sabato 31 dicembre 2011

Le mie parole

Dopo tanto tempo lo specchio torna a parlare, o meglio dire, io torno a scrivere. Proprio così, lo specchio non ha smesso un minuto di riflettere immagini, colpa mia che non mi son dato il tempo per descrivervele e raccontarvele, perso in mille cose, molte delle quali inutili e superflue. Tanto tempo perso in un correre dietro questioni e rincorrere situazioni di poco valore. Affaccendato in impegni di lavoro e familiari, ma anche alla ricerca di ciò che non serve veramente e che non da valore alle nostre giornate.
Capita così, che si stia al lavoro, ma non si è con i colleghi; che si stia in casa ma non si è con i propri cari; che si stia per le vie del mondo, ma non si è nel mondo, con i propri amici. In un altro post torneremo a parlare della differenza tra lo stare e l'essere, ma per ora, torno a scrivere per stare con voi, miei amici o forse solo lettori e semplici frequentatori del blog.
Voi, a cui penso, più spesso di quanto io stesso ne sia consapevole nel mio fare quotidiano; voi, a cui penso nel ricordare le giornate trascorse insieme; voi, a cui penso nel riflettere sulle parole che vi ho detto, in cui cerco di dargli un nuovo significato.
Le mie parole, così come le descrive Samuele Bersani nella sua bellissima canzone che, in fondo al blog, vi regalo.
Le mie parole:
- quelle dette alle persone a cui, come loro ben sanno, molto affetto mi lega, a cui penso molto e che, magari proprio oggi, ricordano proprio quelle parole, nell'attimo in cui si sentono sole e ne hanno bisogno e che, spero, gli regalino un sorriso. Parole che in certi momenti son come "lampi dentro a un pozzo, cupo e abbandonato";
- quelle dette, in modo sincero, a persone a cui avrei voluto regalare, ciò che non ho saputo dare e che sono rimaste solo promesse, insomma "foglie cadute, promesse dovute che il tempo ti perdoni per averle pronunciate"; 
-  quelle dette tra amici, fra mille risate "capriole, palle di neve al sole, razzi incandescenti prima di scoppiare ... notti interminate, scoppi di risate, facce sopraesposte per il troppo sole";

- quelle dette a tutti i miei amori, alle mie passioni a cui ho rivolto parole "gonfie di sottointesi, che accendono negli occhi infinite attese; sono gocce preziose indimenticate, a lungo spasimate e poi centellinate; sono frecce infuocate che il vento o la fortuna sanno indirizzare";

- quelle che vi avrei voluto dire, ma che non ho saputo costruire, inventare "sono andate a dormire sorprese da un dolore profondo, che non mi riesce di spiegare, fanno come gli pare si perdono al buio per poi ritornare";
- ma soprattutto quelle che i giorni prossimi ci permetteranno di condividere "le parole che ho detto e chissà quante ancora devono venire... ".


La fine di questo anno e l'inizio del prossimo, è soprattutto il momento per la speranza che il futuro ci regali tempo, il vero tempo per ESSERE insieme. E' l'occasione per farci questo augurio a me e a voi tutti.





 

martedì 4 ottobre 2011

Bongiorno giustizia

Non è un saluto di benvenuto quello espresso nel titolo del post, ma solo un gioco di parole per commentare un fatto. Un fatto connesso alla sentenza emessa ieri a conclusione del processo di secondo grado nei confronti di Raffaele Sollecito e Amanda Knox accusati in primo grado per l'omicidio, conosciuto nel mondo come omicidio di Perugia, di cui è stata vittima la studentessa inglese Kercher.
La tentazione potrebbe essere quella di scrivere la propria opinione su detta sentenza, come del resto molti hanno fatto in queste ore. Ma io della questione ne ho già parlato in altri termini in un post del 2009 (fornisco il link per i curiosi che vogliano rileggerlo. Così scrivo di un altro fatto ed ecco il gioco di parole presto svelato.
Molti hanno parlato della sentenza e  l'ha fatto pure proprio l'ex ministro della giustizia Alfano (non un bau bau micio micio qualunque); l'ha fatto pensando così di cogliere l'occasione per il solito slogan populistico e demagogico in difesa del capo, Silvio Berlusconi che gli ha consegnato, così pare, l'eredità del PDL.
Alfano invece di cogliere l'occasione come pensava, ha perso un'occasione per stare zitto. Sì perchè, il commento sulla Sentenza è stato in sintesi: e ora chi paga per gli errori della giustizia, ergo vedete come sbaglia la giustizia specie nei confronti di Berlusconi.
Dimentica Alfano ed è grava che lo faccia proprio l'ex ministro della Giustizia, che esiste un terzo grado e che se ci sono stati errori lo sapremo solo quando anche la Cassazione avrà messo la parola fine.
La cosa poi peggiore è che l'uscita di Alfano è funzionale e strumentale solo a sostenere la solita tesi del PDL, ovvero la giustizia non funziona, per colpa di giudici che sbagliano ed è per questo che il Premier è chiamato in causa da una pluralità di giudici e procure; tradotto nel linguaggio Berlusconiano, come proprio disse il Premier "ringrazio i giudici che mi hanno assolto" (cioè solo quelli che emettono sentenza a proprio favore non sbagliano).
Ma la cosa risibile è che è proprio un avvocato, la Bongiorno, che ha vissuto le vicende del processo (e che, guarda a caso è un deputato ex PDL, passato a Futuro e Libertà dopo la cacciata di Fini dal PDL) a replicare ad Alfano, in che modo: sostenendo che la giustizia è nello stato in cui è proprio perchè chi al governo si occupa del tema, lo fa solo per sistemare le vicende processuali del Presidente del Consiglio e non per porre rimedio ai problemi della giustizia che toccano e riguardano tutti i cittadini e vicende tragiche come quella del processo Kercher che, invece, Alfano strumentalizza. La Bongiorno ricorda che la giustizia ha bisogno di risorse, modifiche normative che assicurino procedure e processi  giusti, non nel senso di emettere sentenze solo come le si vogliono, ma che riescano a garantire giudizi circostanziati ed in tempi compatibili con le vicende umane e le vite coinvolte. Afferma la Bongiorno che, al contrario la commissione giustizia è intasata da questioni connesse ai problemi giudiziari e processuali che coinvolgono Berlusconi.
Insomma l'unico commento sulla Sentenza di Perugia è che noi cittadini per primi, siamo sconcertati nel vedere che in seconda grado è ribaltata una sentenza a 26 anni per omicidio e che nel frattempo due persone sono state arrestate e detenute in carcere. Noi cittadini capiamo che qualcosa non ha funzionato o nel primo processo od in quello di secondo grado. Noi cittadini perciò vorremo essere rassicurati e stare tranquilli del fatto che in questo Paese non accadano più situazioni del genere che potrebbero coinvolgere chiunque di noi. Ma le soluzioni non sono le strumentalizzazioni di un ex ministro della giustizia, che dovrebbe spiegarci cosa ha fatto per risolvere questi problemi negli anni in cui ha ricoperto questa carica ed è stato membro di un governo, che viene ricordato solo per processi brevi, lunghi, lodi che portano il suo nome, quando prima di allora Governi, con a capo sempre Berlusconi, vengono ricordati per la Cirielli e le prescrizioni brevi.
Alfano oggi lancia slogan populistici e demagogici, ma sino a ieri cosa ha fatto come Ministro della Giustizia?

Allora Bongiorno Giustizia, anzi Buongiorno alla Bongiorno che di fronte al populismo di Alfano, chiede a noi cittadini di svegliarci e capire chi rema contro e chi rema solo a favore di "chi", anzichè di  tutti noi cittadini; non a caso sempre la Bongiorno qualcosa ha detto anche contro la pervicace volontà di legiferare in tema di intercettazioni, un tema che proprio in questi giorni il Governo riporta alla luce come priorità ... ma priorità per chi ?

venerdì 23 settembre 2011

Classi di persone

Questo post prometto sarà tale e quindi breve. Nel titolo ho usato il termine classe sia ne suol significato scolastico, che nel senso di categoria. Voglio parlare di due temi.
Il primo riguarda la scuola. Oggi c'è stata l'inaugurazione dell'anno scolastico con tanto di discorso del Presidente della Repubblica, che invita, in sostanza, a sostenere l'istruzione nonostante il problema del deficit e della spesa pubblica. Ebbene nel nostro Paese la realtà è ben diversa. Dovete sapere che un decreto dell'ex Ministro dell'Istruzione, Fioroni, prevedeva che le scuole private per essere parificate, dovevano dichiarare, tra le altre cose, si costituire classi con un numero almeno di 8 studenti. Dovete ancora sapere che la normativa per le scuole statali prevede che le classi debbono essere costituite, almeno da 18 alunni per la scuola dell'infanzia (elementare), 15 per le medie e 27 per le superiori.
Ebbene nei giorni scorsi a seguito di sentenza del TAR del Lazio, che ha dichiarato illegittimo il provvedimento di Fioroni riguardante le scuole private parificate, il Ministro Gelmini ha emanato una Circolare con cui autorizza di fatto tali scuole a costituire classi senza alcun limite minimo di alunni.
Cosa significa tutto ciò? In Italia ormai la scuola pubblica è gestita con criteri e canoni diversi da quella privata, il tutto alla faccia dell'uguaglianza dei cittadini di domani, ovvero degli studenti, ed alla faccia del pari diritto all'istruzione.
Ma la Costituzione non conta più nulla? Insomma pensate che con una classe di scuola elementare con 25 alunni come quella di mia figlia, si riesca a gestire ed istruire allo stesso modo e con le stesse potenzialità di quella che avrebbe lo stesso insegnante con una classe di una scuola privata magari costituita da soli 5 alunni. Con tutto il rispetto è la fiducia per l'insegnante, io non credo. Quindi ormai dobbiamo prendere atto che anche in questo campo chi ha più soldi ha più possibilità e questo è devastante proprio in periodi di crisi come questo. Non parliamo poi di quelli che sono i costi per l'istruzione media e superiore e quella universitaria. Ecco quindi, che classi scolastiche, ma anche classi di persone, futuri cittadini, sono trattati diversamente alla faccia della Costituzione
L'altro tema: Emilio Fede. Cosa c'entra con il concetto di classe?
Oggi durante il programma radiofonico su Radio 24 "La Zanzara", Emilio Fede ha parlato di Vendola. In che termini ? con il suo solito modo di parlare sbocconcellato, credendo, lui solo, di possedere un alto tasso di ironia. Ha cominciato con il dire che Vendola è quello che ha l'orecchino appeso all'orecchio che è una cosa che pendola, come altre cose (grande allusione) che lo stesso Vendola ha. Ha poi rincarato la dose dicendo che Vendola bisogna capirlo, davanti e dietro, perchè lui (Vendola) è uno che non dice una cosa davanti e poi dietro ne fa un altra, ma lui fa davanti e dietro (altra grande allusione ironica !!?!?). Insomma Fede dimostra il livello culturale con cui lui e quelli come lui sanno parlare di un tema come l'omosessualità che meriterebbe rispetto almeno nel trattarlo, anche se non si condividesse per motivi religiosi l'essere omosessuali. Rispetto per le persone, innanzitutto, ma del resto le parole giungono da uno che è sotto inchiesta per le questioni milanesi che vedono coinvolti Lele Mora e Berlusconi tra gli altri. Vedremo come andranno a finire a livello giudiziario tali questioni, ma che al momento vedono sotto inchiesta Fede che si sa ha un certo modo di vedere le donne e le questioni sessuali, un uomo che non potrebbe interpretare nessun abitante di Pandora perchè ad una donna non potrebbe mai dire "io ti vedo" in quanto neppure arriva a vedere la superficie di una donna figuriamoci la loro essenza; uno che tratta la questione dell'omosessualità con battuta becere, di vecchissimo stampo, come lui è  (magari anche in termini di cose pendule). Insomma parliamo qui di una classe di persone, in quanto genere, che non hanno a che vedere nulla con il futuro del nostro Paese e la direzione che questo dovrebbe prendere. E alla fine lasciatemi un battuta dopo quelle di Fede. Egli ha parlato di Vendola del dietro e del davanti, alludendo alla possibile passività di Vendola in campo sessuale al suo poter essere "prono" di fronte all'altro. Se anche fosse così per Vendola, in senso quindi materiale, Fede, invece, sono anni che dimostra il suo essere prono, qui in senso metaforico (molto peggio), di fronte a qualcun altro di nome Silvio Berlusconi.




martedì 20 settembre 2011

La macchina del capo ... la manovra assistita

Chi segue più costantemente il blog, ricorderà alcuni post pubblicati recentemente che avevano, ciascuno, identico titolo, "La macchina del Capo", e diversi sottotitoli. Si ricorderanno, allora, anche il motivo del titolo, ovvero il volere parafrasare quello di una canzone per bambini, il cui ritornello è "La macchina del capo ha un buco nella gomma e noi l'aggiusteremo con il chewing-gum".
Motivo dei post e significato del titolo era quello di citare episodi della vita politica italiana, che vedevano quali "protagonisti" tutta quella serie di deputati "nominati" (anche se qualcuno ancora dice eletti) impegnatissimi a lavorare per il Capo, la cui auto mostra sempre più il buco nella gomma, con i citati deputati intenti a ripararla con il chewing-gum (in gergo, le cosiddette "pezze").
Riutilizzo il titolo, con tanto di sottotitolo "manovra assistita", perchè in questo periodo (dal mese di agosto ormai) non si è fatto altro che parlare di crisi finanziaria e tutti noi che abbiamo assistito al tentativo di "manovrare" quest'auto, a cui avrebbe fatto davvero comodo quello strumento, sempre più diffuso nei veicoli moderni, capace di assistere il guidatore nel parcheggiare il veicolo.
Invece, abbiamo avuto modo di verificare come, al contrario, il parcheggio sia avvenuto nel modo in cui lo si faceva nell'era "pre-tecnologica" in presenza di spazi angusti,  ... una botta alla macchina davanti, una a quella parcheggiata dietro, fino a riuscire ad infilare la nostra nello spazietto dentro le strisce.
Allo stesso modo è stata parcheggiata la manovra sui conti pubblici, con tanto di riunioni a Palazzo Grazioli e a Villa San Martino, in cui la Lega diceva no a toccare le pensioni, sì a tassare le grandi ricchezze, mentre il PDL diceva no a nuove tasse (con tanto di sangue che grondava dal cuore di Berlusconi), sì ai risparmi di spesa: insomma quello che sembrava certo il giorno prima, non esisteva più il giorno dopo (una botta davanti, una dietro fino ad infilare la manovra  visti i "fiduciosi" nominati in Parlamento.
Ma alla fine come è finita ?
Sì è parlato tanto di lotta all'evasione, ma intanto chi ha fatto rientrare i capitali dall'estero pagando cifre irrisorie, può stare tranquillo. Si è parlato di maggiore rigore in caso di reati penali tributari, ma si dovranno fare i conti in questo campo con le cosiddette leggi "ad personam" affastellate negli anni, tra prescrizioni, processi brevi e poi lunghi, tanto che si è ormai persa davvero la misura.
Si è poi arrivati quale certezza all'innalzamento dell'età pensionabile per le donne anche nel settore privato, dopo che già lo si era fatta nel pubblico.
Si era detto tassiamo i più ricchi, cui chiedere un contributo di solidarietà temporaneo, ma poi si è ridimensionato il tutto ed il prelievo è rimasto solo per i redditi  sopra i 300.000 euro, che statistiche alla mano riguarderà solo circa 33.000 italiani.
L'altra certezza poi, l'aumento dell'aliquota iva dal 20% al 21% che proprio l'altro ieri è entrata in vigore.
Ma allora, volendo trarre una sintesi, cosa si può dire ?
Non certo che la manovra risulta equa.
I primi giorni di manovra, in pieno agosto, alcuni esponenti del Governo hanno provato a dire che l'aumento dell'iva riguardava i beni di lusso, ma si sono rimangiati subito tutto, perchè l'avevano sparata grossa. Infatti da decenni non esiste più l'iva sui beni di lusso che era del 38% e quella che era fino all'altro ieri al 20% si chiama infatti aliquota ordinaria ed in pratica grava su tantissimi beni e servizi di uso comune e quasi quotidiano (abbigliamento, calzature, auto, servizi di professionisti quali avvocati, commercialisti, notai ,ma anche artigiani come idraulici, elettricisti, servizi alla persona come parrucchieri, estetisti, e poi giocattoli, auto, televisori ed elettrodomestici, etc,).
Ciò vuol dire tre cose:
- in primo luogo iniquità, perchè se alcuni dicono che l'aumento è quale per tutti (1%) non dicono che quell'aumento di 1 ogni 100 di spesa, pesa in misura diversa su chi ha un reddito di 100 e chi invece ne ha uno di 1.000 ed entrambi hanno lo stesso bisogno di vestirsi, etc, etc.;
- in secondo luogo, in un Paese in cui il risparmio sta progressivamente diminuendo, l'aumento dell'iva può riflettersi in minori consumi, specie di alcuni beni cui si può più facilemte rinunciare, quali auto, elettrodomestici, ma anche di quelli di cui si avrebbe bisogno maggiormente.Infatti, in alcuni parti del Paese, specie al sud, si è arrivati a calcolare che la propensione al consumo è ormai al 95%. Ciò non vuol dire che lì si spende a man bassa, ma che non vi sono più redditi da spendere, perchè la propensione al consumo è l'incidenza percentuale dei consumi sul reddito disponibile e se aumenta non è perchè sono cresciuti i consumi a fronte di identico o scarso aumento dei redditi disponibili, ma perchè a maggiori costi per gli stessi volumi di consumi vi sono redditi invariati. In altre parole si è assistito al doppio effetto da un lato di maggiori consumi in valore perchè per stessi quantitativi si spende più causa aumento dei prezzi unitari e, dall'altro di maggior costo del consumo con redditi invariati e quindi di risparmio in piocchiata. Ed allora ? se il risparmio è ai minimi storici un aumento dell'iva e quindi dei prezzi vuol dire consumi che non crescono perchè non si hanno denari da spendere.
- aumento ulteriore dei prezzi. Alcuni hanno detto che l'aumento dell'iva non si riverserà sui prezzi. Chi ha letto o studiato economia sa che l'iva, che colpisce il consumatore finale, lo colpirà della stessa misura o in misura diversa rispetto all'aumento dell'iva, a seconda dell'elasticità della domanda. In altri termini se un bene lo devo comprare quasi necessariamente, ovvero la mia domanda è rigida e cioè lo compro qualsiasi sia l'aumento del prezzo, il venditore può aumentare tranquillamente il prezzo in misura pari all'aumento delliva, tanto io compro lo stesso.Ma c'è di più: altri hanno detto che l'1% è una cifra irrisoria.
Il problema è che non sarà così. Infatti pensate ad esempio al barbiere o per le donne all'estetista.: se fino a ieri il trattamento che chiedevate costava 12 € significava che 10 € era il prezzo e 2% l'iva. DA qualche giorno quel prezzo di 10 € vedrà un iva pari a € 2,1 e quindi vi chiederanno per lo stesso servizio 12,1 €. Allora io sono pronto a scommettere che il vostro barbiere/estetista da domani vi chiederà almeno € 12,5 se non € 13. In altre parole quest'aumento dell'iva provocherà in vari casi un giochino fubesco di alcuni/molti ed un aumento dell'inflazione.
Si poteva fare altrimenti ? Non ci sono certo maghi e non voglio apparire un apprendista stregone però credo che alcuni segnali  ed esempi si potevano dare.
Intanto siamo un Paese in cui solo il 3% degli italiano dichara un reddito superiore ai 150.000 € e però a girare per le strade o per i mari si direbbe che vi sono più risorse di quelle che appaiono dalle carte e dalle statistiche. Allora la lotta all'evasione va fatta e non solo a parole. Si pensi che la Lega aveva ritirato fuori addirittura l'idea di Visco che tanto venne criticato, ovvero quella del numero (ricorderete il 117) da chiamare per denunciare gli evasori da noi conosciuti. Si è poi passati all'idea delle dichiarazioni dei redditi on line. Di tutto ciò niente è rimasto in manovra, ma non è questo che serve per eliminare l'evasione, ma altro oltre al cambio culturale.
L'altro versante, su cui agire: la spesa. Non occorrerebbe tagliare le Province ma impiegarle bene. Chi fa impresa lo sa bene, non è un problema spendere se quei soldi producono. In altri termini se pago 100 un dipendente è perchè mi aspetto un ritorno superiore, cioè penso che la spesa sia produttiva; se poi ho più dipendenti è più stabilimenti o settore non ne lascio alcuni dove non servono, ma li sposto nei settori o nei stabilimenti in cui mi occorrono. E poi ci sono segnali da dare. Nel Corriere della Sera del 25 agosto scorso a pagina 25 è uscito un bellissimo articolo di Milena Gabanelli e Bernardo Iovine sullo scandalo dei "fuori ruolo". In pratica vi sono persone che sono nei ruoli di un'amministrazione, ma lavorano per un'altra. Ebbene voi penserete che ricevano lo stipendio solo dall'amministrazione per cui lavorano. Ed invece no, perchè li paga anche l'Amministrazione per cui non lavorano, insomma doppio stipendio ma un solo lavoro. E non si parla di cifrette. Tra questi casi  vi sono ad esempio anche Catricalà che messo fuori ruolo dal Consiglio di Stato e che dopo vari incarichi, oggi è Presidente dell'antitrust e lo pagano per entrambi i ruoli (bell'esempio di trust stipendiale). Le cifre sono 9.000 % al mese in quanto ex membro del Consiglio di Stato e € 528.492,67 annui dall'antitrust.Ma i nomi sono molti: Salvatore Sechi (Presidente del Consiglio di Stato e Ministro insieme); Donato Marra (alla Presidenza delle Repubblica e consigliere di Stato insieme. Insomma, si poteva almeno operare una modifica normativa che impedisse di vedere risorse donate a chi non svolge una funzione, perchè messo fuori ruolo in quanto incaricato di altra funzione per la quale viene pagato e lautamente.
Insomma, l'equità, la solidarietà ed il senso di socialità non è uso e costume in questo Paese.

mercoledì 6 luglio 2011

respect


Ho scelto il titolo del post ricordando quello della famosa canzone cantata da Aretha Franklin, ma potevo citare un'altra canzone, questa volta cantata da Zucchero "non c'è più rispetto"che forse risultava più aderente alla questione trattata.
Oggi è stato firmato dal Presidente della Repubblica il testo del decreto che in questi giorni è stato menzionato e quindi conosciuto come "manovra" correttiva, che va ad operare sui conti pubblici, al fine di scongiurare il mancato rispetto dei vincoli ed impegni presi dall'Italia in campo europeo.
Ascoltavo sino pochi minuti fa, la conferenza stampa, in cui i vari Ministri illustravano le misure intraprese. Ne parleremo magari in un prossimo post solo dopo aver letto il testo che stasera sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Per il momento ad ascoltare le conferenza stampa, l'impressione era sempre più quella di avere davanti "il mago di Oz"e per chi ha letto la favola sa di cosa parlo: forse c'è qualcosa di buono nella manovra, ma in gran parte mi è parso di vedere un Governo ed un Presidente del Consiglio, pari pari al mago di Oz, che fino a ieri molti pensavano potesse far molto, ma poi arrivati al Palazzo e nel vederlo hanno compreso che mago non è e poco sa fare in campo di miracoli e magie.
La manovra è in gran parte sacrificio sempre per i pochi, che già poco hanno, ma ne riparleremo appunto a tempo debito.
Però una magia il mago di Oz l'ha fatta: nel testo è comparsa una disposizione che modificava una norma in tema di condanna al risarcimento sopra i 20 milioni di euro.
Alla fine della Conferenza, la prima domanda l'ha posta una giornalista di Sky24 e riguardava proprio questa questione. In pratica ha chiesto cosa fosse accaduto, in quanto a molti è apparso che tale norma poco c'entrasse (c'azzeccasse direbbbe Di Pietro) con la manovra. Naturalmente, Letta se n'era già andato, mentre Tremonti ha risposto dicendo di non volere di fatto rispondere, perchè voleva parlare di ciò che nel testo del decreto era rimasto; a quel punto è intervenuto Romani (Ministro allo Sviluppo Economico), che ha ripreso pari pari quello che ha detto Berlusconi, ovvero che la norma voleva evitare i problemi che avrebbero subito le imprese costrette a risarcire i danni in caso di sentenza ancora non definitiva perchè non giunte al terzo grado di giudizio.
Andiamo con ordine: Ieri si è scoperto che nel testo della "manovra", sottoposto alla firma del Presidente della Repubblica, vi era una disposizione, contenuta nell'articolo 37 , che prevedeva la sospensione delle condanne sopra ai 20 milioni di euro (e si sa sono milioni le imprese condannate a risarcire sopra 20 milioni di euro !!!). Una fra le tante imprese è Mediaset (ma guarda un pò) chiamata a risarcire la Cir di De Benedetti vista la sentenza che l'ha condannata a pagare 750 milioni per il Caso Mondadori (per chi non conoscesse la vicenda ricerchi in rete).
Nella norma della manovra si legge infatti che: ''Al codice di procedura civile sono apportate le seguenti modificazioni: a) all'articolo 283, dopo il primo comma èinserito il seguente: 'la sospensione prevista dal comma che precede e' in ogni caso concessa per condanne di ammontare superiore a dieci milioni di euro se la parte istante presta idonea cauzione'''. E, ancora: ''b) all'articolo 373, al primo comma, dopo il secondo periodo e' inserito il seguente: 'la sospensione prevista dal presente comma e' in ogni caso concessa per condanne di ammontare superiore a venti milioni di euro se la parte istante presta idonea cauzione'''.
Insomma si è alzato un coro di disappunto a cui hanno partecipato anche partiti di maggioranza e di Governo come la Lega e fatto sta che ieri sera la conferenza stampa non c'è stata (Tremonti oggi ha detto per problemi di traffico aereo e di maltempo che l'hanno costretto ad atterrare a Pisa ... ma oggi alla domanda sulla vicenda non ha di fatto voluto rispondere). Sempre ieri sera poi, il Presidente del Consiglio Berlusconi ha annunciato il ritiro della disposizione benchè la ritenesse giusta perchè finalizzata ad evitare che gli imprenditori condannati da sentenze ingiuste dovessero pagare somme a titolo di risarcimento.
Ora, ammesso che le sentenze non le può giudicarle un governo se siano giuste o sbagliate, mi dite cosa dovrebbe dire la controparte che ha subito il danno e che a seguito di sentenza si vede riconosciuto il diritto ad essere risarcito ... non ha forse diritto ad ottenerlo in uno stato di diritto, e non di vedere sospeso questo diritto. In uno stato che, di diritto dovrebbe essere, un Governo sa che la parte soccombente ha la possibilità di ricorrere in secondo e terzo grado se ritiene la sentenza ingiusta, ma ha il dovere di rispettare la sentenza che lo vede soccombente e quindi di pagare. Quindi Mediaset e Berlusconi paghino il dovuto e non cerchino scorciatoie infilate in decreti che si occupino di altro.
Insomma la questione è la clamorosa mancanza di rispetto che il Presidente del Consiglio mostra verso noi italiani e di questo dovrebbero indignarsi prima di tutti coloro che si proclamano di destra. Una presa in giro, un tentativo clamoroso di farsi i fatti propri, nella convinzione che egli ha, che tutto si misuri con il denaro, e non esista la necessità di prestare rispetto agli altri. Uno Stato, specie come il nostro che quest'anno festeggia il 150° dell'unità, si dovrebbe fondare sul rispetto reciproco e la coesione sociale, che hanno quale premessa la convinzione che non si è soli, ma si è "assieme agli altri" e non si può pensare di sistemare a proprio favore ciò che ci riguarda anche a "danno" degli altri.
La "barzelletta" raccontata secondo cui la norma voleva tutelare tutti le imprese vittime di sentenze ingiuste, se la poteva risparmiare, fa meno ridere di tutte le barzellette che Berlusconi, da sempre, racconta. Meglio sarebbe stato se si fosse fatto da parte in silenzio ed avesse sputato il topo in bocca che gli avevano scoperto. Pare di vedere proprio il gatto di pinocchio ... e la volpe? Bossi. Proprio così, perchè se da un lato c'è la vicenda della norma salva Mediaset, dall'altra c'è la questione quote latte.
Bossi pare abbia fatto arrivare alle orecchie del Cavaliere la sua contrarietà al provvedimento subito ribattezzato come una nuova legge `ad personam´.
Però non dice che, come nel predente decreto sulla stabilità, anche nella manovra pare ci sia una norma "a tutela" di quegli allevatori, che pur avendo superato le quote latte e, quindi passibili, di multe, verranno invece "salvati" da tale norma.
Anche in questo caso, dov'è il rispetto per chi non ha violato le norme? In un Paese civile prima delle norme dovrebbe esserci la lealtà a frenare comportamenti irrispettosi degli altri non li adottano a rispetto delle norme. Non si tratta qui di discutere sulla validità del sistema delle quote latte, perchè se una norma a livello europeo le prevede va rispettata. Altrimenti il paradosso è che, quando vuole il Governo ricorda il doveroso rispetto dei parametri europei, ma in altri casi "salva" coloro che non hanno rispettato proprio di altri tipi di parametri europei.
Le cifre che girano parlano di 1.870 milioni di euro per le campagne 1988/89 – 1992/93, posti a carico dell’erario. Per le campagne 1995/96 - 2008/09 l’importo pagato alla UE ammonta a 2.537 milioni di euro, di cui 2.268 sono stati imputati ai produttori. Insomma soldi pagati da tutti noi, ma che ancora non sono stati recuperati in capo a chi ha commesso l'infrazione perchè, di questi importi ne sono stati riscossi 230 e rateizzati, con la legge 119/2003, altri 346 sono in corso di versamento.
Vedremo se nella manovra è rimasta la norma che esclude il recupero coatto che Equitalia aveva iniziato ad intraprendere per riscuotere quanto dovuto da chi aveva violato le norme sulle quote latte. Se la norma non sarà stata ritirata e sarà varata, significherà che anche la Lega se ne frega della coesione sociale, del rispetto dei concittadini e che le regole sono superflue, perchè se non sono condivise si possono anche violare, ed avendo fortuna ci sarà, poi, chi farà evitare alla Lobby dei furbetti di pagare le sanzioni dovute. Saremo sempre più un Paese fondato sul denaro e sul fatto che tutto si compra, ed il rispetto degli altri lo potranno comprare anche i poveri, perchè sarà ormai una merce di scarsissimo valore.
Occorrerebbe far sentire a chi la pensa così, che c'è chi ancora crede che almeno il rispetto per gli altri è una merce tanto costosa da non aver prezzo e che neppure i ricchissimi, e quindi il Presidente del Consiglio, possono permettersi di acquistarla. Non ci prenda in giro, il rispetto ce lo deve e se vuol curare i suoi interessi, torni a fare l'imprenditore.

giovedì 23 giugno 2011

Dopo l'acme referendario ...



Ormai sono passati anche i referendum ed pure io ho partecipato, con una battuta, postata in rete, per celebrare la valanga dei "sì" referendari: Berlusconi con le sue dichiarazioni negli ultimi giorni prima del voto "domenica vado al mare" ha, forse, convinto anche gli indecisi che era meglio andare a votare; così quasi 27 milioni ci sono andati e circa il 95% ha detto 4 volte sì, rapidamente, tempo di mettere una crocetta; molte sicuramente anche le donne, ma credo che stavolta a Berlusconi non sia piaciuto molto aver fatto dire "sì" per ben 4 volte a circa 15 milioni di donne in così pochi secondi ... altro che bunga bunga!.
Guarda caso, poi, proprio lui, davanti a Netanyahu, ha proprio, di nuovo, ironizzato sulla questione del bunga bunga ... ed il Premier Israeliano ha tolto le cuffie per la traduzione, già alle prime parole, avendo capito il tono, per lui poco "auto" ironico (altra figura internazionale!)
Premesso ciò, va detto che come accade per esperienza comune nel quotidiano, dopo "l'acme" (referendario o meno) c'è sempre la fase post ludica e bisogna affrontare la realtà.
Chi ci riporta a terra? il Ministro Tremonti, sostenuto dai leghisti, da questi ritenuto l'alternativa seria per la leadership del centro destra.
Risulta, ormai, quasi mitizzato il suo ruolo di traghettatore del Paese al di là della palude della crisi internazionale. Sinceramente credo che se l'Italia ha scampato il peggio della crisi il merito sia degli italiani e della rete sociale (famiglie) che ancora ammortizza i momenti critici del Paese.
Comunque il Ministro ci riporta alla realtà, perchè in questi giorni ha parlato di riforma fiscale e da quel momento si è aperto il dibattito politico in tema.
Ma quali sono le sue idee ? tre aliquote Irpef, cinque imposte in tutto, il probabile aumento dell'aliquota massima dell'IVA, menù guarnito e condito con le solite banalizzazioni: meno aerei blu e piu' Alitalia, gli incarichi pubblici, che devono essere remunerati sulla base della media europea, dare assistenza a chi deve essere veramente assistito e togliere le agevolazioni a quelli che hanno i gipponi (fatta pure la rima) e ci mancherebbe volesse fare il contrario.
A parte il remake delle solite banalizzazioni, luoghi comuni e spot demagogici, perlatro già proposti da alti Ministri più terra, terra (Brunetta aveva parlato delle auto blu, invece che degli aerei, ma si sa per ragioni evidenti Brunetta sitiene più basso), resta la questione di capire cosa veramente ci aspetta.
Siamo in un momento in cui la Lega fa litigarella al suo interno (leggi scontro Bossi e Maroni) e nel contempo Bossi fa finta di ammonire Berlusconi, tanto per tenere buono il suo "popolo", che vuol la secessione (ma mi sa che è il Governo e l'alleanza Lega PDL ad essere sempre più se .. cessi): infatti assistiamo alla richiesta dei Ministeri al nord (poi si parla solo dei distaccamenti, di qualche ufficietto ed infine non se ne parlerà più) e dice Bossi "La testa deve essere a Milano e Torino, le gambe le possiamo lasciare a Roma" e così il sindaco di Roma Alemanno ed il Presidente della Regione Lazio Polverini raccolgono subito le firme contro la proposta (grande messaggio di unione nell'alleanza di governo)
La lega avverte, poi: niente eliminazione di Province, ma rafforzamento delle Autonomie Locali e dei Comuni ed aggiunge, a beneficio degli artigiani e dei piccoli imprenditori del nord, chiudendo con un attacco ad Equitalia divenuta la vessatrice e non la società che deve riscuotere imposte e tasse, in precedenza non versate.
La somma di tutto è poi contenuta in due parole. Riforma fiscale.
Ma cosa c'è dietro queste parole ? Tremonti sostiene che la riduzione degli scaglioni sia il miglior investimento per ridurre l'evasione fiscale ("Credo siano giuste tre aliquote Irpef, le più basse possibili", dice, perché la base imponibile "deve essere la più larga, senza i regimi di favore, e le aliquote le più basse possibili sono il miglior investimento per ridurre l'evasione fiscale"); in altri termini pare ci voglia far pensare che creda che tanto possa bastare per ridurre l'evasione ... infatti è notissimo il fatto che le società di capitali che pagano l'Ires sulla base di un'unica aliquota (32%) sono immuni dall'evasione fiscale ... ma ci faccia il piacere.
Intanto, fermiamoci qui. Già in un precedente post ho cercato di spiegare che l'Irpef nasce come imposta progressiva, ma nel tempo sono stati ridotti gli scaglioni e quindi le aliquote. Ridurre le aliquote significa diminuire il carattere progressivo ed avvicinare l'irpef ad un 'imposta proporzionale, ovvero chi ha più non pagare progressivamente per tanto più ha rispetto a chi meno ha, ma chi ha più paga in percentuale sempre più quanto paga chi ha meno: Un esempio se possiedo 100 e gli scaglioni sono 4 (il primo fino a 20 è 15%, il secondo fino a 50 il 23% fino a 75 il 35% e oltre 75 aliquota del 42%) pagherò € 29,15 di irpef e l'aliquota media sarà 29,15/100 ovvero il 29,15%. Con le stesse aliquote chi ha 50 paga € 9,9 e l'aliquota media sarà 9,9/50 cioè 19,8%, cioè chi ha meno, ovvero la metà del reddito dell'altro paga più della metà. Ma se addirittura le aliquote fossero tre e togliessimo quella oltre 75 e quindi l'ultimo scaglione è oltre 50, chi ha 100 pagherà € 28,9% ovvero meno di prima e chi ha 50 paga invece come prima, ma ancor meno la metà di quanto paga chi ha il reddito doppio.
Naturalmente i risultati numericamente cambierebbero con una struttura delle aliquote diversa, ma l'effetto resterebbe lo stesso. In ciò va considerato che già la struttura delle aliquote come è oggi penalizza una certa fascia di contribuenti che si collocano in una fascia reddituale "media":




























- da 0 a 15.000 € aliquota 23% del reddito

- da € 15.000 a € 28.000 € 3.450 + 27% sulla parte eccedente € 15.000

- da € 28.000 a € 55.000 € 6.960 + 38% sulla parte eccedente € 28.000

- da € 55.000 a € 75.000 € 17.220 + 41 % sulla parte eccedente € 55.000

- oltre € 75.000 € 25.420 + 43% sulla parte eccedente € 75.000

Si vede come chi ha un reddito lordo superiore a € 28.000 ma inferiore a € 55.000 (la gran parte dei lavoratori dipendenti è in questa fascia) ha un aliquota marginale del 38% che è inferiore solo del 3% di quella cui è soggetto chi ha fino a € 75.000 di reddito lordo e solo il 5% in meno di chi ha un reddito superiore a € 75.000 tendente all'infinito ... pensate l'effetto aliquota media.
Ridurre gli scaglioni, quindi non migliorerà la situazione, ma potrebbe di molto peggiorarla per questa "classi medie", a seconda della struttura degli scaglioni e delle aliquote adottate.
Possibili correttivi possono venire dalle detrazioni, agevolazioni che si vorranno adottare (carichi di famiglia, etc. etc., ma per il momento il ministro ha puntato il dito contro le troppe agevolazioni indicando la necessità di una riduzione mirata delle agevolazioni e mi sa che non le toglierà solo a quelli che hanno i gipponi.
Altro capitolo: le cinque tasse. ormai il problema è chiaro non sono la tasse a livello nazionale che ormai sono numericamente limitate, ma la questione sono quelle locali. Vedi le novità delle addizionali che le Province possono deliberare e da umentare quanto a tassa di immatriciolazione dei veicoli e dell'imposta sui premi delle assicurazioni RCA: anche la pandina diventerà con questi costi un auto di lusso.
Altra questione: l'aumento dell'Iva. Se così avvenisse, a parte l'effetto depressivo sui consumi (dato il conseguente aumento dei prezzi in un momento di crisi e di bassi redditi reali) la questione è ancora peggiore se si considera il fenomeno disoccupazione.
Infatti se l'IVa aumentasse per compensare una diminuzione che so dell'Irpef, accadrebbe che i disoccupati, che non hanno reddito non beneficerebbero del calo dell'irpef ma sconterebbero in eguale misura di un riccone l'aumento dell'iva quando acquisteranno lo stesso bene del riccone. E non si dica che l'aliquota iva che aumenterà sarà quella cui sono soggetti solo alcuni beni magari di lusso, perchè l'effetto sarà scarso 8il bene di lusso lo acquistano in pochi) e per compensare cali di altre imposte servono entrate in misura equivalente al calo.
Come dice Tremonti; le tasse non si possono diminuire, si possono diminuire in alcuni, casi e per alcune fattispecie, ma dovranno aumentare per compensarle in altri casi e fattispecie. Tradotto se ci sarà qualcuno che pagherà di meno, qualcun altro pagherà di più!
Tasseremo più le rendite finanziarie ?
Ditelo in silenzio, guai a parlare di rendite finanziarie e men che meno di patrimoniale. subito vi diranno che volete tassare la prima casa (che ormai in Italia quasi non è più tassata (nè a livello di irpef, ne relative addizionali, nè con l'ci) o volete far pagare le famiglie che hanno i bot.
Per prima cosa diciamo che, oggi, vi sono speculazioni finanziarie che scontano meno imposizione dei bot e che non producono ricchezza, perchè chi ha capitali e specula a livello finanziario, non li investe in imprese che potrebbero dare lavoro e diffondere ricchezza, ma la ricchezza se la tiene per se, in gran parte esentasse.
Aggiungiamo poi che ormai le famiglie non hanno più neppure i bot, se è vero come è vero che il risparmio delle famiglie è crollato negli ultimi vent'anni del 60% (circa 4.000 euro nel 1990, 1.700 euro nel 2010) e, quindi, sempre meno sono le famiglie che hanno fondi per acquistare anche un solo bot.
Dal 1990 ad oggi il risparmio complessivo delle famiglie italiane si é ridotto di circa 20 miliardi di euro. Se all'inizio del periodo per ogni 100 euro di reddito se ne risparmiavano 23, oggi le famiglie riescono a metterne da parte meno di dieci.
E se poi non si tassano le rendite finanziarie per paura di tassare i bot, si può decidere di esentarli dalla tassazioni, tanto con quel tasso di interesse che danno, le minori entrate sono recuperabili alla grande tassando le vere speculazioni finanziarie.
Andando così vanti, non reggerà più neppure il meccanismo familiare "i padri risparmiando, finanziavano i figli precari" ... veramente i precari saranno la parte peggiore dell'Italia, ma non nel senso inteso da Brunetta, ma perchè rappresenteranno il fallimento di una politica, che privilegia altro e non i giovani, il lavoro, la produzione reale e la coesione sociale ... non sarà secessione come vorrebbero molti leghisti, ma una profonda divisione tra i pochi che hanno molto ed i molti che hanno poco.

martedì 10 maggio 2011

La macchina del capo ... in sintesi


Come avevo preannunciato nell'ultimo post scritto, avevo in serbo e stavo preparando una serie di post, tutti con il titolo "La macchina del capo" e diversi sottotitoli.
L'intenzione era di pubblicarli uno alla volta; poi non so perchè ho deciso di non pubblicarli, in attesa (forse scaramanzia) dell'esito elettorale nelle amministrative.
Ho deciso, quindi, solo ora di pubblicarli tutti in un unico post, sintetizzandone i contenuti, sotto ciascun dei diversi sottotitoli che mi ero preparato.
La macchina del capo e le ruote di scorta
Proprio così, come dice la canzoncina "la macchina del capo ha un buco nella gomma e noi l'aggiusteremo con il chewing gum". Ecco così che nascono i vari "responsabili" che per scongiurare una crisi del governo (e la crisi del CAPO), passano in Parlamento dall'opposizione alla maggioranza. Loro dicono per senso di responsabilità, in quanto l'Italia non può permettersi una crisi di Governo in periodo di crisi economica e sociale. Così il Capo comprende quanto possano essere utili per risolvere la crisi e li nomina sottosegretari, promettendo che c'è posto anche per chi al momento non ha avuto alcuna nomina. L'intero pianeta tira un sospiro di sollievo: forse è giunto chi risolverà ogni problema planetario (stile L'Aquila e rifiuti napoletani). Anche noi che siamo gente irresponsabile dovremmo esultare sapendo che esistono ancora persone responsabili ... è un dettaglio solamente, se poi qualche "scarsa" risorsa finanziaria in più vola nelle loro tasche, non vorrete mica destinarla per risolvere qualche questione spicciola e di poco sconto che rigauarda un "qualunque" italiano irresponsabile, che sia un povero, un disoccupato, un ricercatore od uno studente.

La macchina del capo: hanno i numeri (e li danno)
Più volte nei giorni scorsi il Capo ha ribadito che in Parlamento loro i "numeri ce li hanno". Ce ne siamo accorti, visto che i numeri oltre che averli li hanno anche dati negli stessi giorni .
Primo numero: abbiamo visto il Capo che ad un incontro sul tema della famiglia italiana ha ribadito che occorre sostenere la scuola privata, perchè diffonde una cultura e dei valori legati allo sviluppo ed alla tutela della famiglia, mentre la scuola pubblica fomenta un'ideologia di sinistra, comunista e contraria alla famiglia. A parte che neppure Giovambattista Adornato (il qualunquista incazzato) sarebbe stato in grado di avanzare una tesi tanto generica e banale, ma vorrei ricordare al capo che sono piuttosto gli esempi e certi comportamenti a diffondere una cultura e valori favorevoli o contrari allo sviluppo di una società fondata sulla famiglia: chissà se gli verrebbe in mente qualcosa ... alla sua ex moglie sicuramente sì.
Secondo numero: sempre il Capo parlando ancora una volta dei giudici ha affermato "ringrazio i giudici che mi hanno assolto con formula piena e quelli che hanno decretato la prescrizione ... perchè la prescrizione non è una condanna". A parte la parzialità del giudizio sui giudici, ma come si fa a dire una scemenza del tipo "la prescrizione non è una condanna": non la qualificherei come banalità, ma proprio una stupidaggine ed aggiungerei che la prescrizione non è neppure un'assoluzione, ma solo la capacità di riuscire a non farsi giudicare ... ed in questo campo lui è un vero maestro, va riconosciuto.
Altro numero: un esponente del partito del Capo, l'onorevole La Loggia che parlando di Pisapia dice (o meglio diceva perchè ora si sarà pentito e avrebbe preferito tacere): " lo rispetto ma è uno che voleva rifondare il Partito Comunista ed è come se uno arrivasse oggi e volesse rifondare il partito nazista". Ma come si fa a mettere sullo stesso piano rifondazione comunista all'ipotetica situazione in cui ci troveremmo se arrivasse uno che vuol rifondare il partito nazista!!! e ci lamentiamo poi (se notizia di oggi) restano impuniti nazisti come quelli che hanno provocato la strage di S'Anna di Stazzena.
Ultima chicca: il capo ce l'ha riservata l'indomani della sconfitta alle elezioni amministrative. Egli ritiene che la sconfitta sia stata provocata largamente dal blocco mediatico, a lui avverso, che esiste in TV, citando Ballarò, annozero, Tg3 e poco più. Lo sapevamo che non ha più il senso della realtà il capo ... togliamogli la macchina prima che faccia un incidente serio. La frase la pronunciava proprio nei giorni in cui l'Authority per le telecomunicazioni sanzionasse TG5, Studio aperto, Tg1 e Tg4 per aver fatto passare l'intervista al capo in piena campagna elettorale; insomma il bue che dice cornuto all'asino.

La macchina del Capo: c'eravamo tanto amati
Non è un grande anno per il capo, forse l'unica soddisfazione potrebbe restare lo scudetto del Milan.
Chi ha visto il film "C'eravamo tanto amati" non può aver dimenticato la suggestione che matura nel corso della visione e che, al termine, permane nello spettatore. L'evoluzione dei sentimenti, le passioni umane, l'amicizia, il tradimento, gli interessi materiali, la fine dell'ideale e la cruda praticità del vivere.
Ne prendo a prestito il titolo, scrivo di qualcosa che risulta meno, molto meno suggestivo.
L'Italia è un paese in guerra. Soprattutto è in guerra nei confronti di un Paese il cui Capo è un amicone del "nostro Capo". Almeno così lui ci aveva mostrato (basta fare un giro su you tube e ricercare i video di Berlusconi che parla "con" e "di" Gheddafi.
Il nostro Capo è apparso corrucciato, dispiaciuto di fare del male al suo amicone, che bombardava i civili.
La verità è che non c'è amicizia disinteressata ed anche quella tra ci due capi aveva un fitto legami di interessi (energetici, di potere e di riconoscimento reciproco del valore e del proprio ruolo all'interno dei propri paesi). Così Gheddafi ha ottenuto risarcimenti dall'Italia e li ha sbandierati dinnanzi al suo popolo, a cui oggi dice "Italia traditrice". Il nostro Capo ha sbandierato legami forti con la Libia e sviluppo di affari e di vantaggi nell'approvvigionamento energetico ed oggi nel vedere i bombardamenti versa lacrime, probabilmente di coccodrillo

La macchina del capo: riserve naturali e riserve mentali
Andate a votare per i referendum il prossimo 12 giugno . Ci sono temi troppo importanti
- la gestione dell'acqua e la proposta del governo (fatta legge) volta all'obbligo di prevedere una percentuale del 40% da affidare alla gestione privata di questo bene pubblico.
- il tema dell'energia nucleare, che si lega alle sciocchezze dette dalla maggioranza in questo periodo, post sisma in Giappone, proprio mentre la Germania annuncia che dal 2012 metterà fuori attività tutte le sue centrali nucleari e paesi come la Gran Bretagna scoprono di aver accumulato igenti debiti causati dall'enorme spesa legata alla gestione del nucleare e delle scorie. Il tema si lega fortemente a quello delle fonti rinnovabili, che proprio il governo ha rischiato e rischia di mettere in crisi con i vari decreti che hanno reso incerta la politica delle agevolazioni. Insomma, non regge più neppure la scusa "anche se il nucleare non l'abbiamo noi, tanto il rischio c'è, perchè ce l'hanno i paesi a noi vicini". La germania ha detto basta, l'Europa si interroga e cerca una via alternativa comune e l'Italia che da da più di venticinque anni ha detto "no al nucleare" verrebbe trascinata all'indietro in controtendenza rispetto a molti altri paesi.
Il Governo ormai lo si è capito è contrario ai referendum perchè tra essi c'è quello con cui si potrebbe abolire la norma di legge sul legittimo impedimento ... e questo sì è un tema molto importante, ma solo per il Capo: e allora andiamo a votare per dire Sì aboliamo questa norma.
Insomma il 12 giugno tutti a votare per il referendum e mettiamo una croce sul sì per ogni referendum.
Il nostro Capo non ce l'ha ed allora cerchiamo almeno noi di avere quorum.

Si comprende fin troppo bene che la macchina del capo ha più di un buco nella gomma e neppure tutti i "responsabili" di Italia messi assieme, hanno così tante mascelle per fornire tutto il chewing gum che servirebbe.

martedì 26 aprile 2011

La macchina del Capo: meglio perdere la faccia che tenere quella (da) c... he si ha



Fossi vissuto cent'anni fa, avrei detto: "riprendiamo penna e calamaio";
venti anni fa, avrei iniziato questo post, scrivendo: "riprendiamo foglio e penna";
oggi, invece, digito: "riprendiamo mouse e tastiera".
Tutto questo per dire che torno a scrivere, dopo un pò di tempo.
In verità in questo periodo non sono solo rimasto ad ascoltare e leggere, ma ho raccolto, per così dire, un pò di appunti ed ho atteso per portarli nella rete.
Siccome poi, in questi giorni, più amici lettori ed amici m'hanno chiesto perchè non scrivevo più, ho compreso che era ora di rompere l'attesa (fa sempre piacere sentire che qualcuno aspetta quelle due righe, anzi, diciamo più di due, ... non brillo per sintesi, ma prometto: d'ora in avanti ci riuscirò - scrisse il blogger marinaio).
Veniamo al titolo. Ho pensato di pubblicare una serie di post, tutti con il titolo "La macchina del capo", ma, ogni volta, con un diverso sotto titolo (variabile in relazione allo specifico tema trattato).
Spiego subito il perchè del titolo. Chissà quanti ricorderanno (o per averla cantata da piccoli, o perchè la cantavano ai propri bimbi) la canzoncina che ha proprio questo titolo.
Il ritornello che fa "La macchina del capo ha un buco nella gomma e noi l'aggiusteremo con il chewing-gum".
Strofa azzeccatissima per descrivere, quello cui abbiamo assistito negli ultimi giorni, osservando i lavori in Parlamento.
Un'intera maggioranza, tutta una serie di deputati eletti (nominati) impegnatissimi a lavorare per il Capo, che ha un buco nella gomma (vedi i processi) e loro occupatissimi a ripararla con il chewing-gum (processo breve, ecc.).

Dapprima il voto in Parlamento per il caso Ruby: la maggioranza (314 sì e 302 no) ha in questo modo deciso che Berlusconi nel telefonare in questura ha agito per interesse pubblico in veste di Presidente del Consiglio, per evitare un incidente diplomatico, in quanto era convinto che Ruby fosse la nipote del premier. Abbiamo quindi un Capo del Governo tanto credulone che chissà dove ci porterà se è così ingenuo da non sapere esattamente chi si porta a casa.

Si passa poi alla norme sul "processo breve". Lo stesso Ministro della giustizia Alfano ha affermato che la norma riguarderà pochi casi, cioè porterà alla conclusione senza sentenza per pochi processi. A parte che anche solo un caso di mancata giustizia dovrebbe farci indignare, ma la domanda è: se la norma è così poco influente e rilevante perchè tutta quest'attività della maggioranza che ha bloccato il Parlamento solo su questa questione ? La risposta è forse che basta che la norma blocchi almeno "un" processo e per la maggioranza sarà sufficiente (riparazione di una gomma bucata). Le parole di Alfano sono state "incide in termini molto tenui solo sul versante degli incensurati''. E pensare che lo stesso Alfano solo un mese prima affermava: "ritireremo la norma sul processo breve". Ma si sa quando la macchina del capo ha un buco nella gomma, la si deve riparare con il chewing gum.
Comprendiamoli: meglio perdere la faccia, piuttosto che tenere quella (da) c... he si ha.
Si dice che Alfano sarà l'erede di Berlusconi ... stiamo freschi abbiamo l'allievo migliore di Pinocchio.

Si è arrivati, poi alla questione nucleare ed al Governo che fa approvare la norma che blocca il programma sul nucleare (approvato solo un anno fa). Ma com'è il Governo ci ha ripensato sul programma e sulla questione energetica ? si è ricreduto visto l'anniversario di Chernobyl e la catastrofe in Giappone ? Lo ha fatto anche se pochi giorni fa il ministro allo sviluppo economico, Romani, affermava che non ci si doveva far guidare dall'emotività per il caso giapponese ?
Niente affatto; oggi Silvio Berlusconi ha svelato (come se non lo si era capito) il bluff: senza la norma si andava al referendum ed addio nucleare (bella prova di democrazia, a volte si esalta il voto quando favorevole ed altre se ne ha paura e lo si disprezza, evitandolo!!!).
La banda dei Pinocchi!!! Sì, perchè il problema non è tanto l'addio al nucleare in caso di referendum, ma la questione è non far andare a votare per i referendum perchè si vota anche sull'acqua che vuol essere privatizzata e, soprattutto, sulla legge sul legittimo impedimento (ancora i suoi processi). Allora il prossimo 12 e 13 giugno (link per chi vuole approfondire).

Ma parleremo nei prossimi post delle varie questioni: giustizia, guerra libica, energia e fonti energetiche, ecc.

Prima di chiudere riporto un brano che non conoscevo e che un'amica mi ha inviato:

"Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perchè il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini ? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto. Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un pò ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano. Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo, abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare."
Questo brano è scritto da Elsa Morante, nell'anno 1945 ("Pagine autobiografiche postume") e, naturalmente, si riferisce a Mussolini.
Nei prossimi post "la macchina del capo" cercherò di spiegare perchè questo brano si palesa molto attuale, specie negli ultimi passaggi.
In merito a questo brano, c'è un'unica incertezza, ma che riguarda la forma, ovvero il modo in cui lo si può commentare:
- si può dire che non sembra passato un giorno da allora;
- oppure si può dire che ci sembra che il tempo corra veloce, ma ci ritrova sempre al punto di partenza.
L'unica certezza riguarda la sostanza: ci sono cose che non cambiano mai e di questo ci si dovrebbe preoccupare.

lunedì 31 gennaio 2011

La vita segreta delle api


Proprio qualche giorno fa, un amico, lettore del blog, mi chiedeva spiegazioni sul nome che gli avevo dato: "Specchio di Galadriel".
Ricordando che lo "Specchio di Galadriel" è, diciamo, un oggetto presente nel romanzo "Il signore degli anelli", potreste pensare che io sia uno dei tanti fissati, adoratori, etc. etc., di tale racconto. Conosco il libro, prima ancora che ne uscisse la trasposizione cinematografica (il libro è sempre il libro) e seppure mi piaccia, ho deciso di chiedergli in prestito "lo specchio", non per un maniacale e sconsiderato amore verso il romanzo, ma a ragione della frase con cui Galadriel (una delle regine degli Elfi) lo presenta a Frodo. La frase, è quella che trovate sotto il titolo del blog: "Molte cose domando allo Specchio di rivelare ... lo Specchio può anche spontaneamente mostrare delle immagini ... più strane e utili di quelle che ... desideriamo vedere ... nemmeno il più saggio può sapere". Domanda quindi Frofo "Mi consigli tu di guardare?" risponde Galadriel "No, io non ti consiglio né l’una né l’altra cosa. Vedere è al tempo stesso un bene e un pericolo".
Per maggiori approfondimenti, rimando al post con cui diedi il battesimo al blog e, magari, mi riservo un altro post per dare più spiegazioni sul titolo e l'essenza del blog, anche se credo che dovrebbe essere chiari gli intenti di ogni post ch'esso contiene.
Spero, poi, che si renda evidente, anche, l'idea generatrice e la finalità del presente post che muove da due immagini che lo specchio mi ha mostrato: un libro letto ed una frase attribuita ad Einstein.
Insomma voglio fornirvi solo un punto di osservazione ... che dire spetta poi a voi voler "vedere"concetto cui è poi arrivato anche Cameron Diaz in Avatar). Io, nè vi consiglio ciò, nè faccio il contrario, sapendo che "vedere" è, al tempo stesso, un bene e un pericolo.
Cerchiamo allora oggi di "vedere" cos'è l'uomo rispetto al mondo, all'ambiente in cui vive.
Nel periodo delle festività natalizie, mi è capitato di leggere un libro intitolato "La vita segreta delle Api" scritto da un'autrice Statunitense ed ambientato nel South Carolina, nel periodo in cui si avvia il processo di integrazione razziale, epoca di forte discriminazione nei confronti dei "negri". Un gradevole racconto che tratta di una questione personale (una figlia, l'assenza di una madre morta tragicamente), ambientata in un contesto storico geografico di notevole interesse, che tratta e tiene sullo sfondo anche la vita delle api.
Qualche tempo dopo, mi è, poi, capitato di leggere un articolo sulla moria delle api e mi sono ricordato di una frase famosa che è stata attribuita ad Einstein: "Se un giorno le api dovessero scomparire, all'uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita".
Un fenomeno quello della moria delle api, che alcuni ritengono, abbia raggiunto proporzioni catastrofiche negli Stati Uniti, dove l'entità della moria - con punte del 60-70% - ha allarmato gli apicoltori e gli agricoltori.
Quanto ad Einstein o presunto tale, invece, la frase che parrebbe esagerata, assurda: l'uomo destinato ad estinguersi, se dovessero morire tutte le api !?!?!.
Eppure questa ipotesi che pare incredibile, nasconde una verità, se si pensa che circa il 60-70% del cibo che mangiamo, proviene da piante impollinate dalle api. Quindi, senza di esse, certamente, se non l'estinzione si rischia una drastica riduzione del menù e, comunque, la frase attribuita ad Einstein, può considerarsi fondata, se si pensa che oltre alle piante impollinate che originano circa 2/3 dei nostri alimenti, ve ne sono altre, anch'esse impollinate, fonte di alimento per gli animali di cui ci cibiamo e comunque necessarie per la conservazione della vita nel pianeta.
In ogni caso, assolutamente o parzialmente fondata che sia, quella frase nasconde una sicura rivelazione, per noi uomini che viviamo in quest'epoca: il nostro triste egocentrismo, il nostro stile di vita fondato su un concetto "autarchico" della nostra esistenza, ci ha, ormai, convinto a torto di poter governare noi e da soli l'intera nostra esistenza.
Siamo così convinti di non dipendere da nulla, tanto da pensare che la vita è al nostro servizio e sia una cosa dovuta, che non occorre conservare e custodire. Siamo così "chiusi" in noi stessi, da non sentirci parte di un sistema, di cui siamo uno dei frutti e non la causa e l'unico motore.
Un essere così piccolo, da apparire per molti insignificanti e, a volte, pure fastidioso, si rivela per noi determinante.
E' la scoperta di come la nostra esistenza sia fatta di piccole cose, anzi, di come siano proprio queste a darci l'esistenza.
Le api, che molto ci insegnano in tema di socialità, rispetto per gli altri, concezione della comunità che, prioritariamente, viene prima del singolo, senza di cui il singolo nulla sarebbe, ci ricordano anche che la vita non sono le artificiosità che creiamo per scandire le nostre giornate, ma l'esistenza dell'uomo è una galassia costellata da milioni di piccole stelle, tutte uniche ed indispensabile per garantire l'esistenza della galassie, seppur minuscole rispetto alla vastità della galassia stessa.
E forse giunta l'ora, nel terzo millennio, di riscoprire le nostre radici, il nostro ruolo in questo pianeta. E' giunto il momento di ristabilire il corretto equilibrio e rapporto con la nostra casa e la nostra madre e con gli esseri viventi, che sono, come noi, parte di essa, ognuna indispensabile per l'esistenza del tutto, nonostante ai nostri occhi superbi ci appaiano sotto una veste di preconcetta inutilità.

sabato 29 gennaio 2011

La tela bianca e l'oro


Questo post trova idea nell'immagine che lo specchio mi ha mostrato i primi giorni di dicembre. Questa è la premessa per dirvi che ho meditato ed accennato a scriverlo più di un mese fa, dopo aver visto l'immagine, che vi racconterò e che mi aveva suscitato una "riflessione" sulle donne, o meglio sul lato femminile del mondo e, più nello specifico, sull'idea, sull punto di vista che ho di questo mondo ed il ruolo che ha sin qui avuto nella mia vita. Poi, mentre nei giorni successivi sviluppavo il post, maturavano gli eventi di attualità. Così il post si è scritto da solo, prendendo una diversa direzione. Fine della premessa ed inizio del post.
Parliamo di Cambogia. Un Paese bellissimo, ma forse poco conosciuto, anche perchè vittima di una recente storia di violenze ed oppressione. Ma cosa c'entra con le donne, con il lato femminile del mondo? La storia della Cambogia, lega il recente e drammatico passato a quella dei Khmer Rossi, ovvero di un regime che ha causato la morte di 2,2 milioni di persone, paragonabile a molti altri, capaci di svalutare la vita umana fino a considerala di nessuna importanza rispetto al sistema complessivo. Insomma, la Cambogia ha vissuto una tragedia umana che nella sostanza è pari a quella provocata da Hitler, se si rapportano i morti alla popolazione.
La vera tragedia sta anche nel fatto che gli autori delle atrocità sono praticamente tutti liberi, se si eccettuano alcuni leader finiti sotto processo. Peraltro, neppure il leader politico, Pol Pot ha subito giusta condanna, dato che è morto prima di poter essere processato. Per sintesi lascio due link per chi volesse approfondire, uno sul Khmer Rossi e uno su Pol Pot.
Cosa rimane in Cambogia, oggi, dopo quel regime? Un paese ancora instabile con un Governo, che molti non definiscono democratico. Un Paese, che non ha superato i problemi della povertà e dove è difficile anche il ricordo, visto che nel 2005 si stima che circa i 3/4 della popolazione aveva meno di venti anni e che non ha, quindi, vissuto quegli anni tragici. E' un Paese che oggi apre le porte al turismo, ma sfortunatamente è conosciuto per il turismo sessuale.
Insomma un paradiso per Giovambattista Adornato (il qualunquista incazzato), se vi ricordate quello che scrissi: di come egli sia durissimo nella lotta all'immigrazione e di come, fermamente, creda che ognuno deve stare a casa sua e siamo noi a dover aiutare i Paesi più poveri, creando in quei luoghi le basi per lo sviluppo e la ricchezza. Infatti, da uomo coerente, egli preferisce visitare quei Paesi e incontrare lì quelle genti, che in Italia respinge con forza, elargendo ricchezza a quelle persone (solo donne non importa se minorenni) che lo "trattano bene" ... per lui è come andare in beauty farm. Purtroppo, non c'è solo lui, se e vero che basta fare una piccola ricerca sui quotidiani per trovare un candido turista che dichiara “Che c’è di male? non faccio altro che adattarmi all’ambiente in cui mi trovo. I primi ad andare a letto con le ragazzine sono proprio i cambogiani. Provo qualcosa di nuovo per me e di normale per loro. Non sono un mostro, sono l’occidentale buono, che porta soldi”. Anche in questo campo ci sono Italiani che si distinguono vedi il milanese, elettricista trentenne, condannato a dieci anni di carcere, trovato nudo insieme a quattro bambini dai 10 ai 14 anni.
Ecco l'immagine mostrata dallo specchio: la Cambogia e spunto di riflessione ed una frase usata da una parte degli uomini di quel Paese: "L'uomo è oro e la donna una bianca tela". La frase sta a significare l'idea che l'uomo può finire nel fango, ma come l'oro basta un attimo per pulirlo e farlo tornare a luccicare, la donna, la tela bianca, se finisce nel fango non tornerà mai candida come prima.
Da qui nasceva l'idea di parlare del modo in cui vedo e sento la parte femminile del mondo, appuntamento rimandato ad altro post, perchè vista l'attualità, quella frase mi portava a pensare a Berlusconi. Ho sentito l'eco delle parole che aveva pronunciato quando proprio a dicembre si iniziava a parlare per la prima volta del caso Ruby, mentre sosteneva la tesi del complotto tramato contro di lui, utilizzando le escort, pagate per dire bugie, per raccontare di essere prostitute ed essere andate a festini da lui organizzati. In sintesi, questa era la frase del Premier: “Mi domando perchè lo facciano. Sono infondate e incredibili. Una ragazza che si dichiara prostituta di fronte al mondo si preclude tutte le strade per un lavoro futuro, per trovare un marito. Allora mi domando chi le ha pagate”. Come vedete una perfetta traslazione del concetto l'oro e la tela bianca: sono le donne che si sporcano e non tornano più candide, certi uomini che le frequentano, invece, possono tornare sempre a luccicare come l'oro ripulito dal fango.
La Cambogia sembra così lontana ed è invece, così vicina ad una certa "cultura" maschile del nostro Paese, in cui vive Giovambattista Adornato, del resto, uno dei tanti qualunquisti incazzati.
Quanto al caso Ruby ed escort varie, qualcosa in più si è venuto a sapere, dopo gli eventi recenti. Lasciando stare la vicenda giudiziaria, si è venuti a sapere che il complotto non lo tramavano alcune escort, ma di certo, vi erano "amici" del premier che organizzavano "cene" e "dopo cena", con proiezione di film, canti e balli ... insomma organizzatori di un pacchetto da far invidia al migliore tour operator (e sì che di giri ad Arcore sembra che ce siano stati). Il punto è che dopo aver asserito quanto sopra riportato, oggi Berlusconi se la prende con chi ha invaso la sua privacy (i magistrati di Milano), mentre i suoi avvocati (che sono anche deputati eletti grazie a Berlusconi, che li ha "nominati" nelle proprie liste elettorali) redigono memorie per affermare la sua verità. Così sentono Ruby (che viene intervistata anche da Signorini e trasmessa sulle reti Mediaset) che dice tre cose:
- non ho fatto sesso con Berlusconi: può starci, non nel senso metaforico del termine, ma nel senso che così è, se si vuol credere che i soldi che gli sono stati dati, erano "gesti di carità"; tant'è che per ringraziare, con il suo cellulare, Ruby è stata in contatto per più di 60 volte con Arcore e il tesoriere di Berlusconi;
- sono io che ho detto di essere maggiorenne: diciamo anche qui può starci, non sempre è facile distinguere tra una diciasettenne ed una diciottenne e Berlusconi non ha più poteri in questo di un uomo comune. Certo la Minetti ed il tour operator, organizzatore delle serate, poteva dirglielo, o forse non lo sapevano neppure loro. Del resto entrare ad Arcore è così facile, che mica ti chiedono chi sei ? quasi quasi vado anch'io per ottenere un gesto di carità, invece che comprare win for life per una vita senza risultato.
- sono io che gli ho detto di essere la nipote di Moubarak: e qui comincio a preoccuparmi. Pazienza che nell'abitazione del premier possa entrare chiunque se ben accompagnato, ma avere un premier così ingenuo che crede a quello che gli racconta una ragazza, tanto da telefonare alla Questura di Milano e dire "attenti trattatela bene è la nipote di Moubarak". Insomma sapere che il nostro Presidente del Consiglio è così credulone, ingenuo, mi preoccupa dato che deve governare il Paese in cui viviamo ... chissà a quante altre cazz.... che gli hanno raccontato ha creduto e su di esse si basa per Governare!.
Verrebbe da chiederVi se avete pensato perchè si è tanto affannato per non far restare in Questura Ruby, fino al punto di telefonare di corsa, sapendo con certezza che la cosa si sarebbe risaputa e accettando di correre il rischio. Verrebbe da chiederVi se avete pensato perchè oggi difende tanto la Minetti, anche dai delegati regionali del suo partito, che ne hanno messo in discussione la figura, contestando il fatto che è stata eletta (nominata) in Lombardia al posto di altri ritenuti politicamente più meritevoli d'esser candidati 8evidentemente la Minetti dovrà aver altri meriti vista la poca o nulla gavetta ed esperienza politica.
Non mi rivolgo a chi sostiene il centro sinistra, ma a chi vota centro destra: voi credete a ciò che vi ha raccontato Berlusconi sulla vicenda ? la telefonata in questura era per gesto caritatevole e così pure le donazioni di denaro ? avete creduto anche all'esistenza della fidanzata di Berlusconi ? non credete alla ex moglie di Berlusconi che aveva chiesto ai suoi amici di aiutare il marito da lei definito malato, irritata, anche, dai corsi cui partecipavano aspiranti candidate alle elezioni per il PDL e dai compleanni per il diciottesimo anno cui partecipava suo marito? credete che Berlusconi sia così ingenuo, credulone, da bersi il racconto di Ruby e del suo legame di parentela con Moubarak ? e se ci credete non vi spaventa che così ingenuo ci governi, tanto da poter finire preda di chiunque gli racconti balle per poi ricattarlo anche a danno del Paese ?
Insomma, non pensate possa esserci un centro destra (io penso migliore) senza Berlusconi ?
Io penso che come egli si creda oro e veda le donne come tela bianca, ma pensi, anche, che pure voi ed io siamo tela bianca, a cui possa essere gettato fango quando si vuole.
Basta vedere gli ultimi episodi:
- Ci sono problemi internazionali, come il caso Battisti e la questione diplomatica con il Brasile, oppure le proteste in Paesi Arabi, filo occidentali, come Tunisia ed Egitto, ma il Ministro degli esteri va in Parlamento per riferire della lettera di "risposta" pervenuta dallo stato di Santa Lucia sulla questione della Casa di Montecarlo e se sia o meno di Tulliani, cognato di Fini( senza dirci chi è che aveva posto qualche domanda allo stato di Santa Lucia?). Insomma, un Ministro della Repubblica che vede come prioritario questo tema, non è una grande cosa. Ma chissà chi è che ha chiesto risposta a Santa Lucia ed ha chiesto di riferire con urgenza in Parlamento sulla questione ? che ne pensate ?
- l'altra sera il Direttore generale della Rai, Masi, telefona durante la trasmissione "Annozero" e parla con un suo dipendente, Santoro, dicendo che da quello che ha sentito nell'anteprima della trasmissione (preveggente) pensa che la trasmissione abbia contenuti che ledono diritti costituzionali ... e giù di lì, farfugliando varie cose (un direttore che farfuglia davanti al suo dipendente !!!), ma alla domanda di Santoro, che gli dice prenda la sua responsabilità e se ritiene dica che la trasmissione non deve andare in onda, risponde che la trasmissione può andare in onda, ma ... e giù a farfugliare. Insomma, vien proprio una gran voglia di pagare il canone.
Quanto ad altri fatti e situazioni se ne potrebbero citare tanti (telemessaggi settimanali del premier che invadono telegiornali, telefonate in diretta come quella a Gad Lerner o a Ballarò, le cene di svago in cui chissà quali temi di cultura e interesse filosofico o di carattere socio-politico, avranno trattato Berlusconi con Fede e Lele Mora, ecc.); ma chiudo perchè molti di Voi mi hanno chiesto di essere più sintetico.
Quindi, lascio a Voi riflettere. Per ora riporto solo una frase che da sempre m'incoraggia: "l'ora più buia è quella che precede l'alba" ... allora speriamo si faccia giorno presto.

martedì 4 gennaio 2011

Guerra e pace


Avevo voglia di parlar d'altro e di lasciare le questioni politiche in un angolo. In effetti, però, a ben vedere, il post alla fine tratta di economia e politica industriale. Certo tratta anche temi, cosiddetti sociali, cosa inevitabile, dato che la politica industriale e l'economia analizzano questioni che incidono sulla vita delle persone, oggi più che mai.
Questa mattina, ho assistito ad un dibattito in televisione sull'accordo in Fiat e connessa questione di relazioni sindacali. In un precedete post ne avevo già, in parte, trattato (vedi terza domanda del post).
Svelato il tema trattato, vi invito a non smettere di leggere, magari perchè poco interessati ad un aspetto, che, solo all'apparenza, vi riguarda poco o vi interessa ancor meno. Scoprirete, leggendo come la questione sia a voi più vicina di quel che crediate.
Breve sunto. Dopo l'accordo a Pomigliano, con tanto di referendum su cui non torniamo a parlare, in questi giorni è stato raggiunto un accordo per lo stabilimento di Mirafiori, siglato da Fiat e da Fim, Uilm, Ugl e Fismic. La Fiom non l'ha sottoscritto e il prossimo 10 gennaio, l’intesa sarà sottoposta al giudizio dei lavoratori attraverso un referendum. Sappiamo come è andato il referendume a Pomigliano e nel post che avevo scritto, già prevedevo come sarebbe andata prima che il referendum si svolgesse. Non occorre essere chiaroveggenti, perchè quando si tratta di lavoro, visto l'attuale tasso di disoccupazione in Italia, i lavoratori, specie quelli con qualche anno sulle spalle, non hanno molti dubbi se accettare anche condizioni di lavoro peggiori, pur di avere uno stipendio. Direi che c'è poco da gioire e non capisco perchè invece, in giro, ci siano molti che esultano di fronte a certi accordi (vedi Berlusconi) od appaiono rassegnati di fronte alla minaccia di trasferire all'estero la produzione (per essere bipartisan come oggi è considerato bello ritenersi, vedi Fassino).
Quanto al contenuto dell'accordo, vi rimando ad una ricerca in rete.
Quello che qui interessa è l'analisi fatta dai sostenitori dell'accordo, che diverge da quella dei non firmatari.
Berlusconi parla di "intesa innovativa e di un investimento importante per il Paese".
Marchionne già vede al giorno dopo e dice "Adesso faremo partire gli investimenti previsti nel minor tempo possibile. Ora, bisogna lavorare per realizzare il contratto collettivo specifico per la joint venture che consentirà il passaggio dei lavoratori alla nuova società Fiat-Chrysler"
Roberto Di Maulo, segretario generale della Fismic (firmataria): "l’accordo ha una portata storica perchè dimostra la capacità di mantenere un’industria manifatturiera in grado di attrarre investimenti esteri". "Viene modernizzato il sistema di relazioni industriale, creando il presupposto del contratto specifico dell’auto".
Maurizio Landini, Fiom (non firmataria): "accordo vergognoso. Per la prima volta, si cancella di fatto l’esistenza del contratto nazionale e si ledono i diritti dei lavoratori, impedendo ad un’organizzazione, tra l’altro la più rappresentativa del comparto e non solo della Fiat, di avere uomini e rappresentanze".
Assistendo alla discussione in TV, ho sentito Giuliano Cazzola (ex dirigente CGIL, poi nel 2008 eletto deputato nelle liste del PDL - un bel salto ideologico - oggi vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera e consigliere politico del ministro Brunetta) parlare di Guerra "commerciale" e di diritto della Fiat alla difesa, giustificando così l'accordo. Come dire, quando si è in guerra, occorre difendersi con ogni mezzo e, si sa, le truppe contano meno (non voglio dire poco) rispetto all'obiettivo finale: la vittoria. Svelato quindi anche il perchè del titolo del post.
Insomma, da un lato scopriamo che l'accordo è stato posto quale contropartita per l'investimento; in altri termini, Fiat ha detto chiaramente: se passa l'accordo investo in Italia, se non passa investo in un Paese dove quello che è previsto nell'accordo me lo fanno fare.
Ragionamento che non fa una piega, visto che ormai da qualche anno assistiamo all'emigrazione, non dei lavoratori (come all'inizio secolo scorso), ma degli imprenditori, molti dei quali vanno ormai in quello che è un pese dell'Unione Europea, la Romania, viste le "migliori condizioni di lavoro" (viste nel senso dalla loro ottica, cioè costo del lavoro più basso, meno vincoli Burocratici e impedimenti sindacali).
La domanda da porsi è: come mai si è permesso a Paesi che non hanno stesso livello di vita e quindi diversa base salariale, ma soprattutto diversa sensibilità quanto a sicurezza e tutela dei lavoratori di entrare in un consesso, quale quello Europeo, che avrebbe dovuto uniformare gli standards di diversi Paesi, creando un'unione non solo di diritto, ma anche di fatto ?
Inutile poi guardare e prendersela con la Cina, se non si risponde a tali domande.
Insomma la logica imprenditoriale è quella che se devo produrre in un Paese, in cui ho più vincoli in tema di sicurezza del lavoro, burocrazia e il lavoro costa più, ovvero guadagno meno, perchè non andare in Paesi in cui non ci sono quei vincoli o sono minori, come minore è il costo del lavoro, ovvero meno vincoli, meno costo, più utile. Alla fine, stesso ragionamento (per essere una seconda volta bipartisan) che fanno i lavoratori chiamati al refendum: un cattivo accordo è sempre meglio di nessun accordo, che vuol dire niente lavoro, niente stipendio, niente mangiare, tanta fame.
Dall'altro lato dell'analisi firma sì, firma no all'accordo, scopriamo che chi non firma pone una diversa questione: Fiat con l'accordo, crea un contratto specifico, svincolato dal contratto nazionale, quindi ogni azienda potrebbe fare altrettanto e non richiamarsi a regole generali valide per tutto il Paese. In più chi non firma l'accordo non può essere a livello sindacale rappresentativo in quella realtà aziendale, ovvero i lavoratori saranno rappresentati solo da chi firma gli accordi.
Qui il dubbio espresso in due domande:
1) perchè Fiat vuole un contratto specifico, svincolato da quello nazionale, in cui è previsto che non sarà rappresentativo il sindacato che non firma; in altri termini un accordo, secondo cui chi non firma non potrà più contrattare e quindi non esisterà in quell'azienda, a prescindere che un certo numero di lavoratori si riconosca rappresentata dal sindacato escluso e vi aderisca;
2) perchè anche il sindacato che non è d'accordo su di una certa proposta di intesa avanzata dal datore di lavoro si prenderebbe la briga di non firmarla, con la conseguenza di essere tagliato fuori da successivi incontri e non poter più contrattare in quell'azienda ?
Insomma, appare evidente che se le ragioni della competitività di un'azienda, dello sviluppo economico, degli investimenti, della difesa di posti di lavoro sono condivisibili, non appaiono altrettanto i modi con cui le si vogliono sostenere.
Negli ultimi anni è latente una certa disaffezione per i sindacati, troppe volte visti come mezzi di tutela dei fannulloni, pretestuosi nelle richieste.
Di certo è colpa anche di alcune scelte di politica sindacale. Però, va sempre tenuto a mente che una qualsiasi cosa che si possiede, a volte, viene svalutata e appare superflua, per apparire necessaria e ottenibile solo a caro prezzo, una volta che non la si ha più. Questo vale anche per la libertà, che viene sprecata e snobbata, per poi essere rimpianta quando la si è persa e si cerca di riottenerla a qualsiasi costo. Mai dimenticare le conquiste ottenute dai lavoratori, basti pensare alle condizioni di lavoro in Italia, neppure un secolo fa, cioè molti anni dopo dell'unità d'Italia, di cui in quest'anno si festeggia il 150° anniversario.
Può apparire eccessivo ricordare il periodo fascista, ma in quegli anni il regime, con l’instaurazione dell’ordinamento corporativo, di fatto la fine del sindacato, realizzò una politica di ordine pubblico, in quanto l’ideologia corporativa negava l’inevitabilità del conflitto di interessi tra datori e prestatori di lavoro, eliminando tale conflitto per legge, in quanto era supremo un affermato interesse comune: l’interesse pubblico dell’economia. Per ogni categoria professionale era ammesso il riconoscimento giuridico di una sola associazione sindacale sia per i datori di lavoro sia per i lavoratori. Il sindacato dei datori di lavoro e quello contrapposto dei prestatori di lavoro costituivano, poi, la “corporazione”. I sindacati corporativi, avevano personalità giuridica di diritto pubblico, rappresentanza legale della categoria professionale. Lo Stato, per garantire il fine pubblico affidato ai sindacati si riservava il potere di revocare i dirigenti sindacali ed esercitava poteri di vigilanza. Caduto il regime fascista, vennero soppresse le corporazioni e i sindacati corporativi. Vennero costituiti i nuovi sindacati e si ebbe la ripresa della contrattazione collettiva. Intanto, vi consegno due link per chi volesse approfondire. Sono delle dispensine di storia trovate in rete che oltre al solito wilkipedia possono per chi ha voglia e tempo essere uno stimolo a leggere altro e verificare l'esattezza o meno di ciò ce vi è riportato.
Fare quest'analisi potrebbe essere utile per rispondere alla domanda che pongo e mi pongo: è così importante il diritto sindacale ? Fornito il link sulla definizione di diritto sindacale data da Wilkipedia, ne riporto solo la definizione: "Il diritto sindacale focalizza la sua attenzione sulla figura del lavoratore dal punto di vista collettivo: oggetto dello studio della disciplina pertanto sono tre argomenti principali: le organizzazioni sindacali, lo sciopero e il contratto collettivo di lavoro".
Pensate ora, a cosa sta avvenendo in questi anni e la politica condotta dal Governo riguardo le organizzazioni sindacali, la critica al contratto collettivo di lavoro operata nella questione Fiat e poi decidete voi se esiste qualche problema o tutto va bene.
Ogni volta che si pensa al passato e a tristi vicende si dice che oggi le condizioni sono diverse. Il problema e che l'idee di fondo di alcuni sono sempre le stesse ed è questo che mi preoccupa, perchè si può scivolare di giorno in giorno, impercettibilmente, ritrovandosi dove si non si pensava di poter arrivare.
Del resto (riporto link al Sole 24 ore), solo nel 2008 vi è stata un'intesa per regolamentare la rappresentanza sindacale, firmatarie le confederazioni sindacali. Ma oggi, per molto, non va bene neppure questo, se è vero che Fiat sostiene che gli investitori esteri sono scoraggiati ad investire in Italia, causa la pluralità di interlocutori dovuta alla frammentazione sindacale (ergo meglio un solo interlocutore, magari, vien da pensare, non conflittuale e dello stesso parere dell'altra parte, ... un analisi che appare ricalcare scelte del passato).
Lasciamo stare la questione sindacale e torniamo alla politica economica ed industriale. Chi sostiene l'accordo, afferma che esso sia utile, anzi necessario, per vincere la concorrenza economica mondiale nel settore auto (ecco perchè un contratto specifico). Ho già detto prima dell'Emigrazione di imprenditori verso certi Paesi, ma la questione da analizzare è: la concorrenza la si vince solo regolamentando il lavoro, riducendo il costo del lavoro ?
Insomma, la questione della competitività, è solo regolamentazione del lavoro e minor conflittualità ? certe scelte non sono anche figlie di questioni di finanza.
Chi sostiene le scelte di Fiat, pare suggerirci solo questo e lo scorporo e la divisione di Fiat dell'attività auto da quelle industriali è indicata come la soluzione decisiva, almeno per quanto affermato da Marchionne : "oggi è un punto di arrivo e di partenza ... di fronte alle grandi trasformazioni in atto nel mercato non potevamo più continuare a tenere insieme settori che non presentano alcuna caratteristica economica e industriale in comune". In pratica lo scorporo ha riguardato il settore auto, scorporato da quello Iveco, Cnh e Fpt (trattori, autocarri, ecc.).
Viene però il dubbio che siffatta operazione dopo 120 anni di storia Fiat (senza scorporo) sia utilie anche per fare scelte più rapide in termini di dismissioni e riassetti produttivi, oltre che interessante per questioni non industriali ma di finanza, considerato che lo stesso giorno dello scorporo il titolo Fiat industrial è salito del 3,05% e Fiat spa del 4,91% e che la somma delle quotazioni dei due titoli era superiore a quella della quotazione unitaria pre scorporo.
Si sa i capitali si muovono in fretta e se ne infischiano di lavoratori, produzione e mercato dei beni reali, se si pensa che chi ieri ha investito, incrementando le quotazioni non ha neppure considerato che secondo i dati delle immatricolazioni, in dicembre queste sono scese del 21,71% rispetto allo stesso mese dello scorso anno e la sola quota di mercato del gruppo Fiat è scesa del 2% in un anno (arrivando ad essere il 29,67%) .
Dove sono le questioni industriali, la progettazione, le nuove idee, i progetti ? Dov'è la ricerca su nuovi mezzi di trasporto e carburanti alternativi ? Ammetto di non essere esperto, ma in un momento in cui il prezzo di benzina e gasolio sale e va alle stelle, senza motivo apparente e connessione al prezzo del petrolio, perchè non si parla di tecnologie innovative ed alternative e non si evidenzia che i promessi investimenti servono a realizzarle.
In questi anni si è parlato di macchine elettriche, ad idrogeno, fornisco link, persino di oli utilizzabili al posto della benzina. Non è fantascienza (vedi un link su il messaggero.it ed uno sul tema delle politiche comunitarie in tema). Servirebbe una risposta per capire se chi lavora e dirige aziende nel settore auto vede il futuro con gli occhi del miope.
Se si accontenta di recuperare margini di utile e raccogliere capitali per fare quello che fa da sempre o se cerca soluzioni che rappresentino veramente una svolta, non solo per chi lavora in quelle aziende, ma anche per i consumatori. Pare difficile vincere la concorrenza mondiale e di certi Paesi emergenti, producendo le stesse auto di sempre, salvo non si voglia inondare quei mercati con le auto che non trovano più sfogo nei Paesi, che come il nostro non vivono più la travolgente espansione industriale e dei consumi. La concorrenza si vince, facendo quello che gli altri non sanno ancora fare, sviluppando e producendo beni nuovi, innovativi, che magari contribuiscano anche a ridurre l'impatto sull'ambiente, riduceno il consumo delle fonti energetiche scarse e manipolate nel prezzo dai pochi produttori, liberandoci così anche dalle catene dei vari sceicchi e compagnie petrolifere.