoltato le interviste ai lavoratori che si recavano al voto. Ho sentito coloro che esprimevano parere favorevole, i quali motivavano tutti allo stesso modo. In sintesi, votavano sì perchè almeno si poteva parlare per qualche anno di lavoro, quando da mesi tutti loro sono in cassa integrazione.
Ecco la domanda: Qual'è contenuto e valore si può dare al voto favorevole ad un accordo proposto dal datore di lavoro, quando hai come alternativa il non lavoro, la fine prossima della cassa integrazione e la fame in famiglia?
In altri termini, chi voterà sì, lo farà perchè condivide il contenuto dell'accordo?
Tradotto in termini, diciamo, socio- fiolosofici: E' normale un Paese che vede i lavoratori della sua più grande impresa, quanto meno in senso storico, dover decidere se dire sì ad un accordo, senza poterne valutare serenamente i contenuti, dovendo, invece, scegliere tra questo e la disoccupazione (o semmai l'emigrazione in Polonia) ?

Quarta domanda:
Sembra che la questione più impellente per il Governo sia far approvare la legge sulle intercettazioni telefoniche. Anche il pericolo crisi economica pare venir dopo e la conversione del decreto "manovra economica" non è più urgente della legge sulle intercettazioni.
Come dire, in altre parole, è' esplosa in tutta la sua grandezza la problematica Privacy. Sì perchè a sentire che sostiene questa legge, il motivo per cui la si vuole è per frenare l'invasione alla sfera privata che le intercettazione hanno posto in essere. In gran parte Berlusconi ha più volte affermato di voler cambiare la Costituzione, ma c'è proprio questo principio costituzionale che vuol difendere a spada tratta (neanche Don Chisciotte contro i mulini a vento potè tanto): la riservatezza delle comunicazioni private. La difesa di questo Principio Costituzionale per lui, viene dopo la manovra ovvero dopo un altro principio-diritto costituzionale: quello al lavoro.
Domanda: sentite anche voi come prioritaria la difesa del diritto alla privacy rispetto alla difesa del diritto al lavoro ?
Quando parlate al telefono vi sentite minacciati se qualcuno vi ascolta (discorso escluso per i mariti che hanno paura che la moglie li ascolti mentre parlano al cellulare) ?

Quinta domanda
E' apparsa su vari mezzi di stampa la notizia della Drastica riduzione del consumo di droghe nel 2009 (in viola sempre il link).
Il totale dei fruitori (sia occasionali che abituali) è di circa 2.924.500, rispetto ai 3.934.450 persone stimate nel 2008. In termini di percentuali il calo è del 25,7%.
Chi lo dice ? La Relazione annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze, consegnata ieri ai vertici delle istituzioni, e illustrata oggi a Palazzo Chigi dal sottosegretario Carlo Giovanardi. Il sottosegretario sostiene che ciò sia dovuto all'attività di repressione e prevenzione.
Ma viene detto che, ad imprimere un cambio di rotta ci ha pensato anche la crisi economica, che ha evidentemente imposto una sorta di austerity nei consumi.
INCREDIBILE!!! Dobbiamo rallegrarci con la crisi economica.
Domanda: quindi se tra i nostri giovani ci sono più disoccupati, dobbiamo dire ALLEGRIA! perchè sicuramente abbiamo anche meno potenziali consumatori di droghe.
Non conosco la risposta ... datela voi. Una certezza c'è ... come dicono le testate giornalistiche, Giovanardi non ha nascosto la propria soddisfazione. Ha però aggiunto e rimarcato che c'è del lavoro che resta da fare.
Altra domanda: quale lavoro ? accrescere la crisi economica per far diminuire ancora i potenziali consumatori di droga ?
A parte le facile battute. E' stato anche detto che però per effetto della crisi, comincia a farsi avanti un nuovo fenomeno, lo spostamento, soprattutto nei consumatori occasionali, verso gli alcolici, in quanto più accessibili e meno costosi. Insomma poco da stare allegri, magari accade come in Russia, paese consumatore di alcolici, specie la vodka, che siccome cosava troppo, viene fatta in casa con sostanze altamente tossiche e dannosissime per la salute
Domanda: Finiamo con una battuta ?
Ma sì. Viene detto che la droga viaggia sempre più sul web.... non cercatela però qui lo specchio "spaccia" un altro tipo di stupefacenti: ad esempio notizie che non sembrano vere, ma che, ahime, lo sono!

sabato 19 giugno 2010

Saramago addio


Più volte l'ho scritto, lo Specchio non è mai fuori tempo, sempre attuale, anzi a volte anticipa l'attualità. Del resto il sottotitolo del blog riporta proprio le su parole: "... lo Specchio può anche spontaneamente mostrare delle immagini...; cose che furono, e cose che sono, e cose che ancora devono essere".
Ieri, per leucemia cronica è morto Josè Saramago, scrittore portoghese, nobel per la letteratura.
Qualche mese fa scrissi un post, che in qualche modo tratta anche la sua opera. Ecco, ora mi piacerebbe che chi legge questo post, si fermasse e leggesse quello che scrissi mesi fa (link), ne capirà sicuramente il senso, e coglierà ancora meglio il messaggio del presente post.
Ieri muore Saramago, oggi scrive l'Osservatore romano, anche qui il link se volete leggere.
Se non volete leggere l'articolo vi riassumo quello che afferma il giornale che in pratica è il quotidiano della Chiesa e vi spiego il senso di questo breve post.
Il titolo dell'articolo è: "L'onnipotenza (presunta) del narratore".
Questo il titolo; quanto al contenuto il giornale sottolinea l' "ideologia" anti-religiosa dello scrittore, definito uomo ed intellettuale, fino all'ultimo inchiodato in una sua pervicace fiducia nel materialismo storico, lucidamente autocollocatosi dalla parte della zizzania nell'evangelico campo di grano, si dichiarava insonne al solo pensiero delle crociate, o dell'inquisizione, dimenticando il ricordo dei gulag, delle 'purghe', dei genocidi, dei samizdat culturali e religiosi".
Potrei proseguire ma mi fermo.
Mi fermo, perchè:
- in primo luogo, sottolineo la mancanza di pietà che caratterizza l'articolo e che invece dovrebbe contraddistinguere un religioso, che si professa cristiano e cattolico;
- in secondo luogo perchè quello che è stato detto è falso. E' falso il fato che Saramago si fosse dimenticato i gulag ed i genocidi, ovvero l'abominio che porta con sè ogni forma di tirannia (basta leggere le sue opere). Del resto, anch'io, come lui sono insonne di fronte alle crociate ed all'inquisizione.
Ma la vera ragione del post, forse l'avrete già capita, avendo letto il mio precedente post. L'opera di Saramago, si compenetra con i temi dell'autore che ho citato in quel post Kazantzakis (vedi le sue opere "Cristo di nuovo in croce" e "L'ultima tentazione" di cui nel post ho scritto).
Di Saramago, basta leggere il libro "Il Vangelo secondo Gesù Cristo", in cui la figura di Cristo è umanizzata e per questo molto più vicina a noi, come ho spiegato nel precedente post.
E' molto più vicina a noi di quanto ce la faccia apparire, chi pensa di comunicare il messaggio di Gesù, attraverso gli apparati burocratici di una Chiesa, che non è comunità di fedeli, ma vero e proprio Stato, di cui le gerarchie ecclesiastiche ne sono il governo.
Attraverso le opere di Saramago e
Kazantzakis, la figura di Cristo ci appare molto più vicina, di quanto non ce la facciano apparire, quei preti pedofili, che quella gerarchia della Chiesa (apparato) ha, nel passato, troppe volte coperto.
Questo il messaggio del post: neanche la pietà di fronte alla morte ha fermato i Farisei, ma sappiamo bene, proprio dal Vangelo, da che parte stava Gesù Cristo.
Addio Saramago, grazie a te, ed al parroco della mia infanzia ho saputo capire che Gesù, prima ancora che figlio di Dio, era uomo, con gli stessi nostri dubbi di fronte alla vita e di fronte alla morte. Troppo facile sarebbe stato il sacrificio, se avesse avuto la consapevolezza della risurrezione.
Anche noi nella nostra vita, per sperare e tentare di risorgere, dobbiamo capire il senso della sofferenza, del sacrificio, dell'amore e dell'altruismo.

mercoledì 26 maggio 2010

Balla coi squali




Inizio con una premessa: torno a scrivere un post dopo molto tempo, ma non è colpa dello specchio, che ha sempre continuato a mostrare immagini. La causa è la mia volontà, una scelta.
La sintomatologia iniziale è consistita nell'avvertire una sorta di pigrizia, somigliante ad un improvviso vuoto interiore. Chi mi conosce sa che vuoto non poteva essere ed infatti, era solamente voglia di "riflessione" (non a caso mi confronto con lo specchio).
Per la precisione, ho sentito l'esigenza, diciamo, di "rimodulare" un qualcosa nell'animo, il bisogno di vagliare e valutare una serie di argomenti, di temi, di questioni, scegliendo quelli che potessero stimolare, non solo chi scrive, ma sopratutto, il lettore. Forse il timore di divenire banale, sia nella scelta degli argomenti mostrati dallo specchio, che nel modo di trattarli e raccontarli.
Devo dire, poi, che mi ha fatto piacere, sentire due domande ricorrenti che mi hanno posto alcuni lettori del blog: "ma perchè non pubblichi più ?" e "ma quando ripubblichi ?".
Così ho pensato fosse durata abbastanza questa sorta di "digestione" ed è arrivato questo post, che, a dire il vero, l'ho iniziato a scrivere giorni di prima rispetto alla data in cui comparirà nel blog.
Chiusa, terminata la premessa, ecco il post.
Il titolo potrebbe far pensare alla volontà dello specchio di commentare ancora una volta le ultime e più recenti vicende politiche, con descrizione della relativa fauna (gli squali alias i politici). Si potrebbe essere tentati di pensare che si vada a trattare temi quali la manovra economica ed il diseguale conseguente sacrificio chiesto agli italiani, l'interesse reale del Governo per leggi come quella sulle intercettazioni, e tanto altro che ci sarebbe da commentare. Anch'io a ben dire sono stato tentato da ricominciare da lì, ma appunto ho detto ricominciare, ossia riprendere una strada già battuta.
Quindi, non è così; le immagini che lo specchio mi ha mostrato hanno tutt'altro scopo e senso.
Recentemente, ho realizzato un mio desiderio: quello di nuotare nel mare, tra la barriera corallina. Dopo vari anni di rinvii, sono riuscito ad andare non solo lungo le sponde , ma proprio dentro e nel profondo del Mar Rosso, quindi, in Egitto e per le precisione a Marsa Alam.
Stupendo. Come me l'aspettavo, non dico più di come me l'aspettavo, ma senza alcun tipo di delusione e questo è già molto.
Scritto ciò, tra chi legge potrebbero esserci alcuni dotati di un profilo, caratteriale, diciamo, un pò snob, e che potrebbero, di conseguenza, dire: " bah! la solita vacanza: Mar Rosso, folla di turisti, Sharm ... ecc., ecc.".
E qui sta l'errore. Non ho intenzione di annoiarvi con un racconto completo del viaggio, ma la volontà è di tentare di riuscire, anche solo un poco, a farvi percepire quello che ho riportato io da questo soggiorno. Riuscire a farvi comprendere che non è stata la solita vacanza di sole, in un mare diverso da quello di casa nostra, ovvero, in un luogo fuori tempo, nel senso di averlo frequentato e vissuto in un periodo in cui a casa nostra piove e freddino, mentre lì tutto parlava di una dolce estate.
Non voglio raccontare il viaggio, ma, in altre parole, voglio scrivere del viaggio. Intendo "il viaggio" nel significato adolescenziale, che ad esso ho sempre attribuito: afferrare e conservare una serie di impressioni, di emozioni.
Viaggio come senso e profondo significato che resta in noi una volta che si è tornati, di quello che è divenuto una nostra parte, del nutrimento che ha dato all'anima .
E' vero, un viaggio del genere in quei luoghi, può essere visto e vissuto, come quanto di più turistico, ci possa essere, nel senso consumistico del termine: villaggio, sensazione di essere in un ambiente protetto, separato dai luoghi visitati, insomma sentirsi piante da serra od animali nella riserva naturale.
Ma, la differenza la facciamo noi; siamo noi che possiamo trasformare questo tipo di visita, nel viaggio inteso come ho descritto poche righe fa e che ci permetta, quindi, di vivere quei luoghi e le sue genti, traendone il senso complessivo, oltre alle singole emozioni.
Allora perchè il titolo "balla coi squali"? Ho preso solo in prestito un famoso titolo di un notissimo film: "balla coi lupi". Ricordo che, dopo aver visto il film, oltre alle varie emozioni, la prima e più grande sensazione che conservai fu quella del "paradiso perduto", dell'uomo che ha visto il limite, la frontiera del mondo che conosciamo, ed al di là della quale esiste un mondo creato da qualcosa che non siamo noi, di più perfetto, o creatosi grazie ad un equilibrio che noi non potremmo mai raggiungere. In ogni caso, un mondo che abbiamo perduto, lasciando che fosse ingoiato da quel mondo che, invece, abbiamo creato con le nostre mani, un mondo meno perfetto e che alla fine non riflette neppure la nostra vera essenza, tanto che soffriamo spesso per la "nostalgia" che proviamo per il paradiso perduto.
Le stessa sensazione l'ho provata vivendo per qualche giorno nel Mar Rosso, ma intendo il Mar Rosso di Marsa Alam: ho sentito la frontiera che avanza e la nostalgia per il paradiso perduto.
C'è una profonda differenza tra il Mar Rosso di Sharm o di Hurgada e quello di Marsa alam, ma c'è ancora differenza tra quello di Marsa Alam e quello di Berenice od ancora più a Sud dell'Egitto.
E' un qualcosa che si percepisce a pelle. Ho nuotato con le tartarughe nella spiaggia di Abu Dabbab, ed ho nuotato con le tartarughe in alcune spiagge più a sud: e lì c'era la differenza. Ad Abu Dabbab, le vedevi, impegnate a vivere e nello stesso tempo, impegnate a smarcarsi dai turisti. La stessa spiaggia, pareva un museo assediato da gruppi di turisti dotati di pinne e boccaglio. Più a sud ho viste le tartarughe pascolare tra i coralli e guardarti, senza muoversi, mentre tu le stavi osservando, e poi ricominciare a mangiare, per poi rimirarti, facendoti sentire presente, ma contingente, legato al momento, e quindi comunque giustamente "straniero". Sentivi, allora, l'esigenza di lasciarle stare, salutarle e ringraziarle per lo spettacolo che ti avevano offerto, per essersi fatte osservare, materialmente per quei pochi istanti, ma spiritualmente, restando presenti ancora oggi che sono tornato, come straniero, nella mia casa. Mi hanno spinto a pregare perchè il "qualcosa" che sta al di là di noi riesca a salvare quello spettacolo.

Naturalmente non solo tartarughe. Ho nuotato anche a pochi metri da un barracuda lungo più di un metro, avendolo visto quando ero già molto vicino, mentre lui, lì fermo, sotto la barca a pochi metri da riva, mimetizzato con lo stesso colore azzurrino dell'acqua, mi aveva visto da tempo. Lì l'ho trovato, lì è rimasto, lui re di quel regno, io invasore temporaneo.
Murene di dimensioni inenarrabili, aquile di mare che parevano davvero volare nell'acqua a velocità da non credere, pesci dalle mille forme e colori.
Poi persino loro ... gli squali, tra cui uno, che ha percorso, per alcuni metri, in parallelo con me, la barriera corallina. Io esploratore, in quel momento diventato oggetto esplorato.
Lì ho sentito la frontiera, ho rivisto il lupo "due calzini" con cui Kevin Costner ballava; lui il lupo, io, nel mio piccolo, lo squalo.
In quei giorni ho fatto amicizia con alcuni ragazzi del posto: guide sub locali, che hanno lavorato in varie villaggi, nei vari luoghi del Mar Rosso; venditori nei bazar, ma nella realtà studenti universitari di luxor, che per guadagnare qualcosa, per un certo tempo vendevano souvenir nei bazar del villaggio.
Grazie a loro, ho capito qualcosa più di quei luoghi, ma soprattutto, ho avuto conferma della mia sensazione: la frontiera si sposta sempre più a sud, i coloni avanzano, sempre meno rispettosi di quel mondo in cui sono temporanei visitatori e sempre stranieri. Mi hanno raccontato di quella che era la barriera più a nord, oggi un pò squalcita, oppure di turisti (specie russi) che arrivano a prendere le tartarughe per alzarle trionfalmente fuor d'acqua.
Salutandoli, lì ho pregati di far quanto più possibile per salvare e conservare quel luogo. Io che, forse esagerando, dico "ho ballato coi squali", ho visto un mondo nato da un perfetto equilibrio, avvertendo che poco basta per alterarlo. Spero, quindi che l'uomo lo conservi, ma in verità ho molto timore che ciò non sia. Ci riesca almeno quello stesso equilibrio che l'ha creato, il Mar Rosso stesso, a cui, sicuramente, per quello che m'ha donato dico grazie: Shukran Marsa Alam.

lunedì 24 maggio 2010

vita da ca(o)n dominio


Un attimo di pausa, via dai processi brevi, dalle ingiustizie tributarie, civili e penali, via, via da tutte le beghe ... e parliamo di vita comune o meglio in comune o per la precisione in condominio (e quindi non tutte le beghe se ne vanno via).
Almeno, in tal materia si possono cogliere spunti ironici e, come spesso dico, più "leggeri";
ecco, quindi, uno dei soliti post "leggeri", la cui serie è raccolta in "autoironia caricaturale".
Dicevo vita in comune, per la precisione vita da CA(O)Ndominio.
Chi è vissuto sempre e solo in una propria casa, mono od al massimo bifamiliare, non può capire e per essi questo post può sembrare pura fantasia. Per tutti gli altri, che di condominio se ne intendono, è pura realtà, solo in veste caricaturale.
Chi vive o ha vissuto in condominio, sa che è come vivere in una jungla, tanto più grande quanti sono i piani del palazzo, abitata da tante specie animali, quanto più grande è la jungla.
Tutte queste specie animali si ritrovano almeno una volta all'anno, in occasione di quello che è un evento a metà tra il rito pagano, la valvola di sfogo del nostro represso quotidiano e per altri una sorta di riunione esoterico-massonica: parlo dell'assemblea annuale di condominio.
L'inizio dell'assemblea è quasi sempre una sorta di orgia alcolico-alimentare.
Infatti, ognuno porta con sè, oltre al rendiconto annuale, la propria specialità culinaria: dolci, pizzette, salatini, torroni e panettoni pre e post natalizi, sino addirittura a prove od avanzi di cenoni di capodanno.
Altri, non dotati a livello culinario, portano con sè, ana o super alcolici, a seconda dei loro gusti, perchè, senza eccezione alcuna, saranno loro stessi a trincarsi l'intero contenuto della bottiglia portata, sfruttando l'occasione per dimenticare un recente dispiacere e finendo per dimenticare anche l'assemblea cui ha partecipato, tanto che qualche mese dopo, s'incazzerà nel vedere ripavimentare il portico, sostenendo l'inutilità della spesa ed arrivando a disconoscere la propria firma apposta in calce al verbale della riunione, in cui anch'egli ha condiviso la decisione di eseguire siffatti lavori.
Il fatto peculiare di tali incontri è che da orgia alcolico-alimentare, la riunione finirà, anche qui senza eccezione alcuna, in rissa da stadio, dopo che nel corso della stessa, in crescendo costante, si sono verificati scambi di "opinioni" in perfetto stile autista esasperato, imbottigliato nel traffico cittadino all'ora di punta.
E' certo che, alla fine, tutti si saluteranno cordialmente o quasi, avendo raggiunto almeno lo scopo di vivere questo evento come proprio se lo aspettavano, ovvero come detto: rito pagano per i beoni e magnoni, valvola di sfogo per coloro che sono sempre imbottigliati nel traffico o che non trovano mai il modo per mandare aff... il capo rompi e, infine, riunione esoterico-massonica, per coloro che più digiuni di diritto civile (libro terzo, titolo VII capo II del codice civile), nel corso dell'assemblea, hanno ascoltato lo snocciolamento di numeri, inermi, senza neppure l'ombra dell'attenzione che mostrano per la tombola natalizia. Per loro, infatti, detti numeri resteranno sconosciuti ed acquisteranno appunto un significato occulto, per tutto il resto dell'anno: parlo naturalmente dei morosi cronici, che non sanno ed ignorano il senso oscuro del termine "quota condominiale".
Tralasciando la descrizione dell'evento assemblea, veniamo a conoscere quali specie animali popolano la jungla condominiale:
1) amplifon auditel: E' un animale contraddistinto da una passione innata per le immagini, tant'è che passa giornate a vederle scorrere nella TV senza sentire nulla. Infatti, per aver dato tanta importanza alla vista, ha perduto il senso dell'udito. I suoi vicini non l'hanno però perso (anche se corrono grandemente tale rischio) ed ormai riescono a riconoscere i programmi sentendone solo il suono. Alcuni vicini hanno anche provato a richiedere l'intervento della polizia, ma l'hanno chiamato, disgraziatamente, proprio quando la stazione di polizia era in diretta TV (per un servizio sull'ordine pubblico, la sicurezza ed il buon vicinato) e si sono sentiti rispondere "signora abbassi il televisore, altrimenti fischia e, mi spiace, ma non sentiamo cosa ci vuol dire!".
C'è chi è riuscito ad abbattere la porta ed entrare nella tana dell'amplifon auditel, ma ha avuto la sfortuna di riuscirci proprio quando questo animale era uscito ... egli infatti, lascia a tutto volume il televisore in ogni momento, perchè sostiene che gli fa compagnia (anche quando egli nella tana non c'è).
Questo animale è chiamato amplifon auditel, perchè da sostegno a tutti quei programmi TV che rischiano la chiusura per mancanza di "ascolti", che saranno invece premiati con il telegatto, grazie al punto di share che egli gli dona ... peccato che vista la sua sordità neppure con lui il tal programma incrementa l'ascolto. Giudizio: da manomissione dell'antenna TV.
2) il botanico: è questo un animale che riesce a stare sempre sopra a tutti, perchè acquisterà sempre e solo la tana attico, in cui farà crescere foreste pluviali a prova di disboscamento, in cui vivono animali non più rinvenibili neppure nella foresta Amazzonica.
Il problema è che c'è sempre una specie animal-condimoniale che, ignara, costruisce la propria tana sotto a quella del botanico. Quest'ignaro animale si troverà, in breve, a vivere in un ambiente caratterizzato da clima monsonico bisettimanale, che nei mesi estivi arriva a manifestare precipitazioni quotidiane, intorno alle otto-nove di sera (ora dell'annaffiatura). L'ignaro animale sotto collocato, avrà la fortuna di veder nascere rigogliosi nel proprio terrazzo, muschi, licheni, e piante di ogni genere senza spendere un euro in consumi idrici ... peccato che tal animale soffre di allergia congenita (che sarebbe comunque sopravvenuta) ad ogni specie di essere vegetale.
Se vi capitasse di acquistare l'appartamento sotto un attico, ponete attenzione ai primi segnali di pericolo: rumore di cascatella via via crescente sino ad effetto sonoro simil torrente alpino, oppure a stillicidio tipo pioviggine autunnale che ben presto si trasformerà in rovescio estivo da cumulo nembo. Rimedio: difesa stile scudo spaziale con gocciolatoio.
3) il motomaniaco: questa specie animale, sviluppa il proprio habitat con gradualità, ma in maniera ostinata, pervicace. Gli altri abitanti non lo notano, da subito, al suo arrivo, poi, pian piano, ne acquistano la consapevolezza. Iniziano a sentire un ronzio costante, che all'inizio scambiano per il suono generato da un nugolo di calabroni. Appena si rendono conto che si è in dicembre e non possono essere calabroni a provocare il ronzio, si accorgono subito che il ronzio è diventato più simile al suono di un martello pneumatico. Si affacciano a verificare se ci sono lavori nel cortile e vedono solo lo sfrecciare prima di una bicicletta elettrica, poi di un motociclo, dopo ancora di una motocicletta, poi di un'auto berlina, poi di un'auto modificata per corse, stile maggiolino tutto matto, poi di un fuoristrada ed infine vedono decollare un aereoveicolo da turismo. Il fatto singolare e che tutti questi mezzi di trasporto sbucano dalla corsia garage. Con questo punto interrogativo in mente, ciascun condomino si recherà nella predetta corsia e scoprirà che uno dei garage (quello del motomaniaco) è diventato un'officina da far invidia a qualsiasi ditta specializzata in meccanica. La seconda domanda, che mai troverà risposta, è da dove è sbucata siffatta realtà ed in quanto tempo. Insomma da quel momento i condomini vivranno giorni contornati da sinfonie di rombi, martellate, trapanature e musica non da camera ma da officina, che farebbe impallidire quella creata dai meccanici Ferrari nel corso di un qualsivoglia GP di Formula uno. Consiglio: da soffocare nei propri fumi di scarico.
4) l'ansioregalomane: E' questa la specie animale più sfuggente e difficile da avvistare. Esce ed entra dalla tana con una velocità impressionante ed è praticamente impossibile da trovare nella propria casa. Ha sempre una festività, occasione, ricorrenza da festeggiare e per la quale deve acquistare un regalo da fare ad uno dei milioni di amici, parenti o non so cosa che possiede. La sua peculiarità è che programma l'acquisto con un anticipo spaventoso: così a ferragosto sta acquistando i regali per natale, a natale quelli per pasqua, a pasqua quelli per zio Matteo che compie gli anni a ferragosto e così via con un intreccio di date che non gli da tregua, perchè per ogni giorno c'è qualcosa e qualcuno da festeggiare. Se lo trovate nella vostra camera a rovistare nei cassetti, non vi preoccupate perchè sta verificando quale capo d'abbigliamento vi manca per regalarvelo; allo stesso modo se in ascensore vi poggia una mano sul sedere "not worry", sta verificando la taglia ... se poi la mano, dopo un pò, non la toglie, allora il motivo potrebbe stare altrove e se avete gusti diversi e la cosa vi piace "be happy". Giudizio: da attendere l'anno bisestile (forse il 29 febbraio è l'unico giorno in cui non ha alcuna ricorrenza).
5) il public "relationer":
La specie animal-condominiale qui descritta si nutre della presenza altrui. Non lo troverete mai solo, ma soprattutto, proprio nel momento in cui non percepirete la sua presenza, ne coglierete, invece, proprio allora la piena vera sua essenza. Infatti, è tipico per il fatto che, a differenza di tutti gli altri condomini, i quali dopo un giorno di attività, tendono a ritirarsi nella propria tana per riposare, lui proprio a quell'ora da concretezza alla propria esistenza. Accadrà così che alle una di notte, quando voi, per andare a letto, vi alzerete dal divano, in cui già da un'ora dormivate e tentando di spegnere la televisione, arriverete a pensare che il telecomando si è rotto: pigerete il pulsante rosso, ma la tele non si spegnerà, anzi aumenterà il proprio volume. Solo gradualmente acquisiterete consapevolezza che non è la vostra televisione che fa tanto fracasso, ma quella del vicino. Dalla stessa casa arriverà il suono di musica disco, free jazz e punk inglese e la festa (dal vicino) avrà inizio. Sarà quella la prima delle tanti notte che passerete sonnecchiando, sognando di ballare addormentati nella discoteca che frequentavate da adolescenti ... quella discoteca si è trasferita di fatto nella casa del vostro vicino.
Consiglio: riscoprite la vostra dote da imbucato (almeno starete svegli e non sarete costretti solo a sognare di ballare
).
6) il faccendiere:
Una specie da evitare. E' capace di incontrarvi varie volte nella stessa giornata e coinvolgervi in altrettante imprese avventur-condominiali: dalla piantumazione del giardino, alla verniciatura delle ringhiere, alla lucidatura del porticato, sino ad arrivare alla decorazione con affresco dell'ingresso del palazzo. Sa fare, o meglio pensa di saper fare, tutto. Ma il grave è che non si fa gli affari suoi spericolandosi da solo in tutte le fallite imprese, ma deve coinvolgere sempre gli altri, altrimenti non si diverte. E' l'unico esemplare che non si annoia alle riunioni condominiali, perchè nel corso di queste sforna e propina agli altri mille e più idee, inserendole nel punto dell'ordine del giorno "varie ed eventuali", ovvero proprio nel momento in cui gli altri condomini avevano già pregustato il fine assemblea ed il ritorno alle famiglie ed ai propri diletti. Giudizio: da emarginare o neutralizzare con elettroshock.
7) il climatologo: è una specie animale sempre in controtendenza. Lo incontrerete in inverno che si lamenta del caldo sostenendo che non ci sono più gli inverni di una volta e che anche l'effetto serra ormai è cosa superata perchè siamo già nella fase della pentola a pressione. Lo incontrerete in estate che si lamenta del freddo e vi dirà che non ci sono più le estati di una volta ed è ormai prossima una nuova era glaciale. Comunque sarà difficile anche incontrarlo, perchè, in qualunque posto si trovi, cercherà di arrivare a casa nel più breve tempo possibile, dove pensa di aver creato un clima per un habitat ideale: in inverno, i termosifoni saranno tarati sul caldo stile bush australiano, mentre in estate ci saranno condizionatori sul livello climatico dell'artico. L'effetto permanente sarà che i suoi vicini subiranno ondate e vampe di calore o raffreddamento da freezer, a seconda della stagione, ma la conseguenza certa è che questa specie animale in ogni stagione manifesterà raffreddori perenni o disidratazione senza sapersi dare ragione dei disturbi, che anzi attribuirà al pessimo clima nel mondo del terzo millennio: voto: da ibernare e far risvegliare fra cento anni per dimostrargli che il clima non è poi così tanti mutato.
8) l'evasivo: E' il condomino in contumacia. Qualunque evento accada nel palazzo, lui in quell'occasione è assente. Non lo fa di proposito, ma è nella sua natura. Lo riconoscerete perchè vedrete nel cortile un auto, che avrà sopra il tettuccio una piramide di valigie, scorte alimentari, attrezzatura da sport vari e per ogni occasione (sci, biciclette, racchette, ecc.), ma in cima ci sarà sempre, invariabilmente, una damigiana di vino per festeggiare con gli amici.
Segni particolari oltre l'auto carica ? costante occhio nero causato dall'elastico utilizzato per tener fermi gli oggetti sul tettuccio, che per almeno tre volte ha rifiutato di ben agganciarsi, fiondandosi sul viso del condomino "contumace" soprannominato per questo "Panda" ed elencato nelle specie protette dal WWF. Consiglio: per averlo fra voi, sbarrate le vie d'accesso e di uscita del condominio
9) lo zoologo: è la specie condomino-animale, che ama tutte le altre specie animali. Se vi avvicinerete alla sua porta sentirete provenire dall'appartamento, latrati, miagolii, barriti, ruggiti, muggiti, sibili e cinquettii ... solo i pesci non fanno casino, ma chi abita al piano di sotto ha scoperto che si sono anche i pesci dopo le ripetute perdite d'acqua.
Se lo incontrerete nei paraggi del condominio, lo riconoscerete perchè sarà trascinato da un cane, mentre lo seguono almeno dieci gatti ed un leone attaccato al polpaccio, che gli rosicchia la caviglia. Naturalmente avrà la giacca punteggiata da regali dei suoi amici uccellini. Giudizio: anche Noè dopo aver riempito l'arca non vedeva l'ora che le acque calassero per rimanere un pò da solo (a volte come animali ci bastiamo da noi).
10) l'asceta: è la specie animale, abitante della jungla-condominio, contraddistinta dal fatto di essere silenzioso, quasi inafferrabile, perennemente assente, ma profondamente presente nel momento in cui vi cazzierà per il minimo rumore che avete creato nel vostro appartamento, del tipo caduta di spugna nella vasca da bagno. Non c'è modo di scampare, lui avrà sempre qualcosa da ridire, malgrado le vostre attenzioni, l'uso di pantofole di gomma piuma, l'apertura della porta di ingresso stile ocean's eleven e la vista dei programmi TV senza audio con l'ausilio della sottotitolazione alla pagina 777 di televideo e del telegiornale solo nella versione LIS.
Cercherete di scampare il pericolo, vi sforzerete di capire se è in casa, ma non ci riuscirete perchè non lo vedrete, nè l'udirete, ma sentirete il costante aroma dei mille odori di incenso ed essenze che costantemente provengono dalla sua porta. Consiglio: non cercate di evitarlo, sarà come tentare di sfuggire al destino ... piuttosto cominciate ad esercitarvi nell'ascetismo, frequentando corsi di yoga, tantra, mantra ... gli sfuggirete diventando come lui e cazziando gli altri ad ogni caduta di piuma.
11) l'igienista: animale dedito costantemente alla pulizia. Lo riconoscerete perchè nell'uso di spugne, pietre pomici, stracci, secchi, scope e ramazze sarà più costante di un gatto nell'uso della lingua. Egli pulisce la propria tana ad ogni ora, specie la più inconsulta come la domenica alle quattro di mattina. Chi vive a contatto della sua tana avrà il piacere di imparare a distinguere il suono di un aspirapolvere, da quello di una lucidatrice o da quello di una scopa elettrica. Dopo anni di "convivenza" riuscirete a capire se sta passando una scopa di pelo di castoro o sintetica.
Voto: da spazzare via dal condominio.
12) l'arredatore: animale parente dell'igienista perchè, anche questi, non ha il senso del tempo ed è costantemente impegnato e dedito, specie nelle ore inconsulte, allo spostamento di mobili ed arredi. Chi lo va a trovare a casa pensa sempre di aver sbagliato tana, non riuscendo a riconoscerla, perchè ogni volta ci sarà una diversa disposizione di mobili.
Vista la scelta di operare nelle stesse ore inconsulte dell'igienista (domenica alle quattro di mattina) i vicini di tana di entrambi, avranno il piacere di sentire, assieme, strisciar di mobili e sibilo di aspirapolvere in perfetto rispetto della ritmica musicale, neanche si fosse ad un concerto sinfonico. Voto: che lo assuma Ajazzone e ce lo porti via!
13) l'invisibile presenza: questa è una specie animale che si pensa sempre estinta, ma che poi, all'improvviso, qualcuno avvista dandone notizia alle autorità scientifiche che ne avevano decretato la scomparsa.
Si tratta dell' "invisibile presenza", un condomino che non riuscirete ad avvistare prima che lui vi abbia già visto: mentre uscite dall'ascensore, quando siete nell'androne di ingresso, lui è lì nel balatoio all'ultimo piano che vi saluterà, facendovi soprassaltare. Nessuno lo vede, ma lui vede tutti e sa tutto di tutti.
Passerete davanti al giardino e sentire una pianta dirvi "salve" ed è lei che scrutava i passanti, mimetizzata nel verde; mente siete in terrazza sentirete provenire dall'albero di fronte un "buongiorno" e crederete che sia l'uccellino di Del Piero che volato via vi saluta dal ramo, ma invece è lei l'invisibile presenza che si è arrampicata lì per vedere i movimenti dei condomini.
Giudizio: 007 gli fa una pipp-....(peep peep cesura)
14) l'anarchico-dissidente: sempre in contrasto e dissenso con qualsiasi decisione e contro il potere costituito e, quindi, sempre contro l'amministratore.
Tenterà perfino piccoli attentati:
- simulerà la rottura dei sacchetti della spesa, solo per vedere olii e marmellate imbrattare l'ingresso del palazzo e lamentarsi, poi, che l'amministratore ha scelto un'impresa di pulizia che non sa fare il suo lavoro;
- staccherà e subito riatttaccherà la corrente elettrica solo per bloccare l'ascensore con persone dentro, per poi, mentre le soccorre, inveire contro l'amministratore che ha scelto una ditta di manutenzioni che non vale nulla;
- omministrerà cioccolata e guttalax al cagnolino del vicino, solo per accusarlo di lasciar libero l'animale di sporcare il giardino condominiale, accusando poi l'amministratore di non vigilare e non saper far rispettare il regolamento condominiale:
Consiglio: se benchè l'abbiate messo costantemente in minoranza ad ogni riunione, ancora rompe, fate finta di regalargli una vacanza a Lampedusa, accompagnatecelo e quando arriva un barcone di extracomunitari, coloratelo con molto fondo tinta, tappategli la bocca e caricatelo sulla nave della marina militare che riporta tutti in Libia.

Vi sono poi specie animal-condominiali ormai estinte, che nessuno più ricorda, neppure io, anzi se ve ne ricordate qualcuna siete pregati di lasciare un commento al post, contribuirete alla loro memoria.
A proposito, voi a quale specie appartenete ?